Capitolo 2: Giù nella tana del coniglio

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Let's the games begin.

La riunione delle matricole fu di una noia mortale, il rettore di Oxford è un uomo non più nel fiore degli anni, capelli brizzolati e occhi vispi. Indossa un completo grigio topo, sartoriale.

<<A tutte le matricole di quest'anno, l'università di Oxford vi dà un caloroso benvenuto. Siamo lieti di averti qui e parlo anche a nome del corpo docenti. Mi chiamo Oliver Fox e, come sicuramente già saprete, sono il rettore di questa università, da ben dieci anni.>> L'uomo prese una pausa, sistemandosi il nodo della cravatta. Ci spiegò brevemente il regolamento scolastico e gli eventi che si tenevano durante l'anno scolastico.
<<Se siete qui oggi, vuol dire che avete il potenziale e il talento per un luminoso futuro>>

<<Oppure i vostri genitori hanno sganciato una bella mazzetta>> urla una voce dall'altro lato della sala. Il rettore cerca di non dare troppo peso a quell'osservazione indesiderata. Si schiarisce la gola e riprendere il suo monologo.

<<Vi consiglio vivamente di seguire le lezioni nella rettitudine e nell'ubbidienza che l'istituto sfoggia da secoli. Senza lasciare che individui sovversivi travino il vostro percorso. Passerete qui gli anni più importanti della vostra vita. Ricordiamo come grandi figure abbaino frequentato queste mure dove ora siete voi, quindi non deludeteci. Vorrei in ultimo fare un applauso agli studenti delle borse di studio>>

Un fragoroso applauso si solleva dalla platea. <<Siamo stati noi a scegliervi ragazzi perché avete quella marcia in più che vi ha fatto brillare, perciò d'ora in poi avete il dovere di portare pregio a questa scuola.>>
Un brivido mi scende lungo tutta la colonna vertebrale. Un sentimento di inquietudine e di colpevolezza.
Ho potuto accedere all'università solo tramite una borsa di studio, vero.
Ma questo pezzo di carta rappresentava l'unica cosa che mi era rimasta, dopo la mia partenza, e non potevo perderla per nessun motivo.
Avevo già perso troppe cose, adesso basta.

Partì l'inno della scuola. Un boato di trombe e violini. Il ragazzo seduto al mio fianco, che aveva dormito per l'intera presentazione. Si svegliò, saltando sulla sedia.
<<È finito?>> Mi domanda stropicciandosi gli occhi.
<<Siamo all'inno>> Lo informo e lui in risposta, si gira dall'altra parte, continuando a sonnecchiare.
È stato un piacere anche per me!

La sala gremita di gente, andò via via scemando verso le uscite, una volta che la riunione finì. Non appena metto piede fuori dall'auditorium, vedo Jasper davanti alla porta, farmi cenno di raggiungerlo.

<<Allora che te ne pare? Come sta andando il tuo primo giorno ad Oxford?>>

Camminiamo sotto il portico riparandoci dai raggi del sole. <<Abbastanza appariscente, direi>>

Il castano cammina al mio fianco. Mi rivolge un sorriso comprensivo.
<<Non preoccuparti è tutto nella norma. Fox spende sempre molte energie per il primo giorno di università, ogni anno. Per lui tutto questo è una cartolina di presentazione per farsi bello davanti alle famiglie dei sostenitori>> Mi spiega con tono pacato.
Annuisco col capo, affiancandolo.

<<Hai fatto amicizia con qualcuno?>>
Trasalisco a quella domanda.
Ripercorro con la mente, le persone che ho incontrato in queste ore.

Lui.
Emma.
I suoi amici scorbutici.
L'ubriaco idiota dell'auditorium.
E il ragazzo che dormiva durante il discorso.
Beh, che dire. Ho una vasta gamma.

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