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Minho amava ballare, era la sua passione più grande.
Aveva un talento fuori dal comune, ma i suoi genitori non potevano permettersi di pagare le spese per mantenerlo in una scuola di ballo, così iniziò da autodidatta.
Non passava giorno che non si allenasse davanti a qualche tutorial.
La mattina andava a scuola, il pomeriggio studiava e la sera si metteva davanti al computer a cercare nuove mosse da riprodurre.
Iniziò così a creare il suo stile personale.
Non appena raggiunse l'età adeguata per lavorare, si mise immediatamente alla ricerca di un impiego che potesse permettergli di entrare in una scuola di ballo.
Per quanto si allenasse, sapeva di aver bisogno di qualcuno che lo spronasse, sapeva di aver bisogno di qualcuno che correggesse i suoi errori e che lo incitasse a migliorare.
Con i risparmi che accumulò nel tempo, non potè certamente scegliere una scuola facoltosa, ma non gli importava, voleva solo realizzare il suo sogno.

Riuscì ad entrare con facilità e sbalordì subito i suoi insegnanti che lo portarono sul palmo della mano per gli anni seguenti.
Purtroppo però la scuola dovette chiudere per mancanza di fondi.
Minho rimase tremendamente affranto dalla notizia.
Si chiuse nella sua stanza e non ballò per giorni.
Aveva perso i suoi amici, i suoi maestri e anche la voglia di danzare.
Poteva sempre ricominciare da un'altra parte, ma sapeva che non sarebbe stata la stessa cosa. Le altre scuole in città costavano tutte il doppio e non poteva permettersi di frequentarne una all'infuori della sua provincia.
Ormai era grande, non sapeva neppure se lo avrebbero preso.
Trascorse le sue giornate stando davanti al computer e fu in qul periodo che Minho scoprì gli Alien.
Per caso gli capitò un video tra i consigliati di Youtube e incuriosito lo guardò rimanendo colpito dalla melodia di quella canzone.
13 era il titolo e la cantava un certo Han Jisung.
Si appassionò immediatamente al genere musicale pop rock della band e pian piano si innamorò di quel cantante dalla voce angelica.
Il fatto di non poter più danzare iniziò a pesare molto meno.
Quando si sentiva triste metteva le cuffie, faceva partire una loro canzone ed iniziava a ballare in camera sua.
Lavorò molto duramente negli anni a seguire; trovò un lavoro che gli permettesse di vivere una situazione abbastanza agiata ed iniziò a risparmiare per poter vedere il suo idolo dal vivo.
La prima volta fu indimenticabile.
Era rimasto incantato dalla bellezza dell'altro, pensò che in foto non rendesse nemmeno un quarto di come in realtà apparisse.
Cantò a squarciagola tutte le canzoni e ballò durante i suoi assoli di chitarra.
Grazie a lui, col passare del tempo aveva trovato un nuovo scopo nella sua vita e con esso anche l'ispirazione per tornare a seguire le sue passioni.

« Lee Minho giusto? »

« Sì »

Annuì il ragazzo nervoso.
La signora di mezza età davanti a sé lo squadrò per qualche secondo prima di rendergli la carta d'identità.

« L'iscrizione è andata a buon fine, devi solo firmare questo foglio »

Minho prese in mano la penna e senza pensarci due volte incise con inchiostro indelebile il suo nome su quel foglio.

« Perfetto, benvenuto nella nostra scuola di ballo »

◃◃ ⅠⅠ ▹▹

« Si va in scena! »

Urlò il manager spaventando l'altro.

Il ragazzo era rimasto assorto davanti allo specchio ad osservare il proprio riflesso. La corona di luci che circondava la specchiera illuminava il suo volto stanco: l'eyeliner intorno ai suoi occhi era leggermente sbafato e le sue guance erano tinte leggermente di rosso.

Hold my Hand ♬ || MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora