8 Raya

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Appoggio il telefono sul bancone di marmo della cucina e mi guardo intorno in preda al panico.

Ho appena invitato Thomas a casa mia, ma sono un disastro totale. Solitamente mi vesto comoda con una maglietta di mio padre e dei calzini su cui sono disegnati degli animali.

Ammetto che non sono perfetta nel tenere la casa in ordine. Non che non ci sia un ordine, ma è uno che solo io posso capire.
Ad esempio, mi chiedo sempre che senso abbia lavare le pentole usate per cucinare e poi rimetterle nel mobile. Preferisco lavarle e lasciarle sul tavolo per risparmiare tempo quando dovrò cucinare di nuovo.

Tra l'accademia di danza, gli allenamenti in palestra e le uscite con gli amici, sono sempre super impegnata.

Anche se vorrei essere più ordinata in casa, mi rendo conto che non ci riuscirei mai. Non sono una persona che lascia la casa sporca, perché la pulisco ogni sabato pomeriggio, ma c'è disordine ovunque.
In sala ci sono scarpe da ballo, tutù e vestiti sparsi ovunque, senza contare il resto della casa.

«Ok, calma Raya, adesso ti metti a sistemare il più possibile questo casino.»

Mi ripeto queste parole come se fossero un mantra, ma invece di rassicurarmi non fanno che peggiorare la situazione.

Riesco a sistemare solo metà della cucina, il bagno e giusto qualcosa in sala, prima che qualcuno bussi alla mia porta.

«Arrivo, dammi un attimo.» Urlo in direzione della porta dietro cui si trova Thomas.

«Sai che il tuo portiere è super protettivo nei tuoi confronti?»

«Non voleva farmi salire, deve averti davvero a cuore. Non sai quanto ci ho messo a convincerlo.»

Non mi sorprende che Tommy non lo volesse far salire, solo guardando Thomas per un secondo si può intuire che è uno di quei ragazzi che creano un mucchio di problemi.

«Ho detto che arrivo.»

Apro la porta e sono sicura di sembrare stravolta, perché appena mi vede la sua espressione giocosa diventa seria. I suoi occhi passano in rassegna ogni centimetro del mio corpo e quel che vede non sembra dispiacergli.

Adesso che ci penso, non ho avuto tempo per cambiarmi, quindi indosso ancora la maglietta di mio padre e gli stupidi calzini con la faccia di un orsetto.

La maglietta non è molto più coprente di quella che indossavo questa mattina a casa sua, ma in qualche modo mi sento ancora più nuda ai suoi occhi.

«Accogli così tutti i tuoi ospiti o sono io quello fortunato?»

Chiede lui con un sorriso malizioso mentre entra in casa. È maledettamente perfetto. Indossa uno maglione bianco e de jeans, non lo avevo mai visto vestito come un comune mortale, con dei vestiti che non siano camice o completi formati da giacca e cravatta.

Mi sento un brivido di imbarazzo, ma la sua reazione mi fa sorridere.

«Sì, no, no. Per rispondere a tutte le tue domande.»

Cerco di nascondere il mio imbarazzo.

Come sempre in sua presenza divento la ragazza impacciata e sarcastica. In qualche modo la sua presenza fa risvegliare la vecchia me.
La Raya spensierata, ingenua e piena di sogni. E questa cosa mi infastidisce tanto da volergli tirare uno schiaffo.

«Sembri infastidita.»

Osserva lui accigliandosi.

«Tu mi infastidisci, entra dai. Non ho tutta la notte.»

Replico scherzosamente.

«A perché cosa devi fare, andare dal tuo fidanzatino?»

Avevo intuito che non gli piacesse Marcus, ma adesso sembra quasi geloso.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 04 ⏰

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