3 Raya

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Il suono stridulo della sveglia mi fa sobbalzare nel letto.

Sono le sei del mattino, l'ora in cui solitamente faccio la mia corsa mattutina.

Mi alzo dal letto ancora assonnata.
Ieri dopo essere uscita dall'accademia e aver letto la lettera lasciata da Thomas, ero motivata a incontrarlo per risolvere finalmente la questione.

Tuttavia, una volta arrivata a casa, quella stessa motivazione si è dissolta nell'aria a causa della paura che incontrarlo dopo tanto tempo, possa risvegliare in me sensazioni indesiderate.

Il sole comincia a filtrare attraverso le tende di camera mia, tingendo di luce dorata ogni angolo della stanza.

Mi cambio rapidamente, indossando un paio di leggings neri e una maglietta comoda con una scritta bizzarra stampata sul retro.

Mi lego i capelli in una coda alta e infilo le cuffie nelle orecchie, pronta per cominciare la mia giornata.

Esco di casa e mi immergo nell'atmosfera frenetica di New York.

Le strade sono già piene di persone che si affrettano per arrivare in orario a lavoro, i taxi sfrecciano tra le corsie e i venditori ambulanti iniziano ad allestire i loro banchi.

La città è un caos ordinato, un intruglio di colori, suoni e odori che mi rapiscono ogni volta.

Amo New York per il suo trambusto, che, allo stesso tempo, ha un ordine tutto suo. Ogni cosa ha il suo posto, ogni persona la completa senza nemmeno saperlo.

Questa città è come un grande puzzle in cui ognuno di noi è un pezzo fondamentale, contribuendo a creare un quadro unico e straordinario.

Ogni volta che guardo i grattacieli che si stagliano contro il cielo, sento un brivido di emozione che mi pervade l'anima.

Immersa in questo caos ordinato, mi sento viva, piena di energia e di emozioni. New York è casa mia, il luogo in cui tutto è possibile. In ogni angolo di questa città, trovo un pezzetto di me stessa che si completa, rendendo ogni istante un'esperienza indimenticabile, come i momenti passati con mio padre.

Corro lungo il marciapiede, il ritmo regolare dei miei passi si fonde con la musica nelle mie orecchie che riproduce "Red Desert".

Mi sento libera, leggera, come se potessi volare via da ogni pensiero che mi affligge.
La corsa è il mio momento di riflessione.

Ogni mattina mi sveglio con lo stesso pensiero: chi ha ucciso mio padre? Hanno detto che è stato un suicidio?

In realtà, ho paura della risposta perché temo gia di saperla, ma non voglio credere che sia stato proprio lui.

Mentre continuo la mia corsa lascio che i miei pensieri si perdano nell'aria fresca della mattina.

La domanda che mi tormenta da ormai un anno continua a bruciare nel mio petto, come una ferita che non vuole rimarginarsi.

Le ipotesi si rincorrono nella mia mente, ma c'è una verità che ho paura di affrontare. Quel nome che rifiuto di pronunciare, quella figura che cerco di tenere lontana dai miei pensieri.

La verità è come un boomerang, che torna sempre indietro a colpirmi con forza.

E così, mentre il sole sorge all'orizzonte e la città si risveglia intorno a me, continuo a correre, cercando di sfuggire alla verità che mi aspetta.

So che prima o poi dovrò fare i conti con il passato, con le ombre che si nascondono dietro la luce accecante di New York.

Arrivo al parco e continuo lungo i sentieri, passando davanti a gruppi di persone che fanno yoga o che si allenano all'aria aperta.

Love Amidst RevengeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora