For another minute

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𝐀𝐋𝐋𝐈𝐒𝐎𝐍 𝐏𝐎𝐕
10 𝑎𝑛𝑛𝑖 𝑓𝑎...

"Ragazzi, dobbiamo andare dai"
Ripete la mamma di Michael per la quinta volta, ma noi la ignoriamo.
Siamo seduti sulla spiaggia a guardare le onde frantumarsi contro gli scogli in lontananza.
Io e micheal veniamo qui da quando ne ho memoria.
Io ho 6 anni e i miei folti capelli biondi mossi lo mi si posano sul viso a causa del leggero venticello.
"Fatti la coda! Che i capelli coprono i tuoi meravigliosi occhi!" Mi dice sempre mia mamma.
Io non le dò mai ascolto.
Michael ha 1 anno in più di me ed è il mio migliore amico! Abita a 2 ore circa da casa mia, e non lo vedo mai durante l'anno, non faccio altro che aspettare l'estate così da poterlo rivedere.
Di solito siamo entrambi grandi chiacchieroni, ma in questo momento nessuno proferisce parole, e tutte e due conosciamo il motivo.
È arrivato quel momento dell'anno, in cui ognuno torna a casa sua per dare il via all'ennesimo countdown che sembra sempre durare una vita.
"Dai venite che è tardi!"
Il richiamo della mamma di Michael interrompe i miei pensieri e mi riporta alla realtà.
Io e Michael ci rivogliamo uno sguardo complice, e lui mi sussurra: "3...2...1...Via!"
Iniziamo a correre sulla spiaggia senza fermarci, sullo sfondo, il cielo si tinge lentamente di arancione e rosso, dando vita ad un meraviglioso tramonto, a cui noi però non facciamo caso. Questo è diventato una sorta di rituale, ogni volta prima di dividerci, corriamo insieme ridendo come due scemi e rischiando di inciampare ad ogni passo.

10 𝑎𝑛𝑛𝑖 𝑑𝑜𝑝𝑜...

La sveglia risuona in tutta la camera, finalmente torvo la forza di alzarmi e spegnerla.
Sbadiglio avrò dormito si e no due ore scarse, come sempre ho dato la precedenza a legger invece che a dormire.
Prendo i soliti vestiti monotoni dall'armadio e incrocio il mio stesso sguardo nello specchio a muro in camera mia.
Mi osservo attentamente, quanto mio odio, il mio corpo, il mio viso, i mei capelli...
Tiro un sospiro, sorrido e faccio finta di nulla come tutte le mattine.
Esco dalla camera per andare a fare colazione, il mio è pensiero è sempre: "non dovrei, magari se non mangio dimagrisco un po'!" Ma non sono abbastanza forte per farlo.
Così prendo una ciotola e ci verso dentro prima i cereali e poi il latte.
Mi siedo al tavolo e inizio a mangiare, tanto per iniziare la giornata già con i sensi di colpa...

"Allison non ti sembra di avere un po' esagerato con i cereali'
Dice mia mamma scocciata entrando nella stanza.
"Ti ho già detto di non chiamarmi con il mio nome per intero, lo sai che ci sto male, solo lui mi chiamava così mamma...e comunque avevo fame, ok?"
Le rispondo forse un po' troppo irrispettosa perche lei sembra indignata, come se le avessi insultato la madre..
"Ti ricordo che sono tua madre non una delle tue amiche, e comunque ti ho dato un nome per usarlo"
Mi canzona lei.
Non rispondo, meglio non aggravare la situazione.
Ma poi che nome è Allison? Cioè lei si chiama Elisabet e io Allison?
Rovescio la ciotola nel lavandino, ancora mezza piena di cereali.
Vado in camera mia prendo lo zaino di scuola ed esco di casa.
Appena supero la soglia di casa vedo il bus che avrei dovuto prendere passami sotto il naso.
"Fantastico, ci mancava questa!"
Rientro in casa scocciata e mi avvicino a mia madre,
"Mamma non è che per caso potresti accompagnarmi a scuola?"
Lei mi fulmina con lo sguardo prende le chiavi dell'auto e di dirige verso l'uscita mi fa segni di entrare in auto e la mette in moto.
"La cintura signorina!"
Alzo gio occhi al cielo e allaccio la cintura di sicurezza.
Dopo qualche minuto accenno la stessa domanda che le ripropongo da circa 2 anni ma che non riceve mai risposta:
"Quest'anno torniamo finalmente al mare, non vediamo Michael e i suoi genitori da così tanto.."
Mia mamma non mi guarda neppure e dopo qualche secondo di riflessione stranamente mi risponde:
"La mamma di Michael non sta passando un bel periodo, dopo la morte di jacob non riesce a, a ritrovare se stessa diciamo, e sta molto male, non mi sembra il caso, tesoro.."
Annuisco.
La morte del padre di micheal aveva preso tutti alla sprovvista, aveva avuto un'incidente tornado da lavoro.
E da quel giorno non avevamo più visto ne sentito Michael e Sara, sua madre.
Sara è caduta in un periodo di forte depressione da cui non è ancora uscita, ha dovuto lasciare il lavoro e non è quasi mai uscita di casa, almeno così mi ha raccontato mia madre.
Dal giorno della morte del padre, michael è sparito, non mi ha più scritto, chiamato o risposto ai miei messaggi, che io come un'idiota continuavo a mandargli; infondo volevo solo che lui sapesse che io ci sarei stata per lui.

Too late...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora