Uno - not now

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Nemmeno ventidue anni, e già la mia vita aveva subito delle turbolenze un po' eccessive, come il ritiro dal tennis.

Non mi sono ritirata perché volevo fare un altro lavoro, ma perché un infortunio ha avuto la meglio sul mio corpo, e adesso mi ritrovo una cicatrice lunga quanto una mano sul ginocchio destro.

Andava tutto per il verso giusto, ero la prima italiana ad aver realizzato il Grande Slam in carriera, avendo un totale di 38 titoli WTA, salendo sulla vetta della classifica.

Finché un giorno, precisamente il 28 gennaio 2023, caddi sul cemento della Rod Laver Arena durante la finale femminile, sul championship point.

Era una sconfitta ritirarmi, ed ancor di più uscire dal campo in sedia a rotelle, ed ancora ancora di più perdere un altro torneo del Grande Slam.

Era bello leggere ovunque 'Carla Leone: the World's number one', ma la vita non è fatta tutta di rose e fiori, no?

Ma la mia vita sui campi non poteva finire li, l'infortunio era grave, ma non così tanto da dover passare tutta la vita sulla sedia.

Mi dedicai ad allenare nuove stelle promettenti del tennis italiano, e decisi di allenare una ragazza di appena diciannove anni che aveva licenziato il suo allenatore storico, Adriana Chiesa: attuale numero 10 del mondo, sorella del calciatore Federico Chiesa.

Ma oltre allo sport avevo una vita, naturalmente.

Amavo andare allo stadio a vedere i miei amici: quando uscii dall'ospedale, con le stampelle, mi portarono li perché ricordava un po' il campo da tennis, dato che la mia superficie preferita era l'erba, ed avevano ragione!

Da li in poi feci l'abbonamento allo stadio, che stadio? L'Allianz Stadium, questo era anche un privilegio per me, avere la mia squadra del cuore nella mia città, Torino.

***

"vuoi venire alla partita con me? Ti prego Carla non voglio andarci da sola"

Piagnucoló Adriana mentre riponeva le sue racchette all'interno del borsone.

"Adri io verrei, ma dav-"

"andiamo! Devo anche parlare con mio fratello"

Prese il borsone iniziando a correre verso l'uscita del circolo in cui ci allenavamo e risi alla scena.

Pur essendo pieno inverno e fine dicembre, non faceva molto freddo, ed io sono una persona che ne soffre!

Fortunatamente mio fratello è un calciatore della Juventus, ed anche Federico, che oltre ad essere il fratello della tennista che alleno è anche il mio migliore amico.

Filippo Leone, classe 1999, numero undici bianconero, grande amico di Federico e Dusan, è un po' ottuso ma è un bravo ragazzo, è fidanzato con Claudia, una ragazza che lavora come maestra di danza classica.

"tu sei quello nuovo?"

"Kenan Yildiz, tu sei Carla, no? L'allenatrice della sorella di Federico"

"sono io si, piacere numero 15"

"ho un nome, e lo sai"

"va bene Mister ego, come preferisce"

Me ne andai dandogli le spalle fino ad arrivare allo spogliatoio in cui si trovava solo Filippo.

"quel Kenan, è arrogante, come fate a sopportarlo?"

"non è vero Carla, sarà così perché non ti conosce, o almeno, ti conosce dallo schermo"

"non accompagneró più la sorella di Fede qui"

"starebbe a significare che non verrai più all'Allianz perché c'è un calciatore che ti sta antipatico?"

"no! Cioè si, perché non ti fai gli affari tuoi?"

"hai iniziato tu a parlare"

Ed avviammo una discussione su chi inizió prima a parlare, avevo torto ma riuscii a ribaltare la situazione.

"la partita sta per cominciare Fili, tu non scappare cosí in fretta, dobbiamo parlare"

Entró Federico e mi indicó, sapevo che voleva dirmi qualcosa riguardo al numero quindici ma speravo non fosse così.

"non adesso Fede, non sta iniziando la partita? Su forza andate e vincete"

Me la diedi a gambe fino alla tribuna dove si trovava Lucia, la fidanzata di Federico, prossimamente sua moglie.

"quel Kenan mi da sui nervi, non nego che è davvero carino ma..."

"ma...?"

"è arrogante"

"mh sei sicura? Perché a me non sembra che ti sia dispiaciuto presentarti a lui, ti ho vista"

Sussurró le ultime tre parole ed ammiccai un sorriso beccandomi un pugno amichevole sul braccio.

Il 15 era in campo, era terribilmente bello, ma come ho già detto, arrogante e per giunta antipatico.

"non è nei miei standard"

Dissi con disinvoltura guardando il campo d'erba davanti a noi e Lucy sorrise maliziosamente.

"perché i tuoi standard si chiamano Stefanos Tsitsipas?"

Spalancai gli occhi alla sua semi-affermazione e lei scoppió a ridere dalla mia reazione.

"beccata!"

"i miei standard non sono un ragazzo con cui ho fatto quasi due anni di tira e molla!"

"peró ci sei stata, il che non ti giustifica"

"Lucia non parliamone, è acqua passata"

"sono passati su per giu cinque mesi"

"e undici dal mio infortunio, vedi come passa il tempo?"

"dovresti tornare a giocare, sei guarita e in forma, un ritiro a vent'un anni non è la cosa migliore che possa esistere"

"adesso alleno Adriana, non intendo tornare a giocare, magari tra qualche anno, ho ancora il ginocchio un po' fuori uso"

"va bene Carla va bene, ma sappi che stai sprecando anni importanti facendo così"

I miei occhi caddero su Yildiz che rincorreva il pallone da calcio facendo assist a mio fratello che la mise proprio dentro la rete.

Forse il 15 non era così male come pensavo.

Spazio autrice
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A star in your eyes || Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora