Giorgia Mancini sapeva che sarebbe arrivata presto, la detective. Si era recata apposta alla fermata dell'autobus più vicina alla stazione di polizia. Aspettava già da 15 minuti.
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Linea 4, 'Aeroporto internazionale di Bari-Palese "Karol Wojtyła" - Piazza Giuseppe Garibaldi.' Giorgia intravede Margoux Quintavalle scendere e scatta in piedi seguendola a ruota. «Signorina Quintavalle!» le urla mentre la raggiunge di corsa, taccuino e penna in mano. «La conosco?» domanda lei, continuando a camminare velocemente. Ci vogliono otto minuti per arrivare alla stazione di polizia, e Giorgia ha tutto il tempo che le serve.
«Mi chiamo Giorgia Mancini, giornalista del Quotidiano di Bari.» «Non rilascio interviste.» Giorgia fa un sorrisetto. Dicono tutti così. «è venuta fin qui dall'Inghilterra; possiamo sapere perché?» lei non risponde, continua a camminare. Dalla borsa di stoffa proveniva un rumore di oggetti che sbattevano.
«Cosa crede sia venuta a fare, signorina? A ballare la macarena?» «Per caso è qui per il caso delle sorelle Mortmain, detective? Per ritrovare Josephine, per caso? O la polizia ci sta nascondendo qualcosa?»
La donna sospirò. «Mi lasci in pace, signorina. Ho da fare.» rispose, entrando nella stazione di polizia e lasciando Giorgia fuori. Lei sorrise; aveva tutto quello che le serviva.
Margoux si fece strada fino all'ufficio del capo del dipartimento della polizia e bussò tre volte, poi un altra volta soltanto. «Entri pure.» rispose la voce di uomo dall'interno. Margoux aprì la porta ed entrò nell'ufficio di Marco Venanzi. Fece tre passi verso la scrivania. «Signorina Quintavalle, è un piacere.» «Sono venuta appena ho potuto. Mi dica.»
Marco si sedette, e Margoux fece altrettanto. «C'è stata una scomparsa recente, Josephine Mortmain.« «Ho letto, sì.» «Abbiamo arrestato chi crediamo sia responsabile, ovvero Elise Mortmain. Ma lei si rifiuta di parlare, e non abbiamo ancora trovato Josephine.»
«Immagino qui sia dove entro in gioco io. Mi dica di Elise. Non parla?» «No.»
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+44 444 444 4444 ti ha aggiunto al gruppo 'Il Grave, ore 20.00, sorpresa;)'
Erano le 19.58.
-Se vi recherete al Grave in questo momento, troverete delle buste, o dei pacchi, con i vostri nomi sopra; aprite pure, sono dei... regali.-
Riley fissava il cellulare, mentre Sarah e Maddie scherzavano. «Ragazze, ci hanno aggiunto ad un gruppo.» «A tutte e tre?» domandò Sarah, le sopracciglia alzate. «Sì, guarda.» Riley si sporse verso la ragazza -la sua ragazza?- e le mostro il messaggio. «Allora andiamo, no?» domandò Maddie, alzandosi dal divano. «Ma che dici? Non sappiamo nemmeno chi è questa persona. Il prefisso 44, poi, è dell'Inghilterra. Perché dovrebbero conoscere Il Grave?»
«Immagino tu abbia ragione, Riley. Ma parlano italiano, forse hanno semplicemente comprato la Sim in Inghilterra?»
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«Aprilo, Fiammetta.» Samu prese il pacco destinato alla ragazza e glielo passò. «Perché sono io, quella che si deve sacrificare?» «Non ti stai sacrificando. Se c'è una bomba moriremmo tutti comunque.» le ricordò Enea.
Fiammetta sospirò e iniziò ad aprire piano piano il pacco marrone. Infilò dentro una mano e sentì qualcosa di duro. «Uh?» lo sfilò dal pacco. Era un libro, Ragione e Sentimento. «Immagino siano davvero regali. Avevo menzionato che volevo la nuova edizione.»
Uno scalpiccio di passi fece girare tutti e tre, poi la faccia di Santiago Volpe sbucò fuori, sigaretta, come sempre in bocca, e entrò nel Grave.
«Come mai 'ste facce?» chiese, entrando nel bar. «Come mai sei qui?» gli domandò Fiammetta. «Il messaggio diceva che c'erano dei regali. Tu hai un libro? Spero che il mio regalo non sia un libro.»
Enea lo fissava da dietro il bancone con le sopracciglia inarcate, mentre Samu gli passava il pacco con il suo nome. Santiago non perse tempo e lo aprì, tirando fuori un mazzo di chiavi. «Che cazzo è?» «Sono le chiavi della casa delle Mortmain.» rispose Samu, indicando il portachiavi a forma di tomba.
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«Hai ragione, c'è veramente una bella vista da qui.» Achille aveva le mani infilate nelle tasche dei pantaloni. Aveva accompagnato Elisabetta fino al molo, e ora si erano seduti su una panchina di cemento mentre la ragazza faceva le foto al tramonto.
«Dai, mettiti in posa, faccio la foto anche a te!» Elisabetta aspettò che Achille si alzasse e si mettesse in posa vicino all'acqua. «Sai, mio fratello un tempo voleva allestire una galleria con le mie foto.
«Hai un fratello?» le chiese Elisabetta, scattando la foto. «Due, in realtà, Enea ed Ulisse.» Rispose lui. «Strano. Da piccola ero amica di tre fratelli di nome Enea, Ulisse e Achille, quando vivevamo ancora a Milano.» «Anch'io aveva un' amica di nome Elisabetta, da piccola.» «Con un fratello che si chiamava Nicola?»
«Sì.» le disse, e poi entrambi scoppiarono a ridere.
«Felice di sapere che siete ancora vivi.» Achille sorrise alla ragazza. «Ci mancherebbe solo questa, guarda.» «Effettivamente siamo troppo giovani per morire.» Elisabetta fissava l'acqua, sorridendo un poco.
«C'è qualcosa nell'acqua.»
Si alzarono entrambi allo stesso momento, e si inginocchiarono proprio alla fine della banchina. Elisabetta si sporse per vedere meglio. «è troppo mosso per vedere bene.» «Spostati, fa vedere a me.» Achille si sporse a sua volta e individuò l'oggetto rotondo che aveva visto la ragazza.
«Oh mio Dio. è un occhio.»
E poi qualcuno li spinse nell'acqua.
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«Samuele, porta il tuo bellissimo culo in cucina adesso!» Vittorio Renzi urlò, dalla cucina del piccolo appartamento che i due condividevano. «Arrivo, calma!» rispose l'altro uomo, entrando nella stanza. «Bene. Ora dammi un bacio e vai a lavorare. Marco vuole farti conoscere la detective.»
«La Quintavalle? Quella dell'Inghilterra?» domandò Samuele, chinandosi a baciare la guancia del marito. «Sì, quella dell'Inghilterra.» «Beh, allora vado. Non vogliamo far aspettare Marco.» rise Samuele, infilandosi in bocca il toast al prosciutto. «Ricordati le pillole. Ti amo, ciao.» disse, poi uscì dall'appartamento.
Vittorio scosse la testa divertito, poi aprì il barattolo di pillole antidepressive che teneva dentro la credenza. Ne infilò due in bocca, poi bevve dell'acqua.
«Mh, hanno un sapore diverso dal solito.» constatò tra se e se, poi andò a sedersi sul divano e accese la TV. C'era un programma scientifico, sulla pericolosità dei farmaci scaduti, alcuni quali possono anche causare uno shock anafilattico, e quindi la morte.
Delle piccole bolle rosse si erano formate tra l'avambraccio e il braccio di Vittorio. «Bene, mi è venuta pure l' orticaria.»
SPAZIO AUTHOR
EHY GUYS!!! buon fine settimana innanzitutto, spero che la vostra settimana non sia stata stressante (update: la mia sì.) e spero il capitolo vi sia piaciuto!!:D
Lasciate pure qui le vostre teorie su chi ha spinto Elisabetta e Achille, rimarrete... sorpresi, spero. ;)
La scena finale su Samuele e Vittorio era programmata per il prossimo capitolo ma volevo implementarla, spero vi siano piaciuti, purtroppo li vedremo poco... non tanto quanto Margoux di certo!
Domanda della settimana!! Se il vostro OC potesse cambiare una cosa del proprio passato, cosa sarebbe?
Se il Grave vi interessa andate a leggervi anche The Art Of Disappearing di GEMINISVN, che merita veramente.
SCUSATE PER IL RITARDO!!
Per oggi è tutto, la mela mangiucchiata.
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Il Grave | storia ad OC
Mystery / Thriller(Iscrizioni chiuse. Primo capitolo fuori.) Il Grave è il bar trasandato e sporco dove si riuniscono I ragazzi. Tutti, nessuno escluso, perché al Grave puoi fare di tutto e nessuno ti dica mai niente. Puoi ballare, drogarti, fare karaoke, ubriacarti...