𝗩 - 𝗨𝗡𝗔 𝗟𝗜𝗠𝗢𝗨𝗦𝗜𝗡𝗘 𝗖𝗜 𝗗𝗔 𝗨𝗡 𝗣𝗔𝗦𝗦𝗔𝗚𝗚𝗜𝗢

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Alex's pov
«Quanto manca ancora?» chiesi sospirando ma non ottenendo nessuna risposta dai tre ragazzi che si muovevano di fronte a me. Stavamo camminando da circa un'ora dato che il conducente dell'autobus aveva ben deciso di abbandonarci su quel maledetto ponte dopo che avevamo addirittura salvato la vita a tutti loro. «La smettete di ignorarmi?» ammiccai con un tono molto più infastidito da quello che avevo usato in precedenza. «E allora tu smettila di lamentarti» rispose Grace senza voltarsi, continuando a camminare al fianco di Ethan mentre la bionda si trovava dal lato opposto. Sospirai e accelerai il passo prima di farmi largo tra la bionda e il ragazzo, quel figlio di Nemesi era probabilmente l'unico che tolleravo in quel momento. «La lingua ammaliatrice non avrebbe dovuto farli rimanere lì?» chiesi voltandomi verso la bionda, un'espressione quasi di rimprovero sul mio volto. «In teoria, ma magari si sono spaventati e hanno deciso di fuggire» rispose Sophie mentre alzava le spalle con tranquillità.
Era possibile che fossi l'unico in quel gruppo a cui quel caldo tremendo faceva l'effetto di rendermi particolarmente nervoso? Insomma, ormai erano quasi le nove e il sole cominciava a farsi piuttosto valdo, e io odiavo a morte quella sensazione.
«Dovrebbero mancare altri dieci minuti prima di arrivare ad un punto di sosta» borbottò Grace mentre controllava un cellulare tirato fuori da non si sa dove. «Da dove lo hai preso quello? Vuoi che arrivi un altro branco di uccelli giganti?» chiesi corrugando la fronte. «L'ho rubato da una macchina, ci serve sapere dove stiamo andando» spiegò Ethan senza neanche voltarsi verso di me, chiaramente assorto nei suoi pensieri. «Così attireremo anche i mostri dal Tartaro» ribattei fermamente dato che non sentivo proprio la necessarietà di svolgere un'altra battaglia su quel ponte. «Hai un google maps incorporato nel cervello?» chiese lui alzando le sopracciglia, gesto che mi fece capire che conosceva già la risposta. Mi limitai a sospirare e alzare gli occhi al cielo prima di continuare a camminare, ascoltando gli scambi dei miei compagni e intervenendo di tanto in tanto.

«Sembra proprio il posto peggiore per fermarsi» commentò la bionda mentre squadrava il punto di sosta, l'unico che si trovava al termine di quel dannato ponte —perchè si, lo avevamo attraversato a piedi da quando l'autobus ci aveva abbandonati, e ...

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«Sembra proprio il posto peggiore per fermarsi» commentò la bionda mentre squadrava il punto di sosta, l'unico che si trovava al termine di quel dannato ponte —perchè si, lo avevamo attraversato a piedi da quando l'autobus ci aveva abbandonati, e non avrei ripetuto quell'avventura neanche sotto tortura. «Non vedo altre opzioni» rispose Grace mentre si avviava verso il minimarket che quel posto ospitava.
Era abbastanza grande, i punti per rifornire i mezzi erano quattro mentre, dietro di essi, si trovava un bar e un minimarket con addirittura dei posti a sedere —erano organizzati bene se prendiamo in considerazione il fatto che si trovassero a qualche chilometro dalla fine di uno dei ponti più grandi al mondo.
«Noi cerchiamo un mezzo per arrivare a Las Vegas, tu vai con Grace» annunciò Ethan mentre io lo guardai scioccato, alzando le sopracciglia come a cercare di capire se facesse sul serio. «Preferirei buttarmi in mezzo alla strada piuttosto che andare con lei» risposi incrociando le braccia al petto prima di posare il mio sguardo su Sophie. «Perchè non vai tu?» chiesi guadagnandomi un'occhiataccia da parte della bionda in tutta risposta. «Io ho la lingua ammaliatrice e se dovessimo convincere qualcuno a portarci a Las Vegas, sarei molto più utile di te» rispose mettendosi sulla difensiva. «Dici? Se è una bella signora potrei-» iniziai ma Ethan mi interruppe dandomi una pacca sulla spalla per poi allontanarsi con Sophie senza dire nulla. «Dei siete dei rompipalle» sbuffai rassegnato mentre mi voltavo dalla parte opposta e seguivo la figlia di Ecate.

𝗧𝗛𝗘 𝗛𝗔𝗥𝗠𝗢𝗡𝗬 𝗢𝗙 𝗗𝗜𝗦𝗖𝗢𝗥𝗗; 𝘳𝘪𝘰𝘳𝘥𝘢𝘯𝘷𝘦𝘳𝘴𝘦'𝘴 𝘴𝘵𝘰𝘳Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora