CAPITOLO SEI

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La colazione gli fu portata in camera da un domestico molto silenzioso, Louis aspettò che fosse uscito per esaminare l'enorme quantità di cibo dolce e salato. Non aveva mai fatto colazione a letto e la cosa lo fece sorridere. Si ripromise di impegnarsi di più, perché il suo daddy gli stava offrendo molto e doveva ricambiarlo. Finito di mangiare e una volta che il cameriere ebbe ripreso il vassoio, si guardò intorno annoiato. La libreria sopra la scrivania era vuota, non c'erano fumetti nella stanza o giochi, neppure la tv. Fortunatamente, la porta si spalancò e il padrone di casa lo raggiunse. Immediatamente, Louis fissò il viso ormai familiare e gli sorrise timidamente. Harry si fermò vicino al letto e gli disse: "Togli il pigiama, piccolo. Oggi, lavorerò nello studio e voglio che il mio bambino, mi faccia compagnia". Annuendo, Louis si spogliò, restando seduto sul letto in boxer e fissando poi l'altro con aria interrogativa. Non sapeva, cosa dovesse indossare. L'uomo fissò la sua intimità, evidenziata dagli slip stretti e si leccò le labbra, informandolo: "Sei perfetto, così, piccolo. Ora, vieni con me". Senza aggiungere altro, uscì dalla stanza e Louis, in palese imbarazzo, lo seguì nel corridoio. Lo studio era solo a un paio di porte di distanza. Harry lo fece entrare insieme a lui e chiuse la porta, a chiave. Sedette poi alla scrivania, di fronte al computer, poggiando il proprio cellulare vicino alla tastiera. "Vieni qui, piccolo, avvicinati" invitò il ragazzo, la voce bassa e profonda. Louis si fece vicino, incerto. Il più grande lo prese sotto le braccia e lo fece sdraiare a pancia sotto sulle sue ginocchia. Louis cercò di mantenersi in equilibrio, mentre il più grande lo sistemava meglio, allargando le proprie gambe per bilanciarlo e trattenendolo con una mano sulla schiena. Alla fine, il più giovane si ritrovò con il mento su una gamba del suo daddy, il corpo appoggiato sulle cosce leggermente divaricate e le gambe che penzolavano, dal lato opposto della testa. Si sentì bruciare di imbarazzo, praticamente nudo con indosso solo qui minuscoli slip. Harry si schiarì la voce, portando la mano dalla schiena dal ragazzo alla curva del fondoschiena, coperto solo dall'intimo. Lo carezzò gentilmente, spiegandogli: "Adesso, mentre daddy lavora, tu starai buono qui". Fece una pausa, infilando un dito oltre l'elastico degli slip e sfiorando la pelle bollente. "Non voglio sentire un fiato, piccolo. Non mi devi disturbare, capito? E non venire, senza permesso" aggiunse con tranquillità, mentre l'altra mano si infilava tra i loro corpi e si poggiava esattamente sulla punta del membro del ragazzo. Louis si irrigidì, cercando di obbedire agli ordini ricevuti. Una voce sconosciuta, proveniente dal computer, lo fece sobbalzare ma Harry rimase tranquillo, rispondendo alla persona con cui era collegato: "Buongiorno, Timson. So che ci sono alcune clausole, che vorresti negoziare". Parlando, infilò la mano sul retro degli slip del ragazzo e gli strizzò una natica. Louis pensò di svenire, mentre si sforzava di non emettere nessun suono. Comprese che, essendo sdraiato al di sotto della scrivania, questo Timson non poteva vederlo e neppure sapere cosa stesse facendo Harry, mentre parlavano di lavoro. La mano calda e forte del maggiore si spostò nel solco tra le natiche, le dita che si muovevano con un tocco leggero. Continuando a parlare, con voce alta e chiara, l'uomo mosse anche l'altra mano, carezzando l'erezione ormai formata del ragazzo, da sopra la stoffa. Era una lenta, piacevole tortura. Le voci di Harry e di Timson erano un sottofondo lontano e non importante, mentre Louis si dimenava appena sulle cosce muscolose dell'uomo e si mordeva le labbra fino a farle sanguinare, per non gemere in risposta ai tocchi dell'uomo. Il ragazzo sospirò sollevato, quando la mano che gli accarezzava i glutei scomparve per qualche istante, ma sobbalzò sentendola di nuovo contro la sua pelle bollente, le dita di Harry adesso umide di un liquido freddo e viscoso. Ora che erano lubrificate, l'uomo portò le dita alla fessura nascosta tra le sue natiche e spinse con delicatezza. Louis non poté trattenere un piccolo mugolio, gli occhi umidi di lacrime ed il viso arrossato per l'eccitazione e l'imbarazzo. L'altra mano di Harry, si era insinuata dentro gli slip e gli pompava lentamente l'erezione, i gesti ritmici e tranquilli. Anche se quelle sensazioni erano tutte nuove per lui, il ragazzo sapeva che presto sarebbe esploso, per il troppo piacere. Due dita di Harry erano dentro di lui, si muovevano languide e possessive, impossessandosi di parti mai sfiorate prima. L'altra mano ripeteva gli stessi gesti che l'uomo aveva compiuto nella vasca, muovendosi lungo il membro arrossato e gonfio dapprima lentamente e poi sempre più veloce. Louis avvertì anche, contro la gamba, la lunghezza dura e bollente dell'uomo e la cosa non faceva che eccitarlo, ancora di più. Ormai sul punto di urlare ed implorare, pronto ad accettare qualunque punizione, Louis si accorse che Harry si stava congedando, con voce decisamente