Avevamo organizzato una piccola festa di rientro per Mattia, insieme a tutti i nostri parenti. Era davvero bello quando tutta la famiglia si riuniva mi piaceva moltissimo avere tutte le persone che amavamo intorno, sopratutto il mio dolce e taciturno Zio, (il fratello di nostra madre) si perché lui parlava solo con i suoi occhi quei grandi occhi marroni. Eravamo tutti dalla nonna, lei aveva un ristorante non tanto distante dal paese, amavo stare lì era il mio posto preferito in assoluto, era circondato, da un vasto giardino che si estende per diverse centinaia di metri, perfettamente curato dove erano posizionati diversi alberi di quercia grandissimi, tra piante e cespugli di more,rose, e altri fiori di cui non sapevo il nome ma erano davvero belli. Tra questi cespugli, sgorgavano sentieri di ghiaia, conducendo gli ospiti verso angoli nascosti dove panchine di ferro battuto offrono momenti di riposo. Vicino alla stesura verde c'era una piccola casetta con una tettoia fatta in legno, recintata da pannelli anche essi in legno, è li che mio nonno mi costruì una piccola altalena, mi piaceva un sacco andarci sopratutto perché me l'aveva costruita lui con le sue mani. Era arrivata l'ora di mettersi a tavola, mi misi a capo tavola, per vedere bene ogni persona che era li. Con le mani sul tavolo, poggiai delicatamente il mento su di esse, accennando un piccolo sorriso. Guardando ogni uno di loro chiacchierare, e ridere tra di loro. Tutto andò bene, la cena si concluse con un dolce tipo della nonna che fa di solito lei era il più buono al mondo. Quando ci mettemmo tutti davanti a un grandissimo pianoforte e mio nonno iniziò a suonare, delle canzoni che io neanche sapevo l'esistenza, ma era un piacere ascoltarlo, infatti ogni volta che lo suonava mi mettevo accanto a lui sulla panca per vedere come facesse a suonarlo. Quando il ristorante era aperto, nonno suono sempre per i clienti che venivano a mangiare li, e puntualmente mi mettevo sempre accanto a lui per imparare, ed ogni volta che finì, esordirono tutti con entusiasmo con un applauso. Una volta riuniti in questa grande sala, si congratularono con Mattia, per il grande coraggio che aveva avuto andando in missione. Quando mio fratello di mezzo Edoardo mi chiamò, "Ehy Azzurra, vieni un secondo" distolsi lo sguardo da tutti loro e lo guardai, e piano piano facendo un piccolo salto dalla panca dove ero seduta andai verso di lui, "che c'è?" Dissi, mentre era seduto vicino al camino. Quando mi bisbigliò qualcosa nell'orecchio, qualcosa di incomprensibile c era troppa confusione per sentire quello che mi stava dicendo "che cosa hai detto?" Gli dissi, facendogli cenno che non avevo capito assolutamente nulla di quello che aveva detto. Allora mi prese la mano, e mi trascinò fuori in veranda, "Edo, se è uno dei tuoi soliti scherzi stupidì ti do un calcio al ginocchio" dissi aggrottando le sopracciglia, con aria minacciosa. "Non devo farti nessuno scherzo, quello che ti sto per dire deve rimanere tra noi" disse con un tono di voce diverso mi sembrava al quanto serio, forse è successo qualcosa di grave? Mi domandai. "Si è innamorato!" Esordì cosi come se non vedesse l'ora di dirmelo, ma non capivo chi, cosa, e perché? "Ma chi?" Continuai a guardarlo senza capire di cosa stesse parlando. Alzo gli occhi al cielo, come se dovevo capire subito di chi stava parlando. "Nostro fratello scema" piegai leggermente il capo, come se continuassi a non capire quello che stava dicendo. Poco dopo spalancai gli occhi, come se solo in quel momento capii di chi stava parlando
"e di chi?" Continuai curiosa, mentre guardavo attraverso la porta della veranda le immagini che scorrevano dalle mia famiglia. "E una ragazza che ha conosciuto quando era a scuola, e molto presto lo dira" confesso in fine, il suo tono era al quanto soddisfatto forse sarà che era contento per lui, anche io lo ero forse mi dava fastidio la cosa che lo avesse detto prima ad Edo che a me, non lo so ma mi sentivo davvero frustrata in quel momento. "Tu dici che ce la farà conoscere?" Domandai quasi incerta mentre giocherellavo con i miei ricci biondi. In quel momento Edo annui, senza dire niente e torno dentro, io rimasi li in quella veranda, metabolizzando ancora quello che mi aveva appena detto. C'era un pallone li e iniziai a giocarci, tirandolo con i piedi addosso al muro, prima piano, poi sempre più forte da far cadere un pezzo di cemento da esso. Non mi dispiaceva il fatto che mio fratello avesse una ipotetica ragazza, ma solo di essere sempre l'ultima a sapere le cose, rimuginai dentro di me.
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Quindi inverni sotto lo stesso cielo ( quel legame che ci unisce)
ChickLit-TRATTO DA UNA STORIA VERA- In un piccolo e tranquillo paesino, dove ormai l'aria del l era alle porte, con sé porta un evento straordinario: la nascita di Nicolò, il primo nipote di Azzurra, una ragazzina di soli 13 anni. Per Azzurra, che aveva sem...