una notte da leoni nessuno regge

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POVs di Charlotte.

Stavo camminando al fianco dei miei amici, chiacchierando e scherzando mentre ci muovevamo per le strade della città. Vedevo i volti felici dei miei amici alla luce delle lanterne, e sentivo un senso di eccitazione nell'aria. Ci fermammo in un vicolo nascosto, fuori vista dalla strada principale. C'era una luce tenue che illuminava l'area intorno a noi, creando un'atmosfera misteriosa e segreta Edward infilò la mano nella tasca laterale dei pantaloni e ne estrasse una bottiglia di whiskey. La agitò in aria come se fosse un trofeo, mostrando a tutti la sua scoperta. L'etichetta luccicava debolmente nella penombra del vicolo.
Edward sollevò la bottiglia in alto, con uno sguardo malvagio negli occhi. 

«Che ne dite di divertirci un po' in
nome dei vecchi tempi?»
disse con voce roca.

Io lo guardai con un sopracciglio sollevato, non capendo a cosa si riferisse. Gli altri intorno a noi sembravano invece aver colto il suo tono misterioso.
Simon sollevò lo sguardo dal suo smartphone, togliendosi un attimo gli occhiali, che coprivano fino a quel momento i suoi occhi zaffiro. Mi guardò seriamente e disse:

«Charlie, stai per vivere come in una notte da leoni».

Cautamente, gli rivolsi una domanda, incerta su cosa stesse succedendo.
«Di cosa stai parlando esattamente?»
Alex si avvicinò con un gran sorrisetto stampato in volto, mostrando i denti candidi sotto la luce fioca del vicolo.
«Stiamo parlando del Whiskey Club, ragazza!»
esclamò con un tono di voce animato. «Siamo nota la nostra abilità nel bere come pesci, non sapevi?»
ridacchiò.
Edward si avvicinò a me e mi allungò la bottiglia di whiskey che aveva in mano. Mi guardò dritta negli occhi, e con un sorrisetto malandrino, disse:
«Tieni, fai un bel sorso. Ti servirà per quello che ti aspetta stasera»
Avvolsi le labbra intorno al collo della bottiglia e ne bevvi un sorso. Il sapore del whiskey mi inondò il palato, lasciando un sapore forte e secco sulla lingua. Deglutii il liquore, sentendolo bruciare sulla gola mentre scendeva nel mio stomaco. Era intenso, ma allo stesso tempo avvolgente.
Dopo aver preso il mio sorso, passai la bottiglia ad Alex, seduto accanto a me. Anche lui bevette un sorso di liquore. Uno dopo l'altro, ogni membro del nostro gruppo prese un sorso dalla bottiglia, e osservai i loro visi rilassarsi mentre il whisky faceva effetto Dopo esserci rifocillati con il whiskey, ci dirigemmo verso le giostre vicino al mare. Il vento della notte soffiava dolcemente, creando piccoli mulinelli di sabbia sulle nostre strade, mentre ci avvicinavamo alle attrazioni che luccicavano alla luce elettrica delle giostre.
Appena arrivammo di fronte alle giostre, sentimmo le risate e le urla dei clienti che le stavano utilizzando, mescolate alle musica allegre che provenivano dagli altoparlanti. Un venticello fresco proveniente dal mare soffiava tra i nostri capelli con delicatezza, trasportando con sé il profumo di salsedine e adrenalina.
I giochi si ergevano davanti a noi, in una serie di colori sgargianti, che ci accecavano quasi per la loro luminosità. Il rumore dei trenini che percorrevano i loro tracciati, e del meccanismo di gioco ci circondava come uno sfondo vivace di divertimento.
Samantha guardò intorno a sé, presa dal divertimento delle giostre intorno a noi. Quindi, si voltò verso di noi e chiese, con entusiasmo:

«Bene, qual è il primo gioco che facciamo? Vogliamo iniziare con qualcosa di tranquillo, o andare subito ai grandi tuffi nel divertimento?»
Alex emise un forte rutto, facendogli seguire una risata sonora. Poi, con tono deciso, disse:
«A parer mio, direi il tagadà!»
I suoi occhi brillavano di eccitazione mentre diceva quelle parole.
Edward, vicino a lui, annuì in approvazione.
«Bravo Alex, anche io dico tagadà!»

concordò, dandogli uno schiaffo giocoso sulla spalla. Simon sembrò pensarci su per un attimo, poi scrollò le spalle.
«Perché no, mi sembra divertente» ammise alla fine, annuendo.
Samantha si avvicinò e mi sussurrò all'orecchio, osservando i ragazzi che discutevano animatamente sul gioco da scegliere. «Sono così» disse,
«una volta che si cominciano a divertire, è impossibile trattenerli».

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