Il castello nel bosco

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Verena stentava a credere che fosse tutto vero; era davvero riuscita a uscire dalla sua gabbia e a concedersi di respirare aria fresca e nuova. Romeo guidava la vettura, sui sedili posteriori erano ubicate le valigie con le provviste e il denaro. "Mi sembra un sogno, stiamo davvero viaggiando insieme."
"Nessuno potrà più minacciarti, Verena, te lo prometto, e come sai io mantengo sempre le mie promesse."
Il viaggio procedette senza intoppi finché la vettura non si guastò. Non poterono proseguire, e nemmeno tornare indietro per chiedere aiuto. Prima che potessero decidere cosa fare, dal cielo, già scuritosi, iniziò a cadere una forte pioggia che sfociò presto in un violento acquazzone. "Questa non ci voleva, e ora cosa faremo?" domandò Verena, disperata, mentre teneva stretta la valigia con le provviste, e Romeo faceva altrettanto con quella del denaro.
"Non dobbiamo scoraggiarci, affronteremo anche questa. L'unica soluzione, per il momento, è cercare riparo nel bosco."
Verena e Romeo si introdussero nel bosco, avevano oltrepassato i confini di Losania, e non intendevano tornare sui loro passi. Non fu facile camminare sotto la pioggia battente, solo in parte placata dalle fronde degli alberi, ma fermarsi non era un'alternativa.
"Dobbiamo trovare un albero sotto il quale ripararci, poi ci metteremo alla ricerca di una locanda o una pensione, e chiederemo aiuto" disse Romeo, prima di cadere nel fiume che attraversava il bosco. "Romeo! Romeo, no!"
Verena gettò a terra la valigia, corse in riva al fiume e tese la mano a Romeo, ma la corrente lo trascinò lontano e fece sparire lui e ciò che portava in mano dalla sua vista. Verena lo chiamò con la voce rotta dal pianto, ma invano, il fiume sembrava averlo inghiottito, e la pioggia poteva solo peggiorare le cose. Angosciata e atterrita, Verena pensò in un primo momento di attendere la fine dell'acquazzone sotto una grande quercia ma cambiò subito idea; doveva trovare Romeo. Riprese la valigia e continuò a camminare nonostante il nubifragio, aveva freddo, i suoi abiti erano zuppi, ma la sua determinazione era massima e inarrestabile. Dopo aver camminato con passo spedito per un incalcolabile lasso di tempo, raggiunse la soglia del bosco e, dopo aver proseguito, si ritrovò davanti all'immenso giardino di un castello. Anche se dubitava che Romeo si trovasse lì, decise comunque di avvicinarsi e provare a bussare al portone, forse avrebbe trovato qualcuno disposto ad aiutarla, o almeno a offrirle un riparo dalla pioggia. Tuttavia, non riuscì ad arrivare ai gradini del portone; la corsa, il freddo e la paura l'avevano debilitata, non aveva mangiato nulla prima di partire, era allo stremo delle forze. Non ebbe tempo di chiedersi se le fosse venuta la febbre, cadde a terra, priva di sensi.

Quando si riprese, avvertì una sensazione meravigliosa; sorrise con gli occhi ancora chiusi, quando li aprì si ritrovò avvolta in una calda coperta di lana e seduta su una poltrona davanti al caminetto dal fuoco scoppiettante. I suoi capelli e i suoi vestiti erano quasi asciutti. "Ma... cosa..."
"Finalmente ti sei svegliata."
Verena guardò alla sua destra e vide un ragazzo dai lunghi capelli corvini, gli occhi celesti, una giacca nera, una cravatta rossa, una camicia bianca e un gilè marrone, pantaloni e stivali neri. Si sedette su uno sgabello, accanto a lei. "Quando ti ho trovata, in giardino, eri svenuta, ho temuto che fossi morta, ma poi ho sentito che il battito c'era ancora."
"Chi sei? Sei stato tu a soccorrermi?"
"Esatto. Mi chiamo Jason, e vivo in questo castello, mi sono affacciato alla finestra e ti ho vista, così ti ho portata dentro e ho acceso il fuoco perché potessi scaldarti, poi ti ho riscaldato la coperta."
"Sei stato molto gentile, Jason, mi hai salvato la vita. Io mi chiamo Verena, avevo intenzione di bussare e chiedere aiuto, ma sono crollata prima di poterlo fare."
"Il peggio è passato, per fortuna ti ho trovata prima che succedesse qualcosa di terribile. Hai detto di aver bisogno di aiuto, in effetti è strano che una ragazza si avventuri nel bosco senza un vero motivo."
"Io avevo un ottimo motivo: la mia famiglia voleva che sposassi un uomo che non amo, e che, a quanto pare, è riuscito a ottenere la mia mano attraverso il ricatto. Mi sono resa conto che non conosco affatto le persone con cui ho sempre vissuto."
Jason la vide triste, angosciata, e le fece un sorriso confortante. "Hai sicuramente sofferto molto, ma ora sei qui, e nessuno potrà più costringerti a fare qualcosa che non vuoi. Forse... era destino che tu arrivassi qui, e che ci incontrassimo."
Verena sorrise ma la sua gentilezza non poteva farle dimenticare Romeo; dopo aver recuperato le forze, sarebbe corsa a cercarlo. Non si sarebbe rassegnata all'idea che fosse morto prima di aver visto il suo corpo portato a riva dalla corrente. "Ti ringrazio per avermi salvata."
"Non c'è di che. Sarai ancora molto stanca, ti lascio riposare. Gradiresti cenare con me, questa sera?"
"Certo, con piacere."
Jason sorrise e la lasciò sola, Verena si strinse nella coperta e guardò fuori dalla finestra; l'acquazzone non era diminuito, la pioggia batteva contro il vetro, il pensiero che fosse accaduto qualcosa a Romeo non le dava tregua. Se non fosse stato per lui, non sarebbe mai riuscita a scappare. Era stato un sollievo svegliarsi davanti al caminetto, ma Verena aspettava solo che smettesse di piovere per mettersi alla ricerca di Romeo.

Verde come un inganno (thriller, romantico)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora