Basta. Non ce la facevo piú. Non potevo starmene lì con le mani in mano.
Mi alzai dal letto cercando di trovare l'interruttore della luce ma non lo trovai. Non cambiava nulla perché il chiarore della Luna illuminava l'intera stanza. Andai davanti la porta. La aprii. Cigolava molto. Ma, a parte il cigolio, sentivo che c'era qualcosa che non andava. Strizzai molto gli occhi per capire se quella sagoma nera davanti a me esisteva davvero o era soltanto la mia immaginazione. Un lampo squarciò il cielo e lo vidi.
-AAAAAAAAAAAH!
Un incubo. Era solo un brutto sogno per fortuna. Precisando, 'fortuna' era un vocabolo che non faceva parte del mio dizionario. Soprattutto da quando i miei fratelli erano scomparsi.
Dopo essermi svegliata dal brutto sogno che stavo facendo, guardai la culla e il letto vicino ad essa vuoti. Le lenzuola insieme alle coperte non erano disfatte come sempre. Stavano lì in attesa che qualcuno ci dormisse sopra. Ma questo non poteva succedere perché i miei fratelli, Kendal e Josh, non c'erano più. E io, in parte, ne ero responsabile.
Kendal aveva undici anni. Era il più grande dopo di me. Aveva gli occhi grigi come un cielo che si stava preparando alla tempesta e le lentiggini sparse qua e là sotto gli occhi. Era chiaro di capelli e anche di carnagione.
Josh, il più piccolo (quattro anni), somigliava a me. Avevamo tratti somatici uguali. Era scuro di capelli e aveva occhi castani, ma nonostante ciò, il suo sguardo era gelido, anche se li aveva scuri. Dopo la morte dei nostri genitori Josh non rideva nè piangeva più. Sembrava che gli avessero rimosso completamente tutte le sue emozioni.
Vivevamo in una città non molto lontana dalla montagna, io insieme ai miei fratelli e ai miei genitori. I miei fecero un incidente stradale e morirono entrambi, quando Kendal e Josh avevano rispettivamente dieci e tre anni. Non avevamo nessuno che si occupasse di noi. Girammo per un anno intero in cerca di un parente che prendesse la nostra custodia. Ma chi si sarebbe mai occupato di una "quindicenne con dei marmocchi", come ci chiamavano tutti? Cosí scappammo e trovammo un piccolo cottage in montagna circondato da alberi fitti e lugubri. Sembrava disabitato e allora entrammo. Ma abitava qualcuno là dentro: un anziano signore. Aveva degli occhi severi ma allo stesso tempo compiaciuti, e per un secondo pensai che saremo stati la sua prossima cena. Il suo viso era vecchio e pieno di rughe, con una barba bianca e lunga che sembrava quella di Babbo Natale. Poi invece si rivelò molto gentile e desideroso di persone che gli tenessero compagnia. Ci accolse come se fossimo figli suoi. Parlavamo e chiacchieravamo. Ci stavamo davvero affezionando. Purtroppo anche lui, dopo un mesetto che eravamo lì, scomparve dalla faccia della Terra. Non sapevamo se fosse stato rapito oppure se era scappata lui di sua volontà. Fatto sta che non l'avremo più rivisto. Io e i miei fratelli rimanemmo soli, avvolti nel bosco e senza nessuno che ci volesse bene. Eravamo briciole di pane in un universo gigantesco e immane. Chi mai si sarebbe accorto di noi?
Mi sbagliavo pensando questo...
...perché i miei fratelli erano stati rapiti da qualcuno.

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Luce e Tenebre: Il furto della Luna
خيال (فانتازيا)Ana, rimasta orfana, decide di scappare di casa insieme ai suoi due fratelli Kendal e Josh alla ricerca di un luogo tranquillo dove vivere. Ma la tranquillità sembra mancare parecchio. Infatti, i due ragazzi vengono rapiti e spetta ad Ana andarli a...