Capitolo II

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Il mondo è pieno di talenti non riconosciuti. È un gioco. Ma a me non piace giocare se questi sono i risultati.

-S.A.V

Asher

Scocco un occhiolino leggero alla ragazza dai capelli di zaffiro che mi ha appena stracciato su quel diamine di ring e sento la mano di Keira che mi colpisce violentemente la nuca. La guardo storto mentre esco dal locale con una leggera corsetta per paura che possa arrivarmi un'altra mano sulla nuca ancora più violenta della prima. Camminiamo per un po' prima che lei cominci a farmi l'interrogatorio. «Come hai fatto a farti battere da una ragazza, per lo più di Sapphire Alley!». Mi infilo una mano nei capelli argentati bagnati a causa del sudore. Guardo in aria seccato e poi poggio lo sguardo su mia sorella gemella. «Ci sono semplicemente andato piano, è una ragazza!». Keira mi guarda arrabbiata. «Andato piano? Quando ci vai piano con me riesci comunque a spezzarmi le ossa, cavolo!» ribatte Keira. Se la sto ascoltando? No. Nella mia testa sono ancora sul ring a combattere con la ragazza di zaffiro dagli occhi diversi. L'ultimo dettaglio mi colpisce particolarmente. Un occhio color ambra e l'altro di ghiaccio. Sorrido a questo pensiero.

Due dita pallide mi riportano alla realtà con uno schiocco. Mi volto verso il locale. «Sorellina io ti consiglierei di guardare dentro alla taverna.» dico osservando il fratello della ragazza pestare di botte un uomo il doppio più grosso di lui. «Pare che il pestare la gente sia di famiglia sai?» dico a Keira che fissa a bocca aperta il ragazzo... come si chiama? Gavin? Non me lo ricordo ma so per certo che mia sorella ne è impressionata al massimo come io sono impressionato dalla ragazza, Kathleen.

«Da quando esattamente ci sono dei ragazzi qua a Sapphire Alley che pestano di botte chiunque gli si ponga davanti?» chiede sorpresa con una punta di amarezza sulla lingua. Scrollo le spalle in risposta ma lei continua a osservare Gavin, Gerold o qualunque sia il suo nome.

Stavolta sono io a riportarla alla realtà agitando la mia mano davanti alla sua faccia sempre più stupita. Si volta verso di me e mi afferra per un polso trascinandomi per le strade strette e sterrate di Sapphire Alley. «Questa doveva essere solo una perlustrazione per vedere se trovavamo qualcosa di anomalo e abbiamo trovato qualcosa di ancora meglio, anzi, qualcuno.» dice con un sorriso che le si allarga lentamente sul viso pallido. Non guardo neanche dove vado, mi fido di Keira e del dove mi sta trasportando solo perché sono assorto dalle parole della ragazza, Kathleen.

«Il tuo "Numero Uno" è un diversivo perfetto»

Diversivo.

Keira continua a tirarmi per il polso fino a quando non arriviamo alla carrozza parcheggiata a Blue Stairs e mi sbatte là dentro. Si siede davanti a me e la osservo nel suo vestito completamente blu con ancora la mia camicia zuppa di sudore in mano. «Ridammi la camicia o padre penserà che al posto di aver combattuto mi sono dato alle donne di Sapphire Alley.» dico ridendo mentre Keira mi butta la camicia sulla faccia sbuffando. Tolgo la camicia bianco latte dalla mia faccia, me la abbottono e guardo al di fuori della carrozza. Fiori di ogni tipo e colore costeggiano le stradine di Blue Stairs cozzando i tetti blu zaffiro delle abitazioni in mattoni grigi. Il sole sta calando lentamente lasciando spazio a delle sfumature che variano dall'arancione al violetto. Le prime tracce di stelle cominciano ad apparire.

Arriviamo davanti al palazzo. Ne osservo i dettagli blu e oro mentre corriamo su per le scalinate per non perderci la riunione con nostro padre. A destra, a sinistra e siamo arrivati nel suo studio. Abbiamo entrambi il fiatone ma ci ricomponiamo appena Carol e Cole aprono le porte lasciando in bella vista quella stanza che tanto odio.

Entriamo con passo felpato nella tana del leone mentre posa la sua penna stilografica e chiude la boccetta di inchiostro blu notte. Lo osservo mentre posiziona cautamente il tappo con uno zaffiro incastonato sopra. Guardo attentamente e vedo mio fratello minore, Isaac, seduto sulla sedia a destra a scrutarci spaventato. I suoi occhi verde pistacchio brillano di paura. È questo l'effetto che fa mio padre al mio fratellino. Paura. Terrore.

Inchiostro e ZaffiriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora