Capitolo 3

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"Piacere Sara." La ragazza di fronte a me mi porge la mano.

"Piacere Thomas." Le ricambio il saluto. "Devi essere la figlia di Albi. Ho letto ciò che ti è accaduto e mi dispiace moltissimo. Ti ammiro molto per la forza che stai dimostrando nel venire con noi a Tokyo." Anche se in questo momento non sono molto felice di avermela trovata appresso, non posso negare il fatto che abbia un'enorme forza di volontà. Al posto suo non credo che avrei retto.

"Grazie, suppongo. Dato che ormai siamo qui, mi toglieresti una curiosità? Prima di oggi mi avevi mai vista in piscina?" Mi chiede lei di getto senza nemmeno darmi il tempo di rispondere alla prima domanda. 

"Ehm, mi cogli un attimo alla sprovvista." Non riesco davvero a capire il senso dietro quest'ultima. "Mi alleno con tuo padre da molto tempo, effettivamente se ci penso sono più di dieci anni, ma no, non credo di averti mai vista. Come mai me lo chiedi?" Voglio proprio sapere dove vuole arrivare.

"Così, per sapere. Sai com'è, è anche plausibile; mica ci siamo allenati nella stessa piscina, nei stessi giorni e negli stessi orari per almeno otto anni." Risponde guardandomi dritto negli occhi. Odio sentirmi addosso il giudizio degli altri in questo modo, soprattutto quando nemmeno mi si conosce per niente. Vorrei risponderli a tono, ma se ne va prima che potessi aggiungere anche solo una parola, dandomi persino una specie di spallata. Anche se ho già i nervi a fior di pelle, devo cercare di mantenere la calma, un respiro dopo l'altro. Per Alberto.

"Scusami. "Quando nuoto sono concentrato solo sui miei obiettivi e mi guardo poco intorno. Dovresti capirmi."

"Si certo, hai ragione. Scusami tu." Questa suo modo di fare non molto ironico mi sta facendo impazzire. Ci conosciamo da appena cinque minuti, come può pensare di trattarmi in questo modo quando dovrebbe solo ringraziarmi se ora si trova in questo aeroporto. Posso dire di non sopportarla già più?

"Prego? Noto del sarcasmo in queste parole. Cosa ho detto che non va?" Sono stato fin troppo gentile con lei, quale è il suo problema?!

"Thomas, sarai anche il fiore all'occhiello di mio padre, ma non per questo ti adulerò come fa lui. Sono otto anni che frequentiamo gli stessi spazi e gli stessi ambienti. Otto anni, non ore, giorni o settimane. Anni. Per di più in tutto questo tempo mi sono anche allenata nel tuo stesso stile. Ci sta essere concentrato sulle proprie passioni o ambizioni, ma qui vedo solo un ammasso gigante di muscoli e, ed egocentrismo." Non so se sono più sorpreso o più arrabbiato da queste sue parole. Ha un modo di fare così scortese, che dire irritante è riduttivo. Come può Albi, la persona migliore che conosco, aver dato vita ad un essere così antipatico. Capisco tutta la brutta situazione che ha alle spalle, ma dal primo momento io sono sempre stato gentile con lei. Bhe, primo momento inteso come oggi...

"Eccovi! Per fortuna vi ho trovati. Seguiamo il resto della squadra e avviamoci verso l'aereo. Non vedo l'ora di passare dodici ore insieme ai miei ragazzi." Mi interrompe Albi prima che potessi dire qualcosa di cui mi sarei potuto pentire presto. Non so davvero come potrò affrontare tutte quelle ore accanto ad una persona così detestabile; questo il viaggio non avrebbe potuto iniziare in modo peggiore! Spero solo che questa grande occasione non mi venga rovinata da niente, anzi, da nessuno.

Sotto un nuovo punto di vista || vol.2  || Thomas CecconDove le storie prendono vita. Scoprilo ora