Settembre 1939, la Germania invade la Polonia

62 9 13
                                    

Mentre Mussolini tendeva a "prussianizzare" l'Italia, e la legislazione razziale gli serviva allo scopo, l'Europa era sull'orlo della guerra. L'Inghilterra non sosteneva la Francia che, in forza di un trattato d'alleanza con la Cecoslovacchia, avrebbe dovuto impedire l'occupazione nazista dei Sudeti. Ciò facilitava i piani espansionistici del Terzo Reich, tanto più che non si muoveva nemmeno l'Unione Sovietica in aiuto dei cechi.
Il 15 marzo 1939, le truppe tedesche erano entrate in Praga, il 7 aprile dello stesso anno, l'Italia aveva risposto con l'occupazione dell'Albania.
Ora, drammaticamente, si temeva una nuova mossa della Germania.
L'obiettivo era la Polonia.
Il re Vittorio Emanuele, in base a sue dirette informazioni, diceva che l'esercito italiano era in condizioni "pietose". Aveva compiuto numerose ispezioni alla frontiera, constatando di persona l'impreparazione degli ufficiali e la vetustà dei mezzi meccanici. Eppure si faceva sempre più concreto il pericolo di una guerra europea, sotto la minaccia tedesca di aggredire la Polonia. Il sovrano sosteneva con fermezza che in tale evenienza l'Italia dovesse dichiararsi neutrale.
Era possibile prevedere che al momento dell'aggressione tedesca alla Polonia, le grandi potenze democratiche occidentali avrebbero risposto con una guerra di proporzioni colossali.

Ma come si sarebbe comportata l'opinione pubblica italiana?

Si sarebbe o no schierata con la Germania? Forse no, se lo stesso Starace consigliava di vigilare per impedire che in caso di guerra esplodessero pubbliche manifestazioni antitedesche.

Il Duce era sempre altalenante. Scrisse al Führer per comunicargli che l'Italia non era pronta a imbracciare le armi, ma che avrebbe potuto farlo se la Germania le avesse fornito il materiale bellico che le mancava. Hitler ne fu sorpreso e irritato, ma riuscì a mantenersi calmo. Chiese a Mussolini un elenco delle esigenze italiane, e qualche giorno dopo si vide rovesciare sul suo tavolo un volume di molte pagine con una lunga fila di richieste. Proprio come diceva Vittorio Emanuele, lo stato di preparazione bellica dell'Italia era "pietoso", al punto che i richiamati venivano rispediti a casa essendo i depositi sfornati di uniformi.

Alle ore 5,25 del mattino del 1° settembre 1939, l'esercito hitleriano penetrava in Polonia. Chamberlain, ancora incerto, tardava due giorni prima di dichiarare guerra alla Germania, e lo fece soltanto sotto la minaccia di un voto di sfiducia della Camera dei comuni. La Francia si accodò. L'aggressione alla Polonia doveva segnare l'inizio effettivo del secondo conflitto mondiale, mentre l'occupazione di Praga dell'anno precedente ne era stato un prologo carico di neri presagi.

Mussolini diede agli italiani l'annuncio della neutralità attraverso un comunicato del Consiglio dei ministri che si riunì nel pomeriggio di quel 1° settembre. Si presentò alla seduta consiliare in un abito bianco attillato, pallido in volto.
Mussolini, depresso, si sentiva costretto alla neutralità dal desiderio di pace che si levava nel paese oltre che dalla impreparazione delle forze armate.
La Polonia era già stata liquidata e smembrata: un pezzo a Hitler, un pezzo a Stalin che l'aveva a sua volta invasa. Mussolini mordeva il freno, dovendo starsene fermo "in un momento tempestoso" in cui si rimetteva in gioco la carta dell'Europa, e forse "anche quella dei continenti". 

Non perdeva però la speranza di potere a sua volta annunciare decisioni – "dico decisioni" – di portata storica.

Hitler avrebbe giurato sulla rapidità della guerra e sulla sua vittoria. Intanto chiedeva che l'Italia gli fornisse alcuni sottomarini che avrebbe affiancato ai suoi mezzi navali e ai suoi aerei per attaccare la Gran Bretagna senza tregua, giorno e notte. Poi faceva sapere al duce di non essere ostile all'idea di un blocco di paesi neutri, compresa la Spagna, raggruppati dall'Italia.
Mussolini non nutriva la stessa certezza del capo tedesco in una rapida vittoria ritenendo che gli inglesi, se non anche i francesi, sarebbero stati un osso duro da scorticare. Confermava perciò, sebbene controvoglia, la sua non belligeranza.

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
LA MATRIARCA Sul Filo di LanaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora