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<<Eccomi… sto arrivando!>>, gesticolai trafelata correndo verso Daniele mentre trascinavo il mio trolley.
L’uomo mi stava aspettando da più di un’ora nel parcheggio del hotel in cui, noi e tutto il cast, stavamo alloggiando per le riprese.
Quel giorno, come negli ultimi quattro, ero stata trattenuta dal regista per essere rimproverata sugli scarsi progressi di Lorenzo pur non avendone colpa visto che quest’ultimo, nonostante la mia insistenza, continuava a rifiutare il mio aiuto, ma al regista non interessava. Mi aveva dato un compito ed era mio dovere portarlo a compimento.
Per fortuna per i prossimi tre giorni sarei stata ben lontana da entrambi.
<<Super-diva. Finalmente>>, commentò sarcastica una voce fin troppo familiare. Mi bloccai all’istante, mentre tutte le gioie che avevo riposto in quella mini vacanza svanirono. Mi voltai irritata verso Daniele. <<Che ci fa lui qui?!>>. Quest’ultimo sollevò le spalle. <<Mi sono dimenticato di avvisarti che verrà con noi>>
<<Dimenticato? Me l’hai omesso!>>
<<Quante storie inutili>>, si intromise nuovamente Lorenzo
<<Non ti basta rendermi la vita impossibile sul set ora devi seguirmi anche fuori?>>
<<Non ti vantare, fosse per me avrei seguito qualcun’altra>>
<<Allora fallo! Vattene e lasciami in pace!>>
<<Non posso, da sola non vali nulla>>
Ringhiai avvilita raggiungendo a passo pesante il cofano. Lo aprii e vi buttai dentro la mia valigia. Daniele mi affiancò per aiutarmi ma lo scacciai.
<<Non ho potuto evitarlo. Hanno richiesto anche la sua presenza.>>
<<Avresti dovuto dirmelo>>
<<Ti saresti arrabbiata inutilmente>>
<<Infatti ora sono calmissima>>, replicai sbattendo l’anta.
<<Sarai così impegnata da non accorgerti minimamente della sua presenza.>>
<<Non può venirci con Sam?>>
<<Sam è impegnato con il tuo adorato Federico >>, rispose la voce di Lorenzo dall’abitacolo. Mi affacciai dal finestrino. Lui, con le mani appoggiate sotto le testa e i piedi sul cruscotto, finse indifferenza. <<Questa è una conversazione privata>>, dissi.
<<Su di me>>
<<Non sei gradito>>
Sciolse le mani, abbassò i piedi e mi guardò dritto negli occhi. <<Il modo in cui ti arrabbi soprattutto ora che oltre al benestare del regesta hai perso anche quello del tuo manager ha un non so che di spassoso>>
<<Il regista mi accusa del tuo far schifo non del mio quindi fossi in te non ne sarei così entusiasta>>
<<Mah, non saprei… Non sei bastata nemmeno per una semplice intervista sul film>>
<<Ti odio dal profondo del mio cuore>>
Sorrise compiaciuto. <<Ne sono immensamente felice>>
Gli diedi le spalle e salii in auto. Per tutto il tragitto non dissi una parola al contrario dei miei due accompagnatori che non la smisero un solo secondo. In altre circostanze mi sarei estraniata indossando le mie adorate cuffie ma, ora come ora, anche loro tifavano per il nemico. Sospirai avvilita. Che fossi io il problema?
Il moro, dopo la sua prima pessima impressione, era riuscito a diventare amico di tutti. Tutti tranne me. La rabbia che aveva provato quel primo giorno sembrava essersi riversata unicamente su di me ed io non riuscivo a capirne il motivo. Eppure mi sarebbe bastato un saluto da scambiarci ogni tanto e vivere le riprese in modo sereno. E’ vero, lui riusciva a tirare fuori il peggio di me ma dovevo pur difendermi, no?
Appoggiai la testa al finestrino guardando il paesaggio scorrere veloce. Dovevo solo aspettare. Aspettare che la sua vita tornasse ad ignorare la mia.
Arrivati in aeroporto fui la prima a scendere dall’auto. Aprii il bagagliaio e tentai di recuperare il mio trolley che nel frattempo, per alleggerirmi la giornata, si era impigliato con il borsone di Lorenzo.
<<Dannazione proprio con il suo…>>
<<Lascia fare a me>>, propose il moro raggiungendomi.
<<Non mi serve il tuo aiuto. E il tuo borsone è odioso tanto quanto te>>
Sorrise ignorando completamente il mio rifiuto. Infastidita da questo suo atteggiamento, ma soprattutto decisa a farcela da sola, diedi un ultimo poderoso strattone. Il trolley scivolò via ma la spinta fu così forte che ricaddi all’indietro. Fortunatamente il musicista ci afferrò entrambi impedendomi di farmi del male.
<<Ma sei scema?! Non hai visto che l’avevo liberato?>>
<<Lasciami!!>>, sbottai con il cuore a mille <<Ce l’avrei fatta benissimo da sola>>
<<Grazie?>>
<<Non ti devo un bel niente>>, lo scimmiottai per poi avviarmi alle porte scorrevoli.
Quando fummo a bordo mi ritrovai seduta al suo fianco mentre Daniele si sistemò dall’altro lato qualche fila più in basso. Lo raggiunsi inchiodandomi a terra con le mani sui fianchi.
<<Lo stai facendo di proposito. Vuoi farmi impazzire così ti troverai un’altra attrice da seguire>>
Sorrise continuando a sistemare i documenti che aveva tra le mani.
<<Perché non mi hai lasciato questo posto?>>
<<Avete bisogno di conoscervi meglio e quale occasione migliore di un volo>>
<<Forse non ti è chiaro: lui mi odia!>>
<<Prima smetterete di litigare meglio sarà per tutti>>
Un hostess si avvicinò <<Signorina stiamo per decollare, potrebbe gentilmente accomodarsi al suo posto>>
<<Ci dia solo un minuto. Vorremmo scambiarci di posto>>
Daniele le allungo uno dei suoi sorrisi migliori. Lo stesso che, nonostante i suoi quarantotto anni, era ancora capace di far innamorare la più arcigna delle donne. <<In realtà la signorina è un po’ agitata per il volo. La potrebbe gentilmente rassicurare?>>
La giovane donna incantata non se lo fece ripetere due volte.
<<Non puoi farmi questo>>, gli mormorai.
<<Dopo mi ringrazierai>>
L’hostess terminato il suo monologo mi fece segno di andare e io le ubbidii imbronciata. Quando fui al mio posto Lorenzo mi impedì di sedermi: <<No, ferma!! Ferma!>>
Mi bloccai all’istante. <<Avvisa prima il comandante>>
<<Il comandante? Di cosa?>>
<<Che sei finalmente pronta per partire. Non farlo scomodare…>>, sghignazzò.
Lo ignorai e mi sedetti allacciando le cinture di sicurezza. Pochi istanti dopo quando l’aereo iniziò a correre sulla pista la sua mano strinse inaspettatamente la mia. Un brivido mi percorse la schiena. Lo guardai sorpresa. Aveva gli occhi chiusi e la testa schiacciata al sedile. Il suo colorito verdastro non prometteva nulla di buono.
<<Stai bene?>>, gli chiesi sinceramente preoccupata. Non rispose ma strinse più forte la mia mano. Per quanto fosse insopportabilmente arrogante e mi rendesse la vita impossibile non riuscii ad ignorarlo. <<Inspira lentamente ed espira. Tra poco l’aereo si stabilizzerà e ti sentirai meglio.>>
<<Lo so..>>
<<Bravo continua a respirare. E se riesci cerca di aprire gli occhi, ma non guardare fuori dal finestrino. L’immaginazione può fare più paura della realtà>>
<<Non ci riesco…>>
<<Okay, allora pensiamo ad altro…>> Feci una breve pausa <<Dopo la nostra apparizione in tv avrai altri impegni?>>
Scosse il capo.
<<Io invece ho uno shooting fotografico, un’intervista per un giornale e un evento benefico. Verrai con noi?>>
<<Purtroppo sì…e comunque non c’è bisogno che ti vanti tanto>>
L’aereo smise di vibrare e poco alla volta il suo bel viso ritrovò il colorito dorato. <<Povero Daniele. Mi fa veramente pena. Dev’essere veramente dura sopportarti. Dev’essere per questo che ha scelto un posto così lontano da te.>>
Lasciai la sua mano di colpo. Tutta la premura che avevo avuto non era valsa a nulla. <<Sei sempre il solito>>
<<Nessuno ti ha chiesto niente>>
<<Hai stretto la mia mano>>
<<Solo perché era sul mio bracciolo. Nel mio spazio>>
<<Oltre che presuntuoso sei anche bugiardo>>
<<Ti eri illusa? Non mi lascerò mai abbindolare da una come te. Nemmeno se fingi di essere una santarellina>>
<<Ti stavo semplicemente aiutando>>
<<E pensare che quello scemo di Federico ci è cascato…>>
<<Cosa c’entra ora Federico? Lui a differenza di te ha saputo apprezzarmi!>>
<<Certo, ma bisogna vedere quale parte di te ha apprezzato di più>>
Serrai i pugni. <<Ma ti ascolti quando parli? Come puoi definirmi una poco di buono con così tanta leggerezza>>
<<Non è forse la verità? Quelle come te le conosco bene. Siete pronte a tutto pur di avere un briciolo di successo. Inoltre il tuo unico talento è mentire>>
<<Essere un’attrice non vuol dire saper mentire ma saper comunicare alla gente emozioni vere in storie in cui possono riconoscersi e da cui possono trarre insegnamenti, conforto, speranza…>>
Storse le labbra. <<Tu sai solo mentire e per quel che mi riguarda anche male>>
<<Io non banalizzo la tua musica né la disprezzo>>
<<Non osare farlo>>, replicò su tutte le furie
<<Allora tu non farlo con me e il mio lavoro>>
Ci voltammo ognuno dalla sua parte e per il resto del volo non ci rivolgemmo più parola.
Ormai ero chiaro: per lui ero e sarei sempre stata una poco di buono. Lui non sarebbe cambiato e io mi sarei fatta solo il sangue più amaro di quanto non lo avessi già. Non avevo bisogno del suo parere, tanto meno di lui o delle sue offese gratuite. 
Quando l’aereo atterrò e la sua faccia impallidì di nuovo stetti ben attenta a “non lasciare la mia mano in giro” o a lasciarmi di nuovo intenerire. Se la sarebbe cavata alla grande, gli bastava usare un decimo del rancore che nutriva nei miei confronti.
Mantenni le stesse distanze fino a pochi istanti prima della messa in onda. Lì purtroppo non avevo altra scelta che fingere alla grande, come, del resto, si era raccomandato Daniele.
<<Dovete pensare al film quindi, mi raccomando, niente litigi in diretta, solo bei sorrisi e frasi gentili. Siete ottimi colleghi e grandi amici. La gente vuole credere nella trama, ma soprattutto sognare che fra voi ci possa essere realmente qualcosa>>
<<Smettila ti prego…>>, mormorò Lorenzo tenendosi lo stomaco e imitando un conato. Alzai gli occhi al cielo stufa, ma mi astenni dal commentare. Daniele lo rimproverò, ma il musicista lo bloccò subito.
<<Lo so. Lo so.>> disse <<Non c’è bisogno che tu me lo ripeta ancora>> Gli diede una pacca sulla spalla e si sistemò giacca e capelli. L’istante dopo eravamo in centro studio.
<<Benvenuti ragazzi. Come state?>>
<<Potrebbe andare meglio…>>
<<Lorenzo c’è qualcosa che non va?>>
<<Sai a volte le compagnie…>>, rispose vago indicandomi con un leggero cenno della testa.
Ecco lo sapevo. Era più forte di lui. Doveva necessariamente screditarmi, ma questa volta non glielo avrei permesso. Gli diedi un leggere colpo sul ginocchio. <<Smettila scherzare>>, dissi sfoggiando il più luminoso dei sorrisi. <<Sei un burlone>>
La conduttrice mi ignorò del tutto. <<Tra voi non scorre buon sangue?>>
<<A lavate>>, rispose lui sarcastico e io scoppiai a ridere. <<Che burlone che sei>>, dissi trascinandomi dietro il pubblico.
La donna ci studiò a fondo sbattendo le lunghe ciglia da me a lui e viceversa. Temetti il peggio ma quando anche questa scoppiò a ridere mi rilassai.
Intavolò varie domande nelle quali io finii ripetutamente per scomparire. I suoi occhi erano tutti per Lorenzo. Certo, era meglio che essere umiliata in diretta nazionale, ma dovevo ammettere che vedere lei provarci spudoratamente e soprattutto vedere lui ricambiarla compiaciuto mi fece venire la nausea, e questa volta non era affatto per finta
“Le conosco quelle come te. Siete tutte uguali. Con me non funziona…” Certo, come no! Valeva solo per me...
<<E come attore?>> La donna mi guardò e io per poco non rimasi lì immobile a fissarla. Allora non ero invisibile.
<<Per essere alle prime armi>>, cominciai <<Non se la cava male. Certo, ha ancora molto da imparare ma ha talento>>
<<Quindi ci sorprenderai?>>
Lorenzo sollevò le spalle tronfio. <<Dovrai scoprirlo venendo al cinema>>
<<Non mi perderei il tuo debutto per nulla al mondo>>
Bleah…ben ritornata nausea. Il tuo posto ancora lì, bello caldo.
<<Ma parliamo un po’ di te>> Come se non avessero fatto altro. <<Da musicista hai fatto breccia nel cuore di innumerevoli ragazze e immagino che da attore raggiungerai un pubblico ancora più vasto. Come ti senti ad avere tutte queste donne che ti ronzano intorno>>
<<A chi non farebbe piacere, ma posso anche dirti che quando mi innamoro lo faccio sul serio>>
<<Al momento sei innamorato?>>
Esitò lanciandomi un occhiata veloce. Se sperava di vedere la stessa trepidazione della conduttrice si sbagliava di grosso. Non mi importava né di lui né di una sua possibile ragazza.
<<Della musica>>
<<E’ un modo celato per dire di sì?>>
<<E’ un modo per dire che amo la musica>>
<<Quindi nemmeno tra di voi ci potrà mai essere nulla?>>
Lorenzo si voltò a guardarmi, questa volta perdendo qualche secondo e io mi sentii stranamente a disagio. Poi contrasse il viso in una smorfia. <<Con lei?!>>, chiese disgustato <<Non ci penso nemmeno>>
La conduttrice scoppiò a ridere divertita. <<Non è tra i tuoi ideali di ragazza?>>
<<Per niente. Mi ha schiaffeggiato il primo giorno che ci siamo incontrati>>
Passai velocemente dal sentirmi offesa allo sgomento. Perché l’aveva detto?
<<Calma, calma.>>, continuò la donna tra il clamore del pubblico. Le sue fans erano tutte inviperite. <<Cerchiamo di capire cos’è successo. Victoria, è vero?>>
Ero nel pallone. E ora?
Mi morsi nervosamente il labbro inferiore in cerca di una risposta. Di certo non potevo raccontare la verità.
<<Era nel copione!>>, proruppi facendo fede all’unica bugia che mi venne in mente. La conduttrice corrugò la fronte sbattendo le lunghe cigli più volte. Tentai di argomentare l’accaduto. <<Prima delle riprese non ci eravamo mai incontrati e, siccome quel giorno ero in ritardo, ci siamo visti per la prima volta in scena sul set>>
<<Quindi fatemi capire come prima scena vi hanno fatto girare uno schiaffo?>>
<<Sì, era nel dialogo>>
Non mi sembrò convinta infatti lo chiese anche a lui. <<Sul serio?>>
Lorenzo non rispose e la mia rabbia montò alle stelle.
Sì! Cosa ti costa dirlo. Ci ho appena salvati entrambi!!
<<Lei è così in gamba che io mi diverto a darle il tormento>> Mi cinse le spalle e mi attirò a sé. <<Tra noi è nata una bellissima amicizia>>
La conduttrice scocciata da questo suo gesto cambiò velocemente discorso. <<Tuo fratello invece come si sente nel ruolo di attore?>>
I due continuarono a chiacchierare mentre io mi limitai a elargire dei finti sorrisi a destra e a manca. Nella testa avevo un unico pensiero a cui diedi corpo non appena fummo lontani da occhi e orecchie indiscreti.
<<Tu vuoi rovinarmi!!>>
<<Ho detto solo la verità>>
<<Tu hai una visione contorta della verità>>
<<Perché vuoi forse negare di avermi schiaffeggiato?>>
<<No, non lo nego>>
<<E allora?>>
<<Mi hai esasperata>>
<<Ma perché ti scaldi tanto. Hai mentito alla grande e come al solito ti sei salvata la faccia>>
<<Ma cosa credi che io sappia solo mentire ed essere una poco di buono?>>
<<A mentire menti quindi…>>
<<Basta, questo è troppo!>>
Gli diedi le spalle e me ne andai sbattendo la porta. Non mi cambiai nemmeno, volevo solo stargli il più lontano possibile.

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