Il corpo di Alexius giaceva immobile e straziato, il suo volto sereno nonostante tutto. La battaglia tra le divinità e Insinus continuava a infuriare fuori, ignara del sacrificio appena compiuto. Ma la scintilla divina dentro Alexius, dispersa dalla creazione, attendeva ancora di essere riaccesa. E mentre il mondo sembrava cadere nell'oscurità, la speranza non era ancora del tutto perduta.
Roma è praticamente allagata, le strade trasformate in fiumi tumultuosi, mentre l'acqua rifletteva il cielo plumbeo. La città sembrava martoriata da un bombardamento, edifici crollati e detriti sparsi ovunque. Il Pantheon, un tempo simbolo di grandezza e maestosità, era ora una rovina fumante, la sua cupola disintegrata nell'aria. Le strade erano disseminate di macerie, automobili capovolte e alberi sradicati, mentre un silenzio inquietante avvolgeva la città.
Giovanni, un agente della polizia, si trovava fuori dall'ospedale, disperato per la perdita dell'amico Alexius. Sentiva grida ovunque, persone che correvano nell'oscurità più profonda, cercando rifugio dalla devastazione che imperversava. Le sirene delle ambulanze e dei mezzi di soccorso riempivano l'aria, mescolandosi alle urla di dolore e paura.
All'interno dell'ospedale, Alexius giaceva su un lettino, il suo corpo bellissimo coperto da un lenzuolo bianco. Anche in morte, il suo volto manteneva un'espressione serena e sorridente, come se stesse sognando. I suoi capelli biondi erano sparsi sul cuscino, incorniciando il viso perfetto. La sua pelle era liscia e luminosa, quasi eterea, e il suo corpo atletico sembrava scolpito da Michelangelo.
Improvvisamente, un'ombra si avvicinò al corpo di Alexius. Con la forza di un vento impetuoso, l'ombra lo sollevò dal lettino e lo portò via, sparendo attraverso la finestra aperta dell'ospedale.
Il corpo di Alexius venne trasportato dall'ombra fino al Gianicolo, una delle colline più alte di Roma, che troneggia sulla capitale. Da lì, l'ombra osservava la città devastata, tenendo Alexius tra le sue braccia. Alexius era sempre bellissimo, il suo viso sorridente nonostante tutto.
L'ombra, che ora si rivelava come Luxor, il Guardiano dell'Equilibrio, lo accarezzò delicatamente e, con una voce sussurrante, disse in latino: "Donec te iterum in vitam restituent, scintillam divinam custodire debeo corpus tuum mortale aliter dispergeris in aeternum."
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TEMPESTUS MAXIMUS - IL FIGLIO DI GIOVE -
FanficNella città eterna di Roma, dove storia e modernità si intrecciano in un equilibrio fragile, vive un giovane di nome Alessio Tempesta. Ha 23 anni, è straordinariamente bello ma timido, e conduce una vita apparentemente normale come agente di polizia...