Doragnum

41 4 5
                                    

Non era inusuale che Zora quella mattina, il giorno del suo ottantacinquesimo gancio, fosse al fiume Nuragan per completare la sfida del pesce dorato.
I suoi coetanei glə avevano proposto; come da rituale che si voglia rispettare compiuti gli ottantacinque ganci (che più comunemente non sono altro che gli 'anni' del mondo umano, diciotto per l'esattezza, ad ogni anno umano se ne sommano sessantasette 'Ventris' passati dalle creature accoppiate con loro che portano tale nome) di trovare la creatura d'oro, anche chiamata:"Doragnum".
Il Doragnum solitamente si trovava nei fiumi di acqua gialla (per via di una strana mantide squamosa dal nome non troppo amichevole; Odiulusa, che riproducendosi espelleva un liquido talmente denso da colorare ogni tipo di superficie) ma era estremamente raro anche solo vederne uno che nella storia della generazione degli Hellavian, solo tre persone erano riuscite a catturarlo.

Tra i ragazzi, questo rituale aveva un significato molto profondo; trovare la creatura voleva dire esser stati benedetti dalla Fortuna nella sua forma più potente, era puro orgoglio. Pertanto chi decideva di non parteciparvi veniva automaticamente scartato in ambito sociale e platonico dalla comunità, ma era altrettanto stressante a livello fisico poichè la caccia poteva richiedere anche intere giornate. Tutti quelli che decidevano di mettersi alla prova sapevano di essere sottoposti a diverse fatiche; ad esempio la più importante era quella di non tornare a casa fino a quando si decideva di rimanere al fiume con tanto di voto di silenzio e privazione di cibo solido.
Era proibito parlare ad alta voce in presenza del luogo del Doragnum perché si pensava potesse disturbarne la sua quiete emotiva.

Il tempo continuava a scorrere e la frustrazione si stava facendo già sentire nonostante la prova fosse iniziata da a malapena tre ore.
Dovessi trovare questo stramaledetto pesce me lo metterei come trofeo in casa giuro su Grawn - pensò Zora mentre aspettava sedutə sulla riva tenendo le braccia intorno alle ginocchia.

Per i giovani di Alpha 24 il Grawn era paragonato a un sacro protettore di ogni cosa terrena e ultraterrena, quando sorgeva una disperazione di qualsivoglia tipo, si pensava che questo 'uomo che abita i pensieri' potesse in qualche modo ascoltare e trovare un rimedio anche ai mali e dolori che venivano definiti 'incurabili'. Ma non era questa la sua unica utilità, a volte ci si poteva anche solo confidare per le minime esigenze, per un pensiero o un desiderio che si bramava con tutto il cuore, il Grawn infatti era l'Ascoltatore di ogni creatura, che risiedeva nella mente e nell'animo solamente di coloro che veramente credevano nella sua presenza.

I minuti continuavano a scorrere lenti nella Radura di Gukha (che tra le altre cose era il posto preferito di Zora) definita dagli antichi come il luogo più sacro in cui un Hellavian potesse mettere piede, ed era proprio così.
Gukha era una distesa di prato azzurro cristallo esattamente nel centro di Alpha 24, aveva alberi somiglianti a dei baobab, talmente imponenti da sentirne persino il rumore della loro corteccia spessa come sassi.
I petali dei fiori a contatto con il vento emettevano una melodia tale da somigliare ad un'arpa e vi erano (se si aveva la fortuna di incontrarle) delle meduse volanti chiamate 'Tutaris'. La radura era poi contorniata da una catena di montagne che viste dall'alto formavano un vero e proprio cerchio che la proteggeva, tutto lì non era mai stato creato per caso ma aveva uno scopo ben preciso e ogni particella nel suo piccolo rendeva Gukha 'Il Tempio di Alpha 24'.

Quando era nervosə, Zora immaginava che nella sua testa ci fosse un pascolo enorme di pecore e doveva contarle tutte per poi andarlo a riferire al pastore che le teneva d'occhio, era un metodo che gli avevano insegnato gli umani, diceva ləi.
Essendo un Hellavian, i suoi genitori erano (almeno dalla parte del padre) Ventris. Per fare chiarezza i Ventris sono una generazione di Mezzumani nati con alcune conformazioni corporee dovute ad una mutazione anomala del DNA. La loro principale caratteristica è lo spazio tra un occhio e un altro, se doveste vederli frontalmente noterete che sono quasi posizionati ai lati del viso. Ma questo di certo non li rendeva dei mostri, anzi, erano riconosciuti per la loro innata bellezza e questa particolarità faceva da colonna portante.
Un'altra cosa che saltava subito all'attenzione erano le gambe, in quanto non solo erano più lunghe della norma ma sembravano vagamente quelle di un Fauno solo senza peluria né zoccoli mentre i piedi erano palmati come le zampe di un'oca o di una rana. Anche le orecchie avevano la particolarità di essere molto lunghe e appuntite tanto da somigliare (nella loro ultima estremità) a dei chiodini.

ALPHA 24Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora