perché non c'è niente che possa dare al nostro rapporto un colpo forte abbastanza da farlo crollare.
• final fantasy vii au
(cloud / aerith / tifa)
iniziata: O5/O9/2O24
finita: ???
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act 1.1 don't forget to keep that smile on your face
Tifa scrutava il cielo limpido già da un po'. Un cielo limpido che sembrava farsi beffe del suo umore. Insomma, avrebbe preferito una di quelle giornate grigie e piovose, quelle che strapiombano sempre in tutti i film nei momenti più tragici. Ma evidentemente quello non era un momento tragico, e come tale non meritava neppure una goccia di pioggia. La pioggia cade solo sulle eroine, e il suo era un ruolo da comparsa, non da protagonista.
Comunque, restava il fatto che lei non amava molto il sole, preferiva di gran lunga la luna. Anzi, era decisamente un tipo da luna, bastava guardarla: i capelli neri, gli occhi color rubino, la pelle chiara. Tutto di lei sembrava cercare il buio in ogni angolo del giorno. Non le piaceva la luce, la infastidiva. Reggeva pochissimo il caldo. Due minuti al sole, e si sentiva svenire. Va da sé che Tifa Lockhart fosse una creatura notturna. E poi il giorno è sempre troppo... vitale. Non che lei non lo fosse, semplicemente durante il giorno si ha sempre troppa gente attorno. O almeno, lei ne aveva sempre in troppa. Tutti amici, per carità, persone alle quali mai e poi mai avrebbe rinunciato, ma aveva un così disperato bisogno di stare sola di tanto in tanto, che c'erano delle volte in cui avrebbe voluto urlare e farli sparire tutti. Sì, amava stare sola. Non essere sola, questo mai. Ma stare sola sì. Aveva un disperato bisogno della solitudine. Di tempo, di silenzio, di fare i conti con se stessa, di perdersi in un marasma di pensieri che non l'avrebbero mai portata da nessuna parte, ma che sicuramente l'avrebbero fatta sentire un po' meno... vuota. Necessitava di un po' di solitudine come si può necessitare solo d'aria. Anzi, per lei la solitudine era aria. Era l'unico momento in cui poteva essere certa di esistere, di non essersi ancora annullata completamente, di essere ancora Tifa. Per questo, amava stare sola.
A differenza di lei.
Lei, che era come il sole. Potevi non amarla, potevi adorarla, ma non potevi farne a meno.
Lei.
Lei, che non poteva essere definita una semplice creatura solare, quanto più figlia della luce stessa.
Lei, che portava la vita ovunque andasse.
Lei, che brillava, si espandeva, riempiva qualunque spazio dove la si mettesse.
Lei, che cercava ad ogni ora un contatto umano, qualsiasi contatto, purché fosse in grado di non lasciarla lì, a naufragare nel freddo e nel silenzio che si portava dentro e s'ostinava a nascondere.
Lei, che del silenzio aveva paura.
Lei, che se per più di un minuto di fila non ti sentiva parlare cominciava a preoccuparsi, lei che quando non le rivolgevi la parola per dieci secondi ti chiedeva immediatamente se avesse fatto qualcosa di male.