4

410 21 11
                                    

A un certo punto...la vita ha cominciato a fare rumore.
Non ricordo quando successe, ricordo solo le sensazioni, prima brevi sussurri, trasformarsi in sinfonie strazianti e poi urla. Urla, urlo, urlano.
Chi? Oh, non lo so, mi vivono dentro e serpeggiano sotto la mia pelle impazzite. Rincorrono ogni mia speranza e la trasformano in angoscia.
Con il tempo ho dato un nome a queste voci,
Anzi ad essere sincera un nomignolo affettuoso, un po' vi sono affezionata.
Le chiamo Mamma e Papà.

Firmato Flamestories_

Ho quasi puntato un coltello alla gola a mio marito ieri sera e l'ho trovato...eccitante.
Sono pazza? Possibile, la pazzia spaventa solo quelli che nel caos non ci hanno vissuto.
Sono sposata con frederick Osborne da neanche 92 ore e ho già pensato di puntargli un coltello alla gola.
Dopo quel giorno, diavolo, mi sarei aspettata di tutto, un sicario? No gli servo per fare figli. Un divorzio? Figuriamoci, avrebbe giovato più a me che a lui.
No, c'è stato solo un gran silenzio. Non vedo Frederick da quella sera, la mattina Lauren dice che è a lavoro, e la sera quando torno non c'è mai e mi ritrovo spesso a fissare la sedia all'altro capo della tavola con un sorriso un po' sinistro che devo nascondere.
Gli Osborne sono pericolosi, lo so, non fanno altro che ripetermelo da tutta la vita, eppure quella scarica di adrenalina quando ho impugnato il coltello mi vibra dentro ma si spegne subito quando la rabbia mi incendia il sangue nelle vene. Gli devo dei figli, l'ho sempre saputo eppure il pensiero che questo accada mi fa venire il vomito.

Frederick Osborne mi ha in pugno, e lo sa. Gioca con me, quasi le mie reazioni lo divertono invece che spaventarlo.
Sono sicura che alla fine non avrei fatto niente, ma non mi sarei mai aspettata di vedere Frederick conficcare il palmo nella lama del coltello pur di fermarmi, non era spaventato anzi, eppure mi sembra di aver visto come uno strano stupore nei suoi occhi, appena una scintilla di qualcosa, quasi come...gli fosse piaciuto.

Diavolo sto impazzendo?

Risalita in camera quella sera, cercai ovunque tra le email una copia del contratto, almeno in questo mio padre era stato onesto quando me lo inviò anni fa, ma non senza cuore, perché comunque era già stato firmato e ufficializzato un bel po'. Lo stampai cartaceo durante la stessa notte e non dormii affatto anzi. Cercai in tutti i 375 punti un cavillo legale. Qualcosa che andasse a mio vantaggio.
La risposta che ottenni? Niente, assolutamente niente. Gli unici punti a favore non erano miei ma di mio padre, i punti del contratto, come ricordavo, erano solo una lista di restrizioni che di certo non sfavorivano frederick.
Non mi accorsi nemmeno che si fece giorno finché un raggio di sole non mi accecò.

Stamattina è uguale a tutte le altre, mi sveglio, dopo aver dormito appena due ore per rileggere quel contratto l'ennesima volta e esco dalla stanza. Mi ritrovo ancora sola, e mi rinchiudo nella biblioteca. Rubo dallo scaffale uno dei libri di frederick e ne leggo qualche pagina su di una poltrona mentre lauren lascia sul tavolino una tazzina da caffè. Qualche volta almeno con lei riesco ad avere una conversazione normale, tutti gli altri membri del personale mi guardano come se potessi conficcargli un coltello in gola. Cerco di concentrarmi sul libro ma lo sguardo corre sempre a quel cumulo di carta sul tavolino ormai evidenziato e annotato da ogni parte e sbuffo.

Sto impazzendo, ho bisogno di uscire da questa casa, sono stata tutto il weekend a rimuginare su questa cosa, ma nonostante questo prima di uscire infilo comunque il plico di fogli nella borsa nella speranza che subentri qualche idea.

OsborneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora