ethereal beauty

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chapter two — *‧₊˚
jeongguks's perspective

La sua presenza catturò il mio interesse sin dal primo istante. Solitamente, ero solito concentrarmi più sui luoghi che sui volti, ma lui rappresentava un'eccezione. Le sue iridi, ferme sulle mie, mi trapassavano con un'intensità tale da farmi percepire un'intrusione profonda nella mia essenza.

A fatica distolsi lo sguardo dal suo per scrutare ogni dettaglio del suo aspetto. I capelli, di un biondo cenere raffinato, lisci e apparentemente trattati, emanavano una lucentezza che tradiva una morbidezza palpabile persino alla vista. La pelle, abbronzata e dalla tonalità calda di caramello, contrastava con la mia carnagione diafana, quasi eterea, come se la luce stessa ne fosse riflessa. Sarebbero apparsi come poli opposti, se solo fossimo stati più vicini.

Le sopracciglia spesse incorniciavano quegli occhi castano scuro, profondi come pozzi, mentre il naso era leggermente arrotondato, conferendo al suo volto una struttura armoniosa. Il fisico, snello ma scolpito, era messo in risalto da una t-shirt bianca aderente che delineava il petto, e da pantaloncini neri che lasciavano intravedere gambe toniche e allenate. Sulla spalla portava un borsone sportivo nero, accompagnato da scarpe da ginnastica, segno inequivocabile che si fosse appena dedicato a qualche attività fisica.

Tutto in lui era così proporzionato, così esteticamente perfetto, che mi chiesi se quella bellezza quasi sovrannaturale fosse frutto di qualche disegno divino. Non riuscivo a cogliere alcun difetto, nessuna imperfezione che potesse minimamente scalfire quella presenza quasi ultraterrena.

Nel frattempo, i suoi occhi non avevano abbandonato i miei, ma improvvisamente il suo sguardo si spostò. Lo vidi esaminare il mio viso con la stessa attenzione con cui io avevo studiato il suo, per poi scendere sugli orecchini metallici che adornavano le mie orecchie, e infine soffermarsi sui miei abiti: una semplice tuta grigia, adatta al comfort casalingo. Quando i nostri sguardi si incrociarono di nuovo, avvertii un fremito al cuore. La sua intensità, ora familiare, mi faceva sentire piccolo, vulnerabile. Nessuno mi aveva mai guardato così.

In quell'istante, Hyonsu fece il suo ingresso, interrompendo quel silenzio carico di tensione.

«Oh, eccoti, Jeongguk! Ti stavo cercando. Hai trovato il caricabatterie?» mi chiese con un sorriso. Scossi la testa, imbarazzato. Ero stato talmente rapito dal suono della mia musica che dimenticai il motivo della mia visita.

«Ah, capisco! Ma vedo che hai già incontrato mio figlio.» Hyonsu posò le mani sulle spalle del ragazzo, avvicinandolo a me. «Jeongguk, lui è Taehyung, mio figlio. Taehyung, questo è Jeongguk.»

«Ehm, ciao...» provai a dire, ma l'imbarazzo fu percepibile nella mia voce.

«Ciao.» rispose, la voce era profonda, e non riuscì a comprendere se fosse stata una delle mie tante e solite paranoie, ma il suo tono risultò freddo e distaccato, quasi irritato avrei osato dire, facendomi chiedere se lui fosse stato d'accordo nel volermi lì dentro.

Nessuno osò aprire bocca, e così Hyonsu notandolo spezzò il ghiaccio e l'atmosfera che si era creata con la sua voce gioiosa.
«In ogni caso, Taehyung vai a farti subito la doccia che tua madre arriva tra poco e mi piacerebbe che cenassimo tutti insieme per accogliere Jeongguk! Che ne pensi?» esclamò dandogli una pacca nella schiena guardando me con entusiasmo.

«Certo...» mi fissò «accoglierlo...» sussurrò alla fine.

Perché sentivo di essere un peso per lui?

illusion of stars  ★ taekook [ita] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora