Capitolo 1

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Elise Mortmain sedeva, a gambe incrociate, sul pavimento della cella. Aveva in mano un foglio di carta e una matita. Scriveva, pensò la guardia, che la fissava da un paio di minuti. Cosa stava cercando di fare?

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Davanti al Grave, quella sera non c'era la fila. Fiammetta lo trovò abbastanza strano. Con in mano un ghiacciolo quasi sciolto, si avvicinò alla porta, e la trovo chiusa, incatenata con un lucchetto. «Uh?» sussurrò tra sé e sé, le sopracciglia alzate.

Era risaputo che il Grave era chiuso solo il lunedì. E, sempre di lunedì, potevi comunque vedere le luci accese e le gemelle studiare, Josephine seduta sul bancone e Elise su uno dei tavoli, o stesa per terra. Se eri un cliente abituale, magari ti lasciavano pure entrare, provare un nuovo cocktail inventato da Joseph, potevi restare lì e studiare con loro. Oggi, comunque, era un giovedí, un bel giovedí di pieno luglio, con le stelle che splendevano in cielo. Fiammetta era quasi sicura che una di quelle stelle era un pianeta. Forse Saturno, che Google diceva si poteva vedere ad occhio nudo?

Fiammetta, dentro il Grave, quando era chiuso, c'era stata solo una volta. Era diverso dalla normalità: Niente musica, niente corpi sudati che si strusciavano tra loro, niente fatti e strafatti, solo un bar vecchio e vuoto e due ragazze che studiavano. 

Ma oggi no. Oggi il Grave era morto. 

Fiammetta bussò alla porta. «Perché non aprono?» domandò fra sé e sé. «Probabilmente perché è chiuso, signorina.» Rispose alla sua domanda la voce di un uomo. La ragazza si girò, e fissò l'uomo dietro di lei. Era vestito di tutto punto, in giacca e cravatta, e aveva una ventiquattrore di pelle marrone in mano. 

Fiammetta si infilò il bastoncino del ghiacciolo in bocca. Non era brutto, con i riccioli biondi, forse un po' troppo lunghi per i suoi gusti. «Non dovrebbe essere chiuso, però.» «Non sapevo i bar avessero orari così specifici qui.» «Solo alcuni.» rispose la ragazza. «Ma lei che ne vuole sapere?» 

L'uomo la fissò per un secondo. «Può indicarmi il quartiere di San Nicola?» Fiammetta alzò le sopracciglia. «è tipo, dall'altra parte della città.» «Oh.» La ragazza sputò il bastoncino mangiucchiato, poi inizio a camminare verso la fermata dell'autobus. L'uomo la seguì. «Può almeno indicarmi un hotel nei dintorni, signorina?» «Può usare Google Maps per quello, signore. O chiamare un Uber, sono certa che se lo può permettere.» rispose, guardandolo dall'alto al basso. «Preferirei mi indicasse semplicemente un hotel nei dintorni.» «Ma io che ne so, signore? Mi può lasciare in pace?» 

«Signorina-» iniziò di nuovo l'uomo, ma stavolta fu interrotto, non da Fiammetta. «Sono quasi sicuro che le abbia detto di andarsene, signore. La lasci in pace.» Era Samu, un frequentatore del Grave, e un suo amico, quindi si tranquillizzò. «Avete ragione, mi scuso. Non volevo essere un disturbo simile, cercavo solo il mio alloggio. Lei può dirmi dove trovo un autobus che mi porti al quartiere di San Nicola?» Samu lo fissò, e Fiammetta altrettanto. 

«Ci saranno in giro degli autobus per San Nicola. aspetti qui, alla fermata.» «Devo urgentemente arrivare a casa.» «Chiami un uber, no? L'indirizzo lo saprà.» «Purtroppo non a memoria, e il mio telefono è scarico. Sapete dove vivono Ulisse e Achille Piovasco?» chiese di nuovo l'uomo, controllando il Rolex che aveva al polso. 

Fiammetta alzò di nuovo le sopracciglia. «Certo che lo so. Achille è il mio ragazzo.» L'uomo sembrò sorpreso. «Non sapevo mio fratello si fosse fidanzato. Congratulazioni.» 

Samu sbuffò. «Fiammetta, andiamo al Grave? 'Sto tizio la casa se la potrà anche trovare da sola.» La ragazza si girò verso l'amico. «Ti stavo per scrivere! Lo hanno chiuso a chiave. Con un lucchetto.» rispose, calcando l'ultima parola. «Dai, non dire cazzate. È giovedì.» «Appunto!»

Samu la fissò. «Ma sei seria?» «Sì.» 

«Basta, vado a dirne quattro alle Mortmain. Io voglio farmi una birra e ballare, e magari anche 'na bella canna! Fammi passare!» Fiammetta, per poco non scoppiò a ridere. Poi Samu iniziò veramente a camminare verso la porta e la ragazza sgranò gli occhi. «Cosa? No, torna qui!»  gli urlò, ma il ragazzo era già davanti alla porta.

Il Grave | storia ad OCWhere stories live. Discover now