Natasha Romanoff: My Stepmom

Capitolo 3: L'inizio del confine proibito

Y/N annuisce, ma sa che c'è qualcosa di più profondo che non riesce a spiegare. Il nodo alla gola si stringe sempre di più, una sensazione di disagio e desiderio che non può definire con precisione. "Sì, tutto bene. Solo stanca, risponde, forzando un sorriso. Tuttavia, dentro di lei sa che non è solo stanchezza. Il peso di sentimenti non detti e il caos emotivo che ha provato per giorni si mescolano in un vortice di incertezza.

Natasha la osserva attentamente, i suoi occhi verdi fissi su di lei come se potessero vedere oltre le parole. Non sembra convinta. Senza dire nulla, si alza dalla poltrona dove era seduta, i suoi movimenti agili e controllati come sempre. Cammina verso di lei, e il suono leggero dei suoi passi sul pavimento sembra amplificato nel silenzio che riempie la stanza. Y/N cerca di ignorare il calore che sale nel suo petto mentre Natasha si avvicina e si siede accanto a lei sul divano.

Il divano è ampio, eppure Natasha sceglie di sedersi abbastanza vicino da far percepire a Y/N ogni singolo movimento del suo corpo. Y/N sente il calore della pelle di Natasha irradiarsi verso di lei come una fiamma avvolgente. Il battito del cuore di Y/N accelera immediatamente, martellando nelle sue orecchie, come se il suo corpo rispondesse automaticamente a quella vicinanza.

Natasha non dice nulla per un

momento, lasciando che il silenzio si distenda tra loro come una coperta soffocante. C'è solo il leggero fruscio del loro respiro e il ticchettio distante di un orologio nella stanza accanto. Poi, senza preavviso, Natasha si inclina leggermente verso di lei, i suoi movimenti cosi fluidi e calcolati che Y/ N non può fare a meno di fissarla. Mentre Natasha si china per sistemare il libro che aveva appoggiato sul

tavolino, la sua mano sfiora casualmente il ginocchio di Y/N. Il contatto è breve, quasi impercettibile, ma il suo effetto è devastante. Il corpo

di Y/N reagisce immediatamente, come una scossa elettrica che la attraversa dal ginocchio fino alle spalle, diffondendo una calda ondata di desiderio che le incendia il petto e le gambe. Cerca disperatamente di nascondere la sua reazione, trattenendo il respiro per un secondo, ma sa che Natasha ha percepito quel

piccolo tremito. Natasha, apparentemente indifferente, si raddrizza di nuovo, ma non si allontana. Le loro ginocchia si sfiorano

di nuovo, e questa volta Y/N capisce che è intenzionale. Il silenzio tra loro si fa sempre più denso, carico di una tensione palpabile, come se ogni secondo fosse intriso di aspettativa. Natasha la guarda, con quegli occhi che sembrano brillare di qualcosa di più che semplice preoccupazione.

"Sei sicura che sia solo stanchezza?" le

chiede, la voce bassa e profonda, quasi

un sussurro che fa vibrare l'aria tra di

loro.

Y/N deglutisce, cercando di mantenere la calma, ma il battito del suo cuore è fuori controllo. É come se il suo corpo stesse reagendo in modi che non può governare, mentre la mente cerca disperatamente di restare razionale.

Non è pronta a rivelare ciò che sente,

non vuole ammettere a se stessa

quanto profondo sia il desiderio che la consuma quando Natasha è così vicina. "Si, lo sono, riesce a dire, ma la sua voce trema leggermente, tradendo l'agitazione che cerca di nascondere.

Natasha sorride appena, una piega
delle labbra che è più un gesto di
consapevolezza che di gioia. Sa che Y/N sta mentendo. Lo vede nei suoi occhi,
lo sente nel modo in cui il suo corpo
reagisce alla sua vicinanza.

Eppure, non
la pressa. Sa che deve essere Y/N a
fare il primo passo, a permettere a quei
sentimenti di emergere.

La mano di Natasha scivola lentamente
lungo il bordo del divano, le dita sottili
che tracciano il contorno del cuscino
con una grazia innata, fino a fermarsi
vicino alla coscia di Y/N. Non la tocca.
non ancora, ma l'aria tra di loro sembra
carica di elettricità.