Victor camminava attraverso il dedalo della magione con una lentezza inquietante, ogni passo come una marcia funebre verso un destino già scritto. Il vento gelido, che s'insinuava dalle finestre rotte e lungo i corridoi vuoti, portava con sé un sussurro che riecheggiava dentro di lui, mescolandosi al fruscio della sua mente tormentata. La casa sembrava respirare con lui, il legno delle pareti scricchiolava come vecchie ossa in procinto di spezzarsi, e ogni suono era come un presagio, un monito di ciò che lo attendeva.
L'oscurità era diventata parte di lui, come un mantello che non poteva più togliere. Le luci tremolanti delle poche candele ancora accese proiettavano ombre deformi sui muri, figure oscure che sembravano osservarlo, seguirlo, mentre avanzava verso il cuore stesso del mistero. Da qualche parte in quella casa dimenticata, sepolta sotto secoli di sofferenza e segreti, si nascondeva la verità finale. Ma era davvero pronto a conoscerla?
Il suo respiro si condensava nell'aria fredda, creando nuvole di vapore che si dissolvevano rapidamente, come i ricordi di un passato ormai troppo lontano. Ogni angolo della magione sembrava risuonare con il dolore di generazioni perdute, un lamento soffocato che pervadeva ogni cosa. Gli antichi ritratti dei suoi antenati lo osservavano dai muri, gli occhi dipinti pieni di accuse e rimpianti. Il peso del loro fallimento gravava su di lui, rendendo ogni passo sempre più difficile.
Arrivò infine alla sala del consiglio, una stanza che era stata il cuore pulsante del potere dei Blackwood, ora ridotta a un cumulo di macerie e ragnatele. Le finestre alte erano frantumate, lasciando entrare i morsi del vento invernale, e il soffitto era stato corroso dal tempo, mostrando travi annerite. Al centro della sala, un antico tavolo di legno, ora crepato e consunto, testimoniava riunioni segrete, patti sussurrati e tradimenti.
Victor si fermò di fronte al tavolo, i ricordi affioravano come incubi. Era stato proprio lì che suo padre, anni prima, gli aveva svelato l'esistenza della maledizione. Aveva tracciato, con dita tremanti e consumate dall'età, i simboli che ora Victor conosceva fin troppo bene, incisi nel legno come cicatrici indelebili. Simboli che non appartenevano a questo mondo.
Ma non era solo il tavolo ad attirare la sua attenzione. Sulla parete opposta, dietro una pesante tenda di velluto marcio, si celava un vecchio specchio, alto e annerito dagli anni, il vetro crepato come una finestra sull'ignoto. Era lo stesso specchio che aveva visto nell'ala ovest, quello che gli aveva mostrato l'ombra contorta del suo volto, la stessa entità che sembrava volerlo trascinare in un abisso senza fine.
Victor esitò. Sentiva il battito del suo cuore accelerare, il sudore freddo che gli scivolava lungo la schiena. Cosa lo stava aspettando questa volta? Quale nuova rivelazione, quale mostruosità si nascondeva dietro il vetro? La stanza si fece improvvisamente più silenziosa, come se la casa stessa trattenesse il respiro in attesa. Con un gesto lento, quasi reverenziale, afferrò la pesante tenda e la tirò via, rivelando lo specchio nella sua interezza.
L'immagine riflessa non era solo la sua. Dietro di lui, come un'ombra sempre più definita, c'era la figura di sua madre. Ma non era il volto amorevole che ricordava dalla sua infanzia. Era una versione distorta e spettrale, con la pelle pallida come cera e gli occhi vuoti, come pozzi di tenebra. Le sue labbra si muovevano in un silenzioso canto funebre, senza suono, ma Victor poteva sentirlo nella sua testa. Era una nenia che parlava di morte e dannazione, di anime imprigionate in un ciclo eterno di sofferenza.
«Victor...» La voce di sua madre si levò, non dallo specchio ma dalle profondità della sua mente. Era dolce, eppure intrisa di un dolore indescrivibile. «Non sei ancora pronto per ciò che ti attende.»
Victor si voltò di scatto, ma dietro di lui non c'era nessuno. Solo l'eco delle sue paure più profonde e quel canto lontano, che continuava a rimbombargli nella testa come una sentenza.
Lo specchio tremolava leggermente, come se volesse inghiottirlo. Le crepe sulla sua superficie si allargarono, e dal vetro cominciarono a emergere delle ombre, fluttuanti e indefinite. Erano le anime dei suoi antenati, gli spiriti intrappolati da secoli in quel ciclo maledetto. Le loro figure erano evanescenti, ma i loro occhi brillavano di un'oscurità eterna.
Uno di loro, un uomo alto e dalla barba grigia, si fece avanti, fluttuando verso Victor. Era il primo Blackwood, colui che aveva stretto il patto. Il suo volto era scolpito dalla disperazione, ma c'era anche un fuoco di follia nei suoi occhi.
«Ho cercato di salvarci», sussurrò l'antico patriarca, la sua voce un sibilo nel vento. «Ma ho solo condannato noi tutti. Solo tu puoi porre fine a tutto questo, Victor. Ma sappi che il prezzo sarà il tuo stesso sangue.»
Victor lo fissò, incapace di parlare. Le parole del patriarca erano come un peso insostenibile sulla sua anima. Il suo sangue. Il suo sacrificio. Quella era la chiave, il prezzo ultimo per spezzare la maledizione. Ma significava che lui stesso non sarebbe mai sopravvissuto.
L'oscurità intorno a lui si fece più densa, come un velo che lo avvolgeva. Sentiva la casa stringersi attorno a lui, i muri stessi sembravano avvicinarsi, soffocanti, come se l'intera magione volesse intrappolarlo, farsi tomba della sua anima. La voce di sua madre, ora un urlo disperato, echeggiava nelle sue orecchie.
«Non farlo, Victor!»
Ma Victor sapeva di non avere scelta. Il ciclo doveva essere spezzato, e l'unico modo per farlo era porre fine alla sua stessa linea di sangue. L'unico modo per liberare i Blackwood era il sacrificio.
Con una mano tremante, si voltò nuovamente verso lo specchio. L'oscurità si agitava dentro di esso, pronta a ricevere ciò che chiedeva da secoli. E con un ultimo respiro profondo, Victor sollevò il pugnale che aveva trovato tra i resti della biblioteca, il simbolo della famiglia inciso sulla lama.
Il sacrificio era imminente.
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Il Sussurro dell'Abisso
Mystery / ThrillerIl Sussurro dell'Abisso-narra la storia di Victor Blackwood, l'ultimo erede di una famiglia maledetta, che cerca di spezzare una maledizione secolare con un rituale oscuro. Ambientato nella decadente città di Blackwood, il romanzo esplora temi di po...