Chapter One

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La sveglia suona esattamente alle 7:00, non un minuto in più né uno in meno. Sbuffo, cercando di riaddormentarmi, ma sento dal piano di sotto la sigla del telegiornale che mia madre sta guardando; quindi, ogni speranza di tornare a dormire svanisce.

Mi alzo stropicciandomi gli occhi per poi guardare la giornata dalla mia finestra, notando l'ennesima giornata triste che Londra regala, ma con gli alberi che richiamano ogni colore autunnale. Sorrido e mi vesto nel disordine che mi circonda. Non è colpa mia se non ho mai tempo per sistemare, anche se mia madre è veramente stufa di ricordarmi di pulire la stanza.

La mia stanza non è granché: sulla porta c'è un enorme poster degli Smiths, di fianco una scrivania piena di libri e quaderni scolastici, sopra varie mensole di legno piene di libri di tutti i generi e qualche piccolo cactus, poi c'è il mio armadio pieno zeppo di vestiti messi a caso, molti dei quali non uso dal 2009. Accanto c'è un comodino con foto di me e la mia amica Olivia. Ha occhi chiari tendenti al verde, capelli scuri come la pece, un sorriso contagioso e un fisico da urlo.

Non capisco solo perché si innamori sempre di topi ragni. Il mio letto, a una piazza, è attaccato al muro accanto alla finestra e sempre mezzo disfatto. Noto che la mia sveglia segna le 7:15.

«Cazzo,» mormoro mentre mi infilo una maglietta bianca a maniche corte, una felpa grigia e un pantalone largo scuro. Non seguo la moda, preferisco mille volte la comodità. Mi reco al bagno dove mi do una sciacquata gelida, mi lavo i denti in fretta e mi fermo a guardare il viso: ho gli occhi color nocciola e mille lentiggini. Noto qualche imperfezione, ma lascio stare, sapendo che a breve Olivia sarà davanti a casa mia. Metto un balsamo per le labbra al cocco e prendo il mio zaino bianco di corsa.

Scendo le scale e vedo mia madre stirare mentre guarda la televisione. Oggi ha il turno pomeridiano, quindi ne approfitta per sistemare casa. Mi saluta distrattamente mentre io mi dirigo in cucina e noto il caos lasciato da mia sorella, che ha qualche anno in meno di me.

"Sarà sicuramente al piano di sopra a truccarsi," penso, mentre prendo un pacchetto di biscotti e uno yogurt alla frutta.

«Emma, la pillola!» mi urla mia madre dall'altra stanza, e io le rispondo con un "ok" seccato. Ogni giorno devo iniziare con una maledetta pillola, e odio il sapore che lascia in bocca. Ho cominciato a prenderla due anni fa, e da allora se ne sono aggiunte altre. Nessuno tranne la mia famiglia lo sa: non mi piace parlarne con gli altri. Preferisco stare per conto mio dopo una lunga giornata e dormire fino al giorno dopo.

A scuola va abbastanza bene; ho smesso di sperare in voti eccellenti per compiacere la mia famiglia. Non pratico sport, anche se amo la pallavolo e un po' guardare il calcio, e quando sono di buon umore faccio qualche passeggiata nel quartiere. Molto produttivo.

«Emma!» mi sorprende mia sorella entrando in cucina. «Mh,» rispondo seccata, appoggiandomi al mobile mentre mastico un biscotto. «Martedì gli One Direction si esibiscono a Londra! E proprio vicino a noi!» dice emozionata come una bambina a Natale, mentre io alzo le spalle con noncuranza.

Gli One Direction. Mia sorella ne è ossessionata, tanto che manca poco per avere statue di ciascun membro. Onestamente non ascolto quel tipo di musica: preferisco mille volte i Beatles o gli Smiths, cosa rara per una ragazza della mia età.

«Mi dovrai portare assolutamente lì!» dice elettrizzata. Sbuffo alzando gli occhi. «Non mi stressare prima di andare a scuola,» rispondo, anche se vorrei dire qualcosa di peggio. Ma c'è mia madre, e l'ultima cosa che voglio è litigare per un concerto. Prendo lo zaino ed esco di casa dopo aver salutato mia madre, e davanti al giardino trovo Olivia, che mi sorride salutandomi.

«Tieni, questo è per storia, grazie per gli appunti,» dice, porgendomi il mio faldone che infilo nello zaino. La saluto e ci incamminiamo per le strade della fresca e nuvolosa Londra. «Lo sai che gli One Direction saranno alla 45 Queen Caroline Street il 10 gennaio?» Anche lei, come mia sorella, è follemente ossessionata da quella boy band.

«Non ne parliamo, mia sorella mi ha chiesto di accompagnarla ...» rispondo seccata, mentre la mia amica ridacchia. «Potremmo andarci insieme, così vedrò Liam!» dice con aria sognante. Alzo gli occhi al cielo. «Nemmeno se mi pagassero verrei a un loro concerto,» dico, mentre noto la città piena di persone che vagano verso destinazioni sconosciute, e l'aria autunnale fresca mi sposta leggermente i capelli color miele.

«Non fare la solita melodrammatica,» mi dice Olivia mentre svoltiamo l'angolo e ci ritroviamo nella folla scolastica del mattino, tutti in attesa dell'inizio delle lezioni.

«Io ti ci vedrei con Lou,» dice Olivia. «Hai bisogno di una persona piena di calore che sappia sciogliere il tuo cuore di ghiaccio.» Questo mi fa scoppiare a ridere.

«Non so cosa tu abbia bevuto oggi, ma ti sbagli di grosso. Sono un'anima libera, e se pensi che siamo legati alla nostra anima gemella con un filo rosso, svegliati,» rispondo seriamente, e lei sbuffa. È da quando siamo al liceo che cerca di farmi cambiare idea sull'amore, non che ci creda davvero, ma sono realista.

«Vedrai che cambierai idea

Little Things || Louis Tomlinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora