Il rapporto tra Simone e Manuel sembra riprendere lentamente man mano che iniziano a frequentarsi più spesso e a condividere le loro passioni.

La sintonia tra loro cresce progressivamente, creando un legame più profondo rispetto a quello che avevano da bambini.

Halloween si sta avvicinando sempre di più e i loro compagni sono in uno stato d'inquietudine.

Le chiacchiere si intrecciano nei corridoi mentre tutti si organizzano per fare una festa.

Simone e Manuel si sono ritrovati più volte, ma l'atmosfera leggera di questi giorni sembra metterli a disagio.

Ogni volta che ridono insieme, una parte di loro teme di tornare a nascondersi dietro le maschere di sarcasmo e indifferenza.

L'aria nell'istituto è intrisa di quella strana euforia pre-festa, una tensione elettrica che si propaga nei corridoi.

Ma per Manuel e Simone, quella leggerezza è come una lama a doppio taglio.

Seduti sulla panchina del cortile, tra i raggi di sole di fine ottobre, i due si scambiano battute, con quelle risate che riempivano lo spazio tra loro, eppure lasciano una sorta di vuoto.

Ogni volta che le risate si spengono, resta una pausa strana, carica di parole non dette.

Simone guarda Manuel obliquamente, quasi cercando di decifrare qualcosa nei suoi occhi. «Stiamo tornando a come eravamo?» si chiede, mordendosi leggermente il labbro inferiore.

«Forse si» risponde Manuel.

«Tu ce vai alla festa de halloween?» chiese Manuel all'improvviso cambiando completamente discorso, rompendo il silenzio con un tono che suonava forzato.

Simone alza le spalle, cercando di mascherare l'incertezza.

«Sì, credo di sì... e tu?».

«Credo anch'io de si» risponde Manuel

Ma c'è qualcosa di strano nel suo sorriso, una vena di dubbio che Simone non riesce a ignorare.

Le loro risate recenti, quella familiarità ritrovata, sembrano così fragili, come una vecchia fotografia ingiallita.

Ogni battuta rischia di riportarli su quel confine pericoloso, dove il sarcasmo e l'indifferenza li avevano sempre tenuti lontani l'uno dall'altro.

Manuel lo sente, e forse anche Simone.

«Sai, è strano... ridere di nuovo con te» dice Simone a bassa voce, quasi come se quelle parole non dovessero essere ascoltate.

Manuel si volta, osservandolo con una certa attenzione, una smorfia appena accennata sul volto.

«Sì, è strano. Ma nun è male»

«Già» rispose Simone, ma il disagio si è fatto strada tra loro, come un'ombra lunga e silenziosa.

.....

La brezza d'ottobre si fa più pungente mentre il sole comincia a scendere, tingendo il cielo di sfumature arancioni e rosse.

Simone si stringe il giubbotto attorno al corpo, guardando le foglie secche che volano leggere ai margini del cortile.

Il silenzio tra loro sembra allungarsi, diventando quasi insopportabile.

Manuel incammina verso l'uscita insieme a SImone infilando le mani nelle tasche dei jeans e si volta verso il cancello della scuola. «Allora...ce vediamo là, penso» dice, come per concludere quella conversazione che sembra sempre rimanere a metà, sospesa in un limbo fatto di incertezze e ricordi.

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