Mi sveglio quando sento Hank che mi lecca la faccia. Sono intorpidita, ho dormito rannicchiata senza coperte e senza vestiti. Ero davvero esausta, quel pianto per Hank mi ha distrutta.
Lo guardo e ripenso a ieri sera, gli passo una mano leggera su tutto il corpo e vedo la sua coda muoversi sulle lenzuola.
«Ciao tu, andiamo a prenderti del cibo adatto a te» sento bussare e vedo Hank scendere di corsa le scale, lo seguo senza pensarci un nano secondo e mi trovo davanti alla porta d'ingresso.
«Chi è?» chiedo seccata.
È mattina presto!
«Sono Hans, ti ho portato la torta per la colazione e del pasticcio per Hank e poi...poi volevo portarti al negozio per prendergli del cibo, ricordi?»
Ricordo che a momenti ammazzi il mio cane!
Prendo il guinzaglio sul divano e lego Hank mentre apro solamente uno spiraglio della porta d'ingresso.
«Mi sono appena svegliata, non serve vado io» alzo lo sguardo perché è più altro di me di almeno quindici centimetri. Mi guarda, dai piedi per poi soffermarsi occhi negli occhi.
«Sei nuda» storce lievemente il labbro verso destra, è una smorfia che gli ho già visto fare ieri sera, una sorta di sorriso per lui o almeno pensa che lo sia.
Lo guardo dritto negli occhi e ricordo di non avere indosso il pigiama, ma solo l'intimo, chiudo velocemente la porta e salgo al piano di sopra. Metto una delle mie felpe XXL e scendo.
Brava Helena! Facciamoci vedere nude dal nipote di Nora! Vai alla grande.
Riapro la porta «eccomi, mi sono addormentata e non ho messo il pigiama» abbasso lo sguardo un po' colpevole per non averci pensato, scendendo di corsa non ho nemmeno preso la mia vestaglia per coprirmi.
«Posso entrare?» me lo chiede a bassa voce, sento ancora quel senso di colpa trasudare dal suo corpo e non ho alcuna intenzione di levarglielo di dosso, è giusto così.
Sento Hank scodinzolare dietro di me e apro la porta, Hans entra e chiude la porta alle sue spalle mettendo il pasticcio per terra, poi torna a guardarmi.
«Io...ecco mi dispiace per ieri sera» vedo che la sua mano vaga nella chioma, è in imbarazzo, si sente in colpa, ma l'imbarazzo prevale.
«Sei il nipote di Nora, non voglio avere discussioni. Al negozio ci vado da sola» chiara, concisa e senza alcuna voglia di parlare di ieri sera.
«Devo anche accompagnarti in biblioteca ho le chiavi, ordini della nonna»
Stringo i pugni e sbuffo, lui lo nota e mi volto a guardarlo. Sicuramente i suoi occhi devono essere un'arma che userà con numerose ragazze, ma gli anni che ci separano e la mia armatura forgiata con l'acciaio ha fatto sì che io non cadessi in certe trappole.
«Dammele» il mio è un ordine mentre gli metto sotto il naso il palmo della mano.
«Vorrei rimediare, per favore Helena lasciati accompagnare solo una volta. Ti mostro tutto il centro del paese almeno saprai orientarti»
Mi dirigo in cucina e metto la torta al cioccolato in un contenitore posandola in frigo. Mi verso una tazza di tè e mi siedo sullo sgabello. Ho le gambe in mostra, ma sono gambe che ha già visto ieri sera e non credo si imbarazzerà ancora. Uno così deve avere per forza una fidanzata, quale folle lo lascerebbe da solo.
«Non vengo in moto come ti ho già detto, mi sposto solo con Hank» ferma, chiara, sicura.
«Sono col furgone, Hank può venire con noi» assottiglia la voce e abbassa il tono mentre mi guarda e si avvicina sedendosi sull'altro sgabello «ti ho sentita ieri sera»
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La libellula che non sapeva volare
RomanceHelena è una donna di trentacinque anni che, dopo aver vissuto sotto ad un tetto dove la violenza domestica era all'ordine del giorno e ha passato la maggior parte della sua vita a soccorrere la madre piena di lividi e ferite, decide di trasferirsi...