8- IL COMPLEANNO

22 2 6
                                    


(Cameron)

Ho sempre odiato il 12 settembre. Sempre. Mi ricorda soltanto che sono un po’ più dentro alla fossa in cui entrerò prima o poi.

Sinceramente non vedo l’ora di abbandonare questo mondo. Mi fa accapponare la pelle sapere di vivere. Io che non merito nulla nella vita, sono viva.

Perché non sono morta quel giorno?
Perché io sono qui e lei non c’è più?
Non merito di vivere.

Una vibrazione nei jeans mi riscuote dai miei pensieri.
Gemellina, esci di casa. Sono qui fuori.
Non fare domande e vieni fuori.

Perché?

Ti ho detto di non fare domande, ora muoviti.

Visualizzo il messaggio e, contro voglia, scendo le scale.

Arrivata all’ingresso di casa apro la porta. Non l’avessi mai fatto: uno scoppio mi fa sobbalzare e una pioggia di coriandoli mi investe. Risate e grida mi assordano ma sento tutto ovattato. Tre volti familiari mi si piazzano davanti. Grace, Derek e Alek.

“I-io…” Inizio, ma le parole mi muoiono in gola.
“Non devi ringraziarci!” Grida Derek.
“N-no… i-io…” riprovo “io odio le sorprese e odio il mio compleanno”. Scandisco bene.

Derek sbarra gli occhi. Lo segue a ruota la sua ragazza.

“Che cosa?!” Sbraita Grace. “Stai scherzando? Sì, stai chiaramente scherzando. Vero?” Mi guarda speranzosa.

Guardo Alek che non ha detto ancora nulla. È bellissimo. Indossa una felpa grigia con il cappuccio alzato sulla testa. Alle gambe porta un paio di pantaloni della tuta del medesimo colore. I capelli corvini scompigliati. Sembra che si sia appena svegliato.

“In realtà non scherzo. Odio il mio compleanno più di ogni altra cosa”.

“Perché?” Alek parla per la prima volta da quando è qui.

Perché?” Ripeto.

Non dirglielo, penseranno che tu sia una povera ragazzina con il cuore ridotto ad un ammasso informe di carne.

Le voci nella mia testa passano da bisbigli, a grida disperate. Mi manca l’aria. Respiro ma non sento l’aria nei polmoni.

Perché sì. Punto”. Sibilo scandendo ogni parola,

“Cameron”. Mi chiama Alek “guardami in faccia quando mi parli”. Ordina in tono serio.

Alzo lo sguardo e due iridi verdi mi inchiodano sul posto. Sento lo stomaco attorcigliarsi. Non mi abituerò mai all’effetto che questo ragazzo ha su di me. Ogni volta che mi guarda è come se lo facesse per la prima volta.

“Perché odi il tuo compleanno?” Chiede serio.
“Perché mi ricorda quel giorno…” Ammetto.

“Quale giorno?” Chiede Derek.

All’improvviso mi ricordo che ci sono anche i miei migliori amici. Mi schiarisco la voce e sistemo le pieghe invisibili sulla mia felpa nera.

“Nessun giorno. Mi dispiace avervi delusi, ora devo proprio andare…” Mento cercando una scusa per tornare in casa.

“Cosa devi fare di tanto importante?” Alek non mi stacca gli occhi di dosso. Dannazione, di questo passo cedrò.

“Cose” rispondo fredda.
“Del tipo?”.
“Del tipo fatti i cazzi tuoi, Alek”. Ringhio.

E se non ci fossimo incontrati? (Titolo provvisorio)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora