Queenie non poté fare a meno di considerare che l’enorme scritta Dea Suprema composta con caratteri d’ottone stonasse parecchio sul frontone di quel meraviglioso tempio greco.
Apparteneva senza dubbio all’ordine corinzio e il suo fregio narrava storie con finemente scolpite, raffigurando degli uomini che uscivano da un enorme libro. Ciascuno di essi si metteva in fila e attendeva alle faccende più disparate, mentre dall’altra parte del libro era inciso nella roccia un corpo nudo senza testa. Sembrava essere stato concepito così dall’artista e non distrutto dal tempo.
Mentre Queenie osservava ammirata, Kalla riuscì ad attivare la fibula. Così, quando Queenie voltò il capo, rimase stupita da un enorme tubo di vetro che da un tombino posizionato a terra sembrava levarsi in cielo, per poi curvare verso l’orizzonte fino a rendersi invisibile.
Il gruppo entrò nel tubo e vi si strinse. Lo spazio era veramente angusto e Queenie si trovò schiacciata tra la parete e il corpo di Werther. Rivolse a quest'ultimo uno sguardo di scuse, ma lui non parve infastidito.
“Non vi preoccupate, signorina. Questo stritolamento durerà poco. Nel frattempo, poiché il vetro della fibula lo permette, potete continuare a guardare i possenti eroi omerici che camminano davanti a noi… visto che mi siete sembrata alquanto ammaliata dalla loro prestanza”.
A Queenie si incastrò la saliva in gola a quel commento, tanto che fu costretta a schiarirsi la voce e a tentare di nascondere il rossore sulle sue guance. Come aveva potuto quel gentiluomo tanto raffinato farle una battuta del genere e prendersi una tale confidenza? Tra l’altro, formulata con un tono di voce tinto da una leggera ma visibile gelosia?
Se la ragazza doveva rimanere fedele al suo personaggio, allora quello era il momento giusto per fare pratica: “Non capisco cosa vuoi dire… non stavo guardando nessun eroe greco”.
Poi ci rifletté per un secondo e decise che non aveva senso mentire. A quale scopo?
“E poi…. se passa un fico davanti a me io lo guardo eccome” decise di aggiungere con supponenza.
Perfetto, quella era una battuta più alla Queenie Holbrook. Kalla sarebbe stata fiera di lei.
Werther rise: “Non scaldatevi, ragazzina”.
Quel ragazzina era stato formulato con una tale intonazione di sfida, con una sensualità tanto penetrante, da far correre tanti piccoli e pungenti brividi lungo la spina dorsale di Queenie. Quella era un’uscita decisamente poco alla Werther e lei avrebbe preteso una spiegazione prima o poi.
Non sapeva più come controbattere e per fortuna Kalla la tolse da quell’impiccio.
“Ok, se siete pronti possiamo partire. Sto per schiacciare il pulsante del Quartiere Settotto”.
Queenie corrugò le sopracciglia.
“Settotto?” domandò.
“Sette-Ottocento” rispose Werther.
Queenie avrebbe voluto chiedere come funzionava la fibula, ma non fece in tempo a fiatare che Kalla decise di mostrarglielo con ben poco preavviso, premendo il pulsante.
Ad un tratto sentì il suo corpo catapultato in aria alla velocità della luce, tanto che guardandosi intorno riusciva a vedere solo colori confusi e roteanti. Il suo stomaco iniziò a minacciare un malore, mentre i suoi sensi cominciavano ad abbandonarla. L’unica cosa che la manteneva ancorata alla realtà era il calore del corpo di Werther ancora stretto al suo, come un pilastro ben saldo in quella strana tempesta di luce.
Una tempesta che durò ben poco, però. Queenie sentì il suo corpo rallentare quando era ancora in cielo, perciò si decise a guardare verso il basso per scorgere decine di casolari affiancati che davano su una strada gremita di puntini grandi e piccoli (probabilmente persone e mezzi di trasporto).
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Fantasyland
FantasiE se tutti i personaggi più famosi dei libri, dei film, dei videogiochi o dei fumetti vivessero insieme in un mondo chiamato Fantasyland? Queenie è la protagonista di un thriller di grande successo, il suo personaggio ha avuto un riscontro tale dal...