Capitolo 1

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CAPITOLO 1
LA PASSEGGIATA A SANT'ISIDORO
È l'alba di un caldo ottobre. Le onde si infrangono sullo scoglio con moto ripetuto, vorticoso e spumeggiante. Il mare, ancora caldo dall'estate bollente, oggi spezza le sue onde in maniera violenta.
Ogni onda rilascia una bianca schiuma che schizza sulla spiaggia
vicina e bagna i granchi in cerca di cibo.
Dietro gli scogli, nel piccolo porticciolo del paese di Sant'Isidoro, sono ormeggiate alcune barche di qualche pescatore locale.
La piccola insenatura è spesso un catino naturale che spegne le violente onde, lasciando il passo a onde molto più dolci e tenui, allo stesso tempo, però, diventa spesso raccolta dei rifiuti delle mareggiate, ma questa mattina insieme ai rifiuti è arrivato anche un grosso tappeto arrotolato e legato con cinque corde.
È un tappeto del tipo classico orientale con fondo rosso e
ornamenti oro. È legato con delle corde bianche, le classiche usate nelle barche dei pescatori, incastrato fra due barche, quelle di due pescatori locali.
Evidentemente la mareggiata è stata forte, nella notte infatti è stata accompagnata da un forte temporale.
Si avvicina da lontano, Selly, nella sua camminata mattutina.
Malgrado ci siano quasi 20 gradi, lei tutte le mattine esce con lo stesso look da autunno inoltrato.
Cappellino di pile, tuta con sopra kway viola, scarponcini da trekking e calzettoni fino al polpaccio.
Selly ha 65 anni, è un'infermiera in pensione che ha deciso, dopo la scomparsa del marito, di passare i suoi anni in riva al mare.
Infatti, con i soldi della liquidazione, si è presa un piccolo
monolocale a 50 metri dalla spiaggia. La casa piccolina, ma
graziosa, si affaccia sul golfo.
Le sue finestre, in legno bianco, hanno le caratteristiche tendine che sembrano tovaglie a quadretti bianchi e rossi.
Selly, tutte le mattine, si sveglia alle 5.00, colazione veloce ed esce a camminare per almeno due ore, quattro stagioni su quattro, trecento sessantacinque giorni all'anno.
Con i suoi bastoni da nordic walking, compie sempre lunghi
tragitti. Questa mattina è uscita un po' in ritardo.
Selly, con l'ipod infilato nelle orecchie, oggi ascolta i Pink Floyd: "Shine on you Crazy Diamond" le echeggia nelle orecchie quando si accorge che in spiaggia c'è il tappeto.
Si avvicina, il tappeto è leggermente ondulato dalle onde ridotte nella caletta, però è ancorato sul bagnasciuga. Selly si avvicina e prova a spostarlo verso la riva, ma niente. Troppo pesante, il tappeto non si sposta di un centimetro.
Selly si incuriosisce sempre di più, di come possa essere arrivato lì questo tappeto, che tra le altre cose sembra nuovo.
L'unico che vende tappeti del genere è un commerciante della città, a circa 30 km da dove sono loro.
Come sarà finito qui, nella notte, questo tappeto? Se ci fosse stato la sera prima quelli del Chiringuito della spiaggia se ne sarebbero accorti? Selly crede di sì.
Selly si gira verso la spiaggia in cerca di aiuto, vede in lontananza Samuele, da tutti chiamato Sam.
Sam, anche lui pensionato, però come vigile del fuoco, sta
trascorrendo la sua terza età al mare in compagnia della moglie Violetta.
Sam vede Selly che agita il bastone e prosegue la camminata verso di lei.
Arriva dopo poco davanti a Selly che gli mostra il tappeto. I due, che non si parlano da tempo per un vecchio screzio, si fissano qualche istante. Poi Sam decide di piegarsi e guardare dentro al tappeto.
Non si vede nulla, solo del cellophane.
Sam si rialza e, guardando Selly, le chiede: «Cos'è uno dei tuoi soliti scherzi?»
«Ah, non dire stupidate, Sam, avanti!!! Come avrei potuto portare qui questa roba così pesante?"» risponde pronta Selly.
Sam rimane un po' a pensare, forse Selly ha ragione, come può lei da sola portare qui quel tappeto enorme?
Sam, d'istinto, si gira intorno per vedere se ci sono altre persone e se per caso è vittima di uno scherzo mattutino.
Si guarda bene intorno, non c'è nessuno. C'è solo Rocky, il cane del Chiringuito che dorme vicino alla porta del bar.
Sam, dal suo aspetto rude, porta barba lunga, capelli lunghi raccolti dietro con un codino anni ottanta con una forte stempiatura centrale, la sua camicia a quadri rossa e blu e il gilet di jeans, dice:
«Selly, mi stai prendendo in giro, è possibile che non ti sia ancora passata?»
Selly lo fissa negli occhi e con sguardo di ghiaccio gli dice: «Sei sempre stato tonto e stupido, lo capisci che non è uno scherzo?»
Sam infila la mano nel gilet, tira fuori un coltello a serramanico, lo fa scattare.
Si avvicina verso Selly e le dice: «Allora vediamo cose ci ha
regalato il mare...» Intanto la fulmina con uno sguardo di sfida. Sam si china, prende un lembo della corda bianca e tira verso l'alto tagliando il primo nodo.
Ripete lo stesso movimento per tutte le cinque corde che tengono unito il tappeto orientale.
Con l'aiuto di Selly, Sam sposta leggermente il tappeto nella direzione della spiaggia, così ora non è più incastrato nelle barche e inizia a srotolarlo.
I primi giri sono molto pesanti, il tappeto è grosso. Iniziano a lavorare insieme anche perché la curiosità ormai è maggiore dei vecchi dissapori.
Ultimato il lavoro di squadra i due si trovano un grosso imballo di pluriball lungo circa due metri e con un diametro di circa sessanta centimetri.
Sam sta per affondare il coltello, ma Selly lo ferma dicendo:
«Piano Sam, per Dio, potresti rovinare il contenuto.»
Sam allora appoggia delicatamente la lama e inizia a tagliare verso l'alto ma, a un tratto, si ferma come paralizzato.
Sam, con gli occhi sbarrati, guarda Selly che abbassa prontamente lo sguardo e ritorna subito negli occhi di Sam.
«Fermati, Sam» dice Selly. «Chiama la polizia.»

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