Il mio antagonista

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“Kookie, andiamo al cinema?”

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Kookie, andiamo al cinema?”.

Mastico la mia gomma, faccio una bolla, la lascio scoppiare per poi annuire svogliatamente, portarmi lo zaino in spalla ed incamminarmi verso l’uscita di scuola. Avverto i passi affrettati dietro di me, della mia attuale ragazza e la sento affannarsi “hey, almeno aspettami! Che film vogliamo andare a vedere?”. Guardo il cellulare e noto una notifica di Jimin, illuminandomi e sorridendo alla sola vista del suo nome “Jungkook, torno a casa prima perché la zia aveva bisogno di una mano con il kimchi, torna tranquillamente quando vuoi”.
Sputo la gomma e mi volto verso la ragazza che mi guarda in attesa di una mia risposta e mi scuso, ben conscio di ciò che accadrà da un momento all’altro “devo tornare a casa, Jimin mi aspetta”. Tuttavia lei stringe tra le mani la mia felpa e mi costringe a voltarmi verso di lei che appare stizzita e urla “ancora con Jimin?! Sono stufa di essere messa sempre da parte! Sono io la tua fidanzata, non lui!” sbuffo e con un gesto della mano cerco di liquidarla e chiudere questa storia qui ma lei ,frustrata, mi tira uno schiaffo in pieno viso “sai che ti dico? Vai a farti fottere tu e Jimin!”. Massaggio la parte del viso appena schiaffeggiata, alzo le spalle e sbuffo “beh, fá un po’ come vuoi” e così dicendo le volto le spalle e mi incammino verso casa nostra, ignorando gli insulti e imprecazioni di quella che, ormai, è la mia nuova ex-fidanzata.

Sbuffo e mi guardo in giro sognante e felice di poter tornare a casa prima e vedere l’unico di cui mi importa veramente: Jimin.
Siamo amici da anni e abbiamo condiviso da sempre tutto ed ora ci ritroviamo a condividere anche la stessa casa e addirittura la stessa camera e letto. In tanti anni di amicizia, mai ha voluto raccontarmi della sua storia familiare e del perché lui sia stato cacciato via di casa ma so fin troppo bene che mia madre ne è a conoscenza. Non ho mai insistito per conoscere la verità che si cela dietro questo tragico risvolto, né con lui, né con mia madre perché sto aspettando che Jimin si fidi al tal punto da confidarsi spontaneamente. Dopo qualche minuto, rientro a casa e sorrido spensierato vedendo Jimin tutto sporco di cibo con uno sguardo accigliato verso il povero ed incurante kimchi. Alza lo sguardo di scatto e mette su un’espressione corrucciata “mi spieghi cosa ci fai qui?”.
Io poggio lo zaino sul divano, mi lavo velocemente le mani, rimbocco le maniche della maglia e mi siedo di fronte a lui, cominciando ad aiutarlo nell’impasto “mi hai detto che saresti tornato a casa per cucinare; quindi, eccomi qui”, lui corruga la fronte e borbotta “ti avevo detto che IO sarei tornato a casa, non tu. Perchè fai sempre di testa tua? E poi non dovevi vederti con la tua nuova fiamma?”. Sbuffo e cerco di ignorare la sua domanda, non rispondendogli ma lui testardo, ci riprova “avete litigato, per caso?”. Cerco di non guardarlo negli occhi e grugnisco in assenso “mh mh”, lui sbuffa “ecco perchè hai la guancia rossa. Ti ha schiaffeggiato e per quale cazzo di motivo avere rotto?”. Alzo gli occhi al cielo e smetto di tagliare il cavolo, guardandolo fisso “perchè era troppo invadente”, lui scuote la testa e sussurra “spero tu non mi abbia di nuovo usato come tuo capro espiatorio...”. scoppio a ridere fintamente e sorrido amaramente “non è di certo colpa mia se preferisco passare del tempo con te, piuttosto che con loro!”. Jimin lancia poco gentilmente il coltello sul tavolo e si alza dalla sedia, urlando “cosa cazzo ti ci fidanzi a fare, allora?! Le usi, le illudi e poi cosa... finisci comunque con lo stare attaccato al mio culo!”. Io, che non sono troppo famoso per il mio temperamento docile e quieto, mi alzo di scatto e urlo di rimando “perché ne ho bisogno Jimin, ne ho bisogno, cazzo!”. Sorride nervoso e si guarda intorno, in cerca di un appiglio “per cosa? Per sfogarti, per scopartele? Per cosa, cazzo?”. Mi avvicino velocemente a lui, lo prendo da dietro la nuca e lo costringo ad avvicinare il suo viso al mio, per sussurrare a fior di labbra “per capirci qualcosa... il mio cervello sembra voler esplodermi, io sto impazzendo e ho bisogno di capire cosa accade dentro me ma soprattutto lo faccio per darmi un freno...” lo sguardo di Jimin saetta dai miei occhi alle mie labbra e sussurra roco “un f-freno per cosa?”. Io, di conseguenza, mi inumidisco il labbro inferiore e rispondo altrettanto roco “sappi solo che loro mi servono per mantenere ancora intatto il nostro rapporto...” lui corruga le sopracciglia e chiede “c-cosa stai dice-?” ma veniamo interrotti da mia madre che entra in cucina e chiede “Jungkook sei venuto anche tu a dare una mano?”. Ci separiamo immediatamente e ci fissiamo in cagnesco, con ancora il fiatone ed il dubbio di ciò che ne sarebbe seguito, presente nello sguardo ma io mi sforzo di voltarmi verso mia madre e regalarle un sorriso tirato “non avevo nient’altro da fare e quando ho saputo che avreste preparato il kimchi, mi sono offerto volontario per aiutarvi a preparare”. Jimin si schiarisce la gola e comincia ad ignorarmi come ha sempre fatto in seguito ad un nostro litigio ma mia madre, ignara di tutto, si avvicina a lui e gli dà un bacio sulla testa, scompigliandogli i capelli arancioni “Jimin... solo tu sei capace di far venire voglia a mio figlio di cucinare”. Jimin si sforza di sorriderle e borbotta “non credo sia merito mio zia, piuttosto ha paura di venire avvelenato dal cibo cucinato da me”. Sbuffo e alzo gli occhi al cielo “ne saresti capace” mia madre mi fulmina con lo sguardo ma Jimin sorride e si fa beffe di me “può darsi; quindi, cerca di fare più attenzione la prossima volta e aiuta sempre la zia a cucinare”. Gli faccio la linguaccia, lui mi sorride e mia madre tira un respiro di sollievo.

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