reflections in midnight velvet

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chapter four — *‧₊˚
jeongguk's perspective

«Eccoci arrivati! Appena entri, a destra dovrebbe esserci la segretaria, chiedile il foglio per l'iscrizione, fai con calma, ti aspetto qui in macchina.» Mi sorrise Hyonsu con uno sguardo di incoraggiamento, ricambiai, per poi atterrare sul suolo bagnato con i miei anfibi neri e correre all'entrata dell'istituto, cercando di coprirmi dalla pioggia incessante che batteva su di me.

Entrando, un calore accogliente contrastò con le mie mane gelide, provai sollievo, strofinandole nervosamente per cercare di riscaldarle. Il respiro, ancora affannato dalla corsa, si condensava in piccoli sbuffi di vapore mentre cercai di soffiarci sopra per sciogliere il freddo dalle dita.

Il vestibolo era ampio e ordinato, con un soffitto alto e grandi finestre che lasciavano filtrare una luce grigia, opacizzata dalla pioggia battente, dove l'odore pungente di cera per pavimenti soffocò le mie narici e l'eco dei passi risuonavano sulle piastrelle lucide.

Per poi accorgermi a destra, di una vetrina, dove intravedi una donna digitare frettolosamente sulla tastiera di un computer e gustarsi un caffè bollente. Il fumo della bevanda si intrecciava pigramente nell'aria, rendendo quella scena paradossalmente rilassante.

Mi avvicinai, cercando di rilasciare la tensione e qualche goccia di pioggia nel mentre.

«Buongiorno, sono qui per iscrivermi.» recitai velocemente la frase che avevo preparato con cura dall'inizio del tragitto in macchina.

Strano, non balbettai.

La segretaria spostò il suo sguardo su di me, scrutandomi dalla testa ai piedi inarcando un sopracciglio.

«Faccia la fila, signorino.» Rispose, senza scomporsi troppo, con un tono piatto e annoiato, quasi come se avesse ripetuto quella frase centinaia di volte prima di me. Indicò distrattamente una piccola coda di quattro o cinque persone che non avevo nemmeno notato. Mi sentii improvvisamente un coglione.

«O—oh scusi.» mi grattai la testa imbarazzato, per poi fare un piccolo inchino.

Mi infilai timidamente in coda, dietro ad una ragazza dai capelli neri perfettamente lisci,  completamente assorta a limarsi le unghie e con le guance gonfie impegnate a far scoppiare una bolla rosa di chewing-gum.

Durante l'attesa, un altro ragazzo dai capelli color cioccolato, completamente fradicio si mise dietro di me.

«Aish, che idiota! ho dimenticato l'ombrello.»

Mi scappò una risatina, alla scena buffa dell'individuo disperato e la reazione esagerata.

Il suono della mia risata lo fece voltare, e appena i nostri sguardi si incrociarono, cercai disperatamente di soffocarla, tossendo per nasconderla. Ma ormai era troppo tardi.

Inaspettatamente, anche lui scoppiò a ridere.

«Sembro così ridicolo?» chiese, scuotendo leggermente la testa, e l'acqua continuò a sgocciolare.

«No, mi è scappata e basta,» risposi, cercando di mantenere un'espressione seria, ma fallendo miseramente.

«Ok, lo sono,» aggiunse con una risata, il suo sorriso contagiava facilmente.

illusion of stars  ★ taekook [ita] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora