Low Red, il rapper dal cuore spezzato e dalla voce ruvida, aveva sempre messo la sua anima nella musica. Nei suoi testi si percepiva una malinconia profonda, una solitudine che sembrava inseguirlo ovunque andasse. Ma c'era una persona che riusciva a far brillare la sua vita in un modo che nessuna canzone poteva davvero spiegare: lei, Giulia.
Giulia non era una delle tante ragazze che frequentavano i concerti o che lo seguivano sui social. Non cercava riflettori o fama, e forse era proprio questo che la rendeva così speciale agli occhi di Low Red. Si erano conosciuti per caso, durante una serata tranquilla in un bar di periferia, lontano dal glamour e dal caos del mondo della musica. Lei lavorava lì come barista, e ogni tanto, mentre lui beveva una birra al bancone, scambiavano qualche parola.
Era iniziato tutto in modo semplice, quasi banale. Una battuta sul tempo, un commento su un vecchio disco che suonava in sottofondo. Giulia non sembrava impressionata dal suo status di rapper, e Low Red apprezzava la sua autenticità. Ogni volta che passava dal bar, si ritrovava a cercare il suo sguardo, aspettando quel sorriso che gli faceva sentire il cuore più leggero, anche solo per un istante.
Con il tempo, i loro dialoghi divennero più profondi. Giulia parlava della sua passione per l'arte, del sogno di aprire una galleria un giorno, mentre Low Red le raccontava della sua infanzia, delle difficoltà che aveva attraversato, delle cicatrici che portava dentro di sé. Le parlava come non aveva mai fatto con nessun altro. C'era qualcosa in lei che lo faceva sentire al sicuro, capito, anche quando le parole non bastavano.
Ma mentre lui si apriva sempre di più, si accorgeva che Giulia non lo vedeva nello stesso modo. Per lei, Low Red era solo un amico, qualcuno con cui condividere un po' di tempo e qualche risata, ma nulla di più. E più lui cadeva in quel sentimento, più capiva che per Giulia, il loro rapporto non avrebbe mai superato quel confine.
Un giorno, dopo uno dei suoi concerti più intensi, Low Red decise di dirglielo. Non poteva più trattenere quello che sentiva, quella frustrazione di amare qualcuno che sembrava non accorgersi di quanto significasse per lui. Si presentò al bar dopo l'ora di chiusura, quando sapeva che Giulia sarebbe stata sola a sistemare le ultime cose.
"Giulia, devo parlarti," disse, con la voce che tradiva la tensione che provava dentro.
Lei lo guardò con quel sorriso caloroso che lui tanto amava, ma c'era una leggera preoccupazione nei suoi occhi. "Certo, Red, cosa c'è?"
Lui si avvicinò, le mani infilate nelle tasche del giubbotto, cercando le parole giuste. "Sai, in questi mesi... abbiamo passato molto tempo insieme. E io... penso a te più di quanto dovrei. Più di quanto pensavo fosse possibile."
Giulia lo fissò, il sorriso che lentamente svaniva dalle sue labbra. Sembrava capire dove stava andando a parare, ma non lo interruppe.
"Credo di essermi innamorato di te," continuò Low Red, la voce che si incrinava leggermente. "Non so come, non so quando, ma è successo. E non posso più ignorarlo."
Per un attimo ci fu solo silenzio. Giulia abbassò lo sguardo, stringendo il panno che stava usando per pulire il bancone, poi sospirò. "Red... tu sei una persona incredibile. Sei gentile, profondo, e sono così grata di averti nella mia vita. Ma... io non provo lo stesso. Non è che non ti voglio bene, è solo che... non riesco a vederti in quel modo."
Le parole di Giulia caddero come macigni sul cuore di Low Red. Sebbene lo avesse temuto, sentirle ad alta voce fu come un colpo al petto. Avrebbe voluto dirle che poteva aspettare, che magari un giorno le cose sarebbero cambiate. Ma sapeva che sarebbe stato egoista.
Giulia continuò, cercando di essere il più delicata possibile. "Non voglio farti del male, davvero. Ma non posso darti qualcosa che non ho dentro. Per me sei un amico, un amico importante, e lo sarai sempre. Non voglio perderti, Red."
Lui annuì, cercando di non mostrare quanto stesse soffrendo. "Capisco," disse, anche se non era sicuro di farlo davvero. "Non è colpa tua, Giulia. Forse è solo colpa mia, per aver sperato troppo."
Giulia si avvicinò, prendendogli le mani. "Non è colpa di nessuno, è solo la vita. E so che troverai qualcuno che ti amerà come meriti. Sei speciale, Red. Non dimenticarlo mai."
Quelle parole avrebbero dovuto consolarlo, ma in quel momento suonarono vuote. Low Red le sorrise, un sorriso debole e triste, e la salutò, sapendo che qualcosa tra loro era irrimediabilmente cambiato.
Quella notte, tornato a casa, prese il suo quaderno e iniziò a scrivere. Scrisse delle sue emozioni, del dolore di amare qualcuno che non poteva ricambiare. Mise tutto su carta, cercando di trasformare quella sofferenza in qualcosa di creativo, come aveva sempre fatto. Ma, anche se la musica lo aiutava a sfogarsi, non riusciva a colmare il vuoto che sentiva dentro.
Giulia non era solo una ragazza, era diventata il centro di un sogno che ora sapeva non avrebbe mai potuto realizzare. E, per la prima volta nella sua vita, Low Red si rese conto che non tutte le ferite potevano essere guarite con una canzone.