Capitolo 10: La Pianta che Sa Aspettare (Molto Più di Te)

7 1 5
                                    

Sebbene l'edera non sia una protagonista cinematografica ricorrente, le piante in generale hanno sempre avuto un ruolo interessante ed a volte inquietante nel cinema, specialmente quando si tratta di temi di paura e mistero.

Film con piante spaventose sono, ad esempio, "La piccola bottega degli orrori" (1986), dove non troviamo l'edera ma una pianta carnivora gigante, Audrey II, che si nutre di sangue umano. Il film mescola commedia e horror, ma l'idea di una pianta insaziabile e predatoria è al centro dell'intreccio. È un classico esempio di come le piante possano essere trasformate in qualcosa di pericoloso e spaventoso.

Poi c'è "Invasion of the Body Snatchers" (1956 e 1978), che in italiano conosciamo come "L'invasione degli ultracorpi". In questa storia, delle misteriose piante aliene invadono la Terra, sostituendo gli esseri umani con cloni senz'anima. Le piante, in questo caso, rappresentano la minaccia dell'assimilazione e della perdita di identità, un tema che gioca con paure sociali e personali.

E per ultimo, prendiamo "The Ruins" (2008). La pellicola è diretta da Carter Smith ed è stato distribuito in Italia con il titolo "Rovine".
Questo film horror vede un gruppo di turisti alle prese con piante malvagie e aggressive.
Anche in questo caso l'edera non è la protagonista, però alcune delle piante rampicanti nel film hanno un comportamento quasi predatorio e hanno quell'abilità di invadere corpi umani e ucciderli.

L'Edera al cinema

Bisogna dire che l'edera viene spesso usata al cinema come un elemento visivo per evocare atmosfere specifiche, soprattutto legate al mistero o alla decadenza. L'edera diventa quasi una presenza che copre e soffoca la verità.

Ne "L'Edera" (1950) di Augusto Genina, il film rappresenta la pianta in modo non spaventoso (difatti la storia è tratta proprio dall'omonimo romanzo di Grazia Deledda, citato nel capitolo precedente) ma qui l'edera simboleggia l'attaccamento ossessivo della protagonista alla famiglia e ai suoi doveri. È un esempio di come la pianta possa essere utilizzata per rappresentare la sottomissione e la soffocante costrizione psicologica.

Quando le piante fanno paura

Le piante diventano spaventose al cinema quando sfuggono al controllo umano. In film come "La piccola bottega degli orrori" la pianta diventa una minaccia perché cresce oltre i limiti della natura, assumendo una personalità predatoria.

La pellicola "Invasion of the Body Snatchers" usa le piante, invece, rappresentando una forza misteriosa o aliena. In breve, ci troviamo di fronte ad esseri extraterrestri che clonano gli esseri umani, traducendosi come metafora dell'angoscia sociale e della perdita dell'individualità.

Le piante rampicanti occupano spazi che dovrebbero essere sicuri, come in "The Ruins". Le piante che invadono corpi umani o minacciano la vita finiscono per diventare un incubo.
I rampicanti, come l'edera, sono metafore perfette per una minaccia che si insinua lentamente, ma inesorabilmente, in spazi familiari.

In conclusione, mentre l'edera non ha un ruolo centrale in molti film, la sua capacità di "avvolgere" e "soffocare" rende questa pianta un simbolo visivo perfetto per evocare sensazioni di mistero e tensione, soprattutto in contesti gotici o thriller psicologici.

Nel cinema horror o di suspense, le piante diventano spaventose quando simboleggiano minacce naturali fuori controllo o forze aliene che ci superano.

Se dovessimo ancora trattare dell'edera e delle piante spaventose al cinema, probabilmente si dovrebbe partire con una riflessione di questo tipo:

L'edera è una pianta che non chiede permesso. Lei si limita a crescere, testarda, con la determinazione di un contabile che ha appena scoperto una nuova legge fiscale. Se dovesse mai comparire in un film horror, non lo farebbe con grida o tentacoli, ma semplicemente insinuandosi lentamente, invadendo ogni superficie disponibile con l'indifferenza di chi sa che alla fine vincerà. L'edera non corre. Non insegue. No, l'edera è molto più astuta di così. Ti aspetta. E poi cresce, perché non ha nient'altro da fare.

Sicuramente ci ammalierebbe l'idea di piante che prendono il controllo.
I film horror adorano farci credere che le piante diventino pericolose solo quando sono giganti, parlano o si nutrono di esseri umani. Però, la vera paura è l'idea che una pianta ti possa conquistare senza nemmeno muoversi velocemente.

Le piante rampicanti come l'edera? Oh, non hanno bisogno di denti o di fame. Loro hanno solo una cosa: tempo.
Tanto, tanto tempo.
Prima che te ne accorga, hai un giardino che non ti appartiene più, è tutto dell'edera.
Non c'è niente di più terrificante che rendersi conto che non sei più tu a gestire il tuo giardino... o la tua vita.

Alla fine, potremmo concludere con una nota ironica:

"Quindi, se vi trovate
in una casa coperta di edera
e iniziate a sentirvi leggermente
ansiosi, non preoccupatevi.
Non è che l'edera vi sta guardando.
È solo che sa qualcosa che voi
non sapete... e, onestamente,
non ha intenzione di dirvelo.
Preferisce aspettare.
Dopo tutto, ha tutto il tempo
del mondo."

In sintesi, non dobbiamo preoccuparci di Audrey II o delle piante aliene di Invasion of the Body Snatchers...

La vera minaccia è quell'edera silenziosa che, senza fretta, avvolge tutto e lascia che siano gli altri a farsi prendere dal panico...

PROMESSE E RAMI D'EDERADove le storie prendono vita. Scoprilo ora