8. Il sapore della vittoria

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Hunter

«Gotta keep those tears at bay
Oh, my love, don't stop burning
Gotta send them up in flames.»
Flames - David Guetta & Sia

Amo vincere perché mi fa sentire in potere come nient'altro al mondo.

Dopo aver passato tutta la mia infanzia a sentirmi fragile e così dannatamente vulnerabile, ho fatto della mia esistenza una vera e propria missione per fare in modo che non mi sentissi mai più così.

E la vittoria è una delle poche cose che me lo permette.

Ieri sera mi sono accontentato del premio di consolazione gentilmente offerto dalla ragazza che avevo praticamente ignorato al pub e alla fine me ne sono andato accettando la sconfitta.

È stata la notte più mediocre e insapore di tutta la mia vita e non sono riuscito a chiudere occhio, perché non ho fatto altro che rivedere davanti agli occhi quella stronza di Skyler che mi sfidava silenziosamente, come se godesse nel vedermi fare di tutto per avere una sua reazione e non riuscirci.

Quando sono uscito dall'alloggio della tipa di cui non ricordo nemmeno il nome ero ancora più frustrato di prima, ma poi, senza nemmeno farlo apposta, mi sono ritrovato nello stesso bar di Skyler e la piega che aveva preso la mia giornata è cambiata radicalmente fino a diventare perfetta.

Ho aspettato che fosse da sola, che finalmente avesse abbassato la dannata guardia e ho giocato il mio turno. Perché forse lei pensava che mi sarei arreso, ma si sbagliava di grosso: Hunter Reyes non si arrende mai e soprattutto non accetta sconfitte.

Devo ammetterlo, però, non pensavo sarebbe stato così semplice: per una che dice di odiarmi e che ha definito più volte le ragazze che mi girano attorno "stupide" o "illuse", le è bastato davvero poco per cedere. E, soprattutto, non credevo che sarebbe bastata la mia vicinanza a farlo accadere, ma quando l'ho bloccata contro quello scaffale si è trasformata all'improvviso dalla maestrina che si è sempre professata superiore a me ad una delle tante ragazze che tanto le piaceva prendere in giro.

Sembrava un cerbiattino davanti ai fari di un auto con quei suoi occhi che luccicavano di paura e di confusione, il respiro completamente fuori controllo e la pelle arrossata sulle guance e sul collo. Ed era fottutamente bella sconfitta e fuori controllo, cazzo.

Al ricordo di come sono riuscito a portarla oltre il limite e prendermi ciò che volevo non riesco a trattenere un sorriso.

Vincere contro di lei e prendermi tutto il suo fuoco non è mai stato così soddisfacente.

Cullato dall'effetto dell'erba che io e i ragazzi ci siamo fumati — io per festeggiare, loro per smaltire il post sbornia, anche se non credo funzioni proprio così — e il ricordo di ciò che è successo stamattina, sto strimpellando il motivetto di una delle mie canzoni preferite quando sento il rumore di una notifica squarciare la pace del momento.

Mollo la chitarra sul letto e afferro il cellulare dal comodino sulla mia destra, anche se un po' controvoglia per paura di ritrovarmi davanti ad un messaggio di mia madre o — peggio ancora — di mio padre, che mi rovinerebbe l'umore.

La sorpresa che provo nel vedere che non si tratta della mia famiglia, bensì di un like su Instagram da niente di meno che Skyler Abbott mi fa quasi dubitare di me stesso e della mie attuali capacità mentali, forse un po' annebbiate da tutto quello che mi sono fumato. Seguo il suo profilo da quattro anni e non ha mai nemmeno ricambiato, perciò non può essere davvero lei ad avermi messo mi piace ad una foto.

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