affaticata, dal suo interlocutore. Sperò che il suo daddy gli concedesse finalmente di liberarsi, raggiungendo il culmine del piacere. Ma un secondo dopo aver terminato il collegamento, Harry ritrasse le mani e lo spinse con fermezza, facendolo scendere dalle sue gambe. Louis si appoggiò confuso alla scrivania, si sentiva andare a fuoco e il suo membro era talmente duro da fargli male. L'uomo di fronte a lui lo fissò con un'espressione quasi adorante, facendogli mancare l'aria. Sapeva di essere un disastro con gli slip umidi in diversi punti, il volto arrossato, le guance bagnate di lacrime e le labbra spaccate. Ma Harry si alzò dalla sedia e gli prese il viso con una mano, unendo le loro labbra in un bacio affamato. Prepotente, la lingua del maggiore, si insinuò nella bocca del più piccolo, gemendo forte mentre si spingeva su di lui, schiacciandolo contro la scrivania. La mano che gli teneva il viso, si mosse ad afferrarlo per i capelli trattenendolo per prolungare quel bacio bagnato. Obbediente, Louis si lasciò divorare la bocca, cercando timidamente di imitare i movimenti della lingua del suo daddy. Harry, portò l'altra mano a sbottonarsi i pantaloni, in cerca di sollievo. Si staccò dalla bocca del ragazzo, prendendolo sotto le braccia per sollevarlo, in modo che sedesse sulla scrivania. "Sei bellissimo, piccolo mio" gli disse, la voce bassa e tremante di desiderio. "D-daddy" riuscì solo a sussurrare il più giovane. "Sdraiati" gli ordinò, sospingendolo gentilmente ma con decisione e salendo sopra la scrivania, mentre si sfilava allo stesso tempo pantaloni e boxer. Louis si ritrovò disteso sulla schiena, sul freddo legno, il corpo possente e caldo di Harry, sopra di lui. Non sapeva cosa aspettarsi, un tremito gli percorse il corpo mentre la bocca calda dell'uomo si posava su suo collo, coprendolo di baci e piccoli morsi mentre sussurrava: "Non devi più trattenerti, piccolo, fammi sentire come ti piace". Le labbra scesero lungo il collo, sul torace, mentre le mani dell'uomo gli sfilavano gli slip e gli afferravano le cosce tremanti e le sollevavano, portandole sui propri fianchi. Louis ansimò, agitandosi senza sapere cosa fare. Poi, una mano di Harry si insinuò di nuovo tra le sue gambe, spingendo due dita con forza dentro di lui e facendolo gemere forte, in modo incontrollato. Si mossero, sforbiciando dentro di lui. "Daddy!" urlò, senza trattenersi, il leggero bruciore completamente superato dal piacere, quando l'uomo raggiunse e sfiorò un punto speciale dentro di lui. Continuando a muovere le dita, Harry gli leccò e succhiò i capezzoli sensibili, portando allo stesso tempo la mano libera sul proprio membro duro e bisognoso. "Così bravo, per il suo daddy" ansimò, eccitato. Louis si inarcò istintivamente verso di lui, piagnucolando disperato. L'uomo più grande girò il polso, muovendo ancora la mano dentro lo stretto canale del ragazzo, preparandolo velocemente perché non riusciva più a trattenersi. "Daddy, daddy" ripeteva Louis, scuotendo la testa e sollevando il bacino verso l'alto. Harry ritrasse la mano, portandola sull'erezione bagnata del più piccolo e carezzandolo lentamente. Con voce strozzata e roca, si rivolse al ragazzo sotto di lui: "Il mio bravo bambino, tutto eccitato e pronto, per il cazzo di daddy". Louis mugolò, incapace di rispondere, eccitato, spaventato e imbarazzato al tempo stesso. Abbassando lo sguardo, notò il grosso pene eretto del maggiore, sul punto di penetrare nella sua stretta fessura. Si irrigidì ed ansimò, ma Harry non gli diede tempo di reagire in alcun modo mentre guidava il suo membro dentro di lui, l'altra mano che lo masturbava con decisione per distrarlo dall'iniziale dolore. L'uomo spinse i fianchi in avanti, penetrandolo fino in fondo con un solo colpo, il ragazzo strillò forte, alla sensazione di venire aperto e riempito dal grosso membro del maggiore. Harry si ritrasse per spingersi di nuovo, gemendo forte, per il piacere. "Cazzo, piccolo mio, sei così stretto e caldo, perfetto per il tuo daddy" gli disse, oscillando i fianchi e cambiando angolazione, fino a colpire in pieno la prostata del più giovane. "Daddy!" urlò il ragazzo, ondate di piacere che lo travolgevano mentre Harry si spingeva dentro e fuori, i muscoli tesi nello sforzo ed il volto distorto dall'estasi. Le braccia di Louis circondarono le spalle dell'uomo, mentre si spingeva verso l'alto seguendo i movimenti del maggiore. La mano di Harry continuava a muoversi sull'erezione ora pulsante, del ragazzo. "Sono vicino, piccolo mio" rantolò a limite, l'uomo, aumentando esponenzialmente la velocità delle spinte e della mano, che carezzava il membro del più giovane. "Vieni per daddy, piccolo, vieni per me" gli ordinò con voce tremante, ormai sul punto di riversarsi nel corpo sotto di lui. Il giovane si irrigidì, venendo copiosamente nella mano dell'uomo. Pochi istanti dopo, Harry chiuse gli occhi e raggiunse a sua volta l'orgasmo, sorridendo soddisfatto mentre il suo seme riempiva lo stretto canale del ragazzo.

Quello che daddy vuole - Larry (Sconsigliata a pubblico sensibile)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora