capitolo 2

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dopo aver lavorato ancora un po' siamo tornati nel nostro hotel.

sono ancora molto ferita dalle parole di charles, è dura da mandare giù.

appena arrivata in camera mi sono fatta una doccia, cercando di levarmi di dosso anche la delusione e la frustrazione.

poi sono scesa per mangiare qualcosa.

risalita in camera ho chiamato il mio ragazzo, paolo, su FaceTime.

carlos sainz

"cosa c'è charles? è da tutto il giorno che hai questo muso lungo, ma ora ancora di più" dico.

"mi sento in colpa per quello che ho detto a nina e per la prima impressione che le ho fatto" mi risponde il monegasco.

"buongiorno bello addormentato, è da tutto il giorno che provo a fartelo capire" dico.

"lo so, carlos, hai ragione" dice.

"è solo che non è un bel periodo, lo sai...da quando mi sono lasciato sta andando tutto male" continua.

"lo so charles e ti capisco, ma non è colpa degli altri" dico.

"non so cosa fare" dice.

"di la verità" dico.

"ti piace nina" continuo.

"cosa?! no, non la conosco neanche" si mette sulla difensiva.

"sei diventato rosso come la tua maglietta!" esclamo.

"tralasciando che è una bellissima ragazza, ti piace perché è sicura di se e ti dà ordini come nessuna ha mai fatto" dico.

so di avere ragione, conosco il mio ragazzo.

"ti ripeto: non la conosco" dice.

"che noia che sei charles" sbuffo.

il monegasco sorride.

"sai cosa dovresti fare per non farti odiare da nina?" gli chiedo.

"e tu che ne sai?" mi chiede in risposta.

"è mezza spagnola, noi ci capiamo al volo" dice.

"comunque, dovresti andare da lei e chiederle scusa... promettile che non farai più lo stronzo e che ti piace il suo modo di lavorare, poi la inviti qui con noi a fare due chiacchiere...andrete subito più d'accordo" dico.

"se lo dici tu" dice.

"fidati di me, vai" lo incoraggio.

il monegasco si alza e va verso l'ascensore.

"vai predestinato!" esclamo.

lui mi alza il medio e io sorrido.

charles leclerc

mentre sono in ascensore faccio le prove della conversazione con nina.

si, lo sto facendo sul serio.

quello che ha detto il mio stupido compagno di squadra non è totalmente sbagliato.

mi piace il modo di fare di nina, anche se abbiamo lavorato solo poche ore insieme.

ha un modo di fare tutto suo, che mi piace tantissimo.

voglio lavorare bene con lei.

arrivato davanti alla sua porta giro un po' per il corridoio prima di bussare.

io, charles leclerc in ansia per qualcosa che non sia una gara?

fa strano.

andiamo charles, quanto mai potrà essere difficile.

breccia nella mia apatia// charles leclerc Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora