Mi sentii gelare il sangue nelle vene: avevo appena mozzato le gambe ad Art.
Al momento dell'uccisione del mostro Rucius probabilmente la spada non ferì solo esso, ma anche Art che era praticamente vicinissimo al mostro. Cercò di scappare ma ormai era troppo tardi.
Era accasciato per terra e aveva gli occhi chiusi e la bocca semi aperta.
Guardai le sue gambe insanguinate e non riuscii a dire niente se non un insulso 'scusa'. Cavolo, avevo appena tagliato le gambe al mio amico e l'unica cosa che riuscivo a dire era 'scusa'?!
Mi guardò dischiudendo la bocca come per dire qualcosa che poi non disse. Si vedeva che non aveva più forza ed era stremato, soprattutto dopo il mio "colpo finale". Mi indicò con gli occhi di guardare le sue gambe e il sangue che ne usciva fuori. Aveva qualcosa di particolare, non era il tipico sangue. Era di un rosso sulle tonalità del giallo e del verde, in alcuni punti più marcato dello stesso colore dei suoi occhi.
Ce n'era tantissimo sparso su tutto il manto del prato sotto la quercia. Anche le radici ora erano tinte di un verde più acceso.
Doveva essere un sangue diverso dagli altri, non solo per il colore, ma anche per alcuni fiorellini rosa e bianchi che spuntarono lì dove sul terreno il sangue era cosparso. Non potei fare a meno di abbozzare un sorriso che scomparì non appena ripresi a guardare Art.
Sul mio volto si leggeva chiaramente tutto il disprezzo che provavo per me stessa. Non solo non avevo saputo proteggere i miei fratelli, ma ora avevo anche ucciso una persona.
Mi presi la testa tra le mani e iniziai a piangere, a piangere e a darmi piccoli colpi sul capo.
Mi inginocchiai vicino a lui e gridai una serie di frasi confortanti a lui che, di certo, non lo avrebbero curato. 'Dai, ce la farai' o 'non puoi arrenderti adesso' gli dissi. Ma ormai lui sembrava privo di... vita Quando stavo per alzarmi una mano cinse la mia.
-Art! Allora sei viv...- riuscii solo a dire ma mi interruppe non facendomi dire l'ultima vocale della parola che stavo pronunciando.
Lui aprii pian piano gli occhi e mi guardò.
Distolsi il mio sguardo dal suo Art non potendo più sopportare di essere io l'artefice di quella catastrofe.
-Art, sono un mostro. Vorrei fare qualcosa per aiutarti. Posso vagare per il bosco e chiedere aiuto a qualcuno. Ora vado. Aspettami qua.
Feci di nuovo per alzarmi ma lui mi strinse più forte la mano ed ebbi un sussulto. Un sussulto che mi suggeriva di girarmi, guardarlo negli occhi e rimediare a quell'errore.
Lo riguardai nei suoi occhi verdi che ricambiarono lo sguardo nei miei castani. Mi sedetti accanto lui portando le mie mani sulle sue gambe che si sporcarono del suo sangue.
-Ana, tranquilla- mi rispose a fatica.
E io gli feci vedere la mia mano sporca del suo sangue.
-Guardala. Sono stata io a farti questo. Io e solo io! - gli dissi in risposta indicando con l'altra mano quella più sporca di sangue.
Mi guardò come se avessi detto una corbelleria e scosse la testa dicendo 'no' .
-È il destino a decidere per noi, non darti la colpa.
Gli strinsi la mano in risposta come per dargli tutta la mia forza, quel poco che mi rimaneva. Lui abbozzó un lieve sorriso di felicità che poi subito divenne di dolore.
Art fece uscire dalla sua bocca del fiato facendo sentire un lieve fischio. Il vento soffiò e io sentivo di nuovo quella frescura, a cui mi ero abituata, sulle mie gote che erano rigate dall'acqua salata delle mie lacrime. Uscivano a dirotto, senza un minimo di tregua.
Art socchiuse gli occhi.
Stavo per parlare ma lui mi zittì con un cenno della mano probabilmente leggendomi nel pensiero.Il vento sibilò ancora, ma più forte stavolta. Gli alberi iniziarono ad ondeggiare e le foglie a danzare in un'unica direzione, rincorrendosi e giocando creando una danza di colori e una gioia per gli occhi.
Ed è in quel momento che successe una cosa straordinaria. Forse la più bella di tutte, che andava oltre i limiti della realtà.
Le gambe non attaccate al corpo di Art iniziarono a muoversi spinte dal vento e ad andare verso lui. Si affiancarono a quelle che ancora erano ben salde.
Ormai erano quasi completamente attaccate. Il sangue iniziò anch'esso ad avanzare verso Art e si mise dentro le gambe attraverso la linea di congiunzione tra quelle attaccate e quelle che prima erano state mozzate dalla spada.Il vento divenne una bufera.
Un odore di bosco si insidiava nell'aria. Respirai a pieni polmoni quella meraviglia.
Le foglie verdi che prima danzavano insieme andarono da Art riunendosi attorno le gambe dell'elfo e facendogli un pantalone nuovo di zecca intorno a quello che aveva prima sporco di sangue.
Le poche foglie rimaste si andarono a mettere nelle ferite di Art procurate non dalla mia spada ma dal volo che poco prima il mostro umano gli aveva causato.
Inspirai per l'ultima volta quel meraviglioso profumo di bosco che aveva curato Art.Il vento si calmò.
Era stata l'esperienza più bella della mia vita.
Espirai lasciando uscire quel profumo che avevo catturato e non volevo far andare via.
Mi accorsi che la mia mano era ancora unita con quella di Art. Non arrossì stavolta perché avevo capito che era grazie a quella presa di mano che Art ce l'aveva fatta.
Io gli avevo dato la forza.
Sbattei gli occhi come per riprendermi da un sogno ad occhi aperti.
Voltai la mia testa a destra dive era ancora accasciato Art e lo guardai.
Sorrisi a trentadue denti e stavolta uscirono lacrime, sì... lacrime di gioia.
Tolsi la mia mano dalla sua per dargli l'abbraccio più forte della storia degli abbracci.
Sembrava rinato, nuovo di zecca e ricambiò l'abbraccio stringendomi ancora più forte. Un abbraccio che fece rinascere anche me.
-Credevi di sbarazzarti di me, eh canaglia?- ironizzò lui interrompendo l'abbraccio. Gli diedi una piccola pacca sulla spalla e risi formando delle piccole fossette che Art toccò con alcune dita. Non aveva mai visto fossette dal modo in cui le guardava. Ma forse non vedeva neanche un volto amico da molto tempo.
-Ora tu mi spieghi tutto- dissi, asciugandomi gli angoli interni degli occhi per poi portarli verso tutta la palpebra.
-Ana, il vento è la mia forza vitale, ricordi? Vivrò fin quando il vento sfiorerà la mia pelle- mi rispose e poi continuò. -Hai contribuito anche tu a salvarmi, lo sai? Te ne sono grato.
-Non dirlo neanche! Sono io che devo ringraziare te per...
-Per...?
-Per non avermi lasciata sola. Grazie- sussurai con un lieve senso di imparazzo nella voce.
Lui rispose sorridendomi e mettendomi una mano intorno alle spalle. Gli guardai quella mano e ricordai come aveva trasformato il coltello.
Mi venne in mente una cosa che dovevo assolutamente chiedergli, ma, come sempre, lui mi precedette rispondendomi prima che io potessi esporre la mia domanda.-Tutti gli oggetti che tocco, diventano magici e adatti alle esigenze.
-Ah, ecco perché...- pensai.-Esatto. Perché in quel momento avevo l'assoluto bisogno di un'arma.
-E questo funziona solo con gli elfi?- chiesi, e poi aggiunsi: -Allora... anche io sono un elfo.
Art scoppiò in una silenziosa risata e poi mi si avvicinò. Mi accarezzò il volto e mi guardò dritto negli occhi. Scansò delle ciocche di capelli dalle orecchie e disse in tono scherzoso: -Non vedo orecchie a punta qui!
Gli diedi un piccolo colpo scherzoso alla spalla e mi misi a ridere anche io.
-Allora... come è possibile che il coltello si è trasformato in una spada quando ne avevo anche io il bisogno?
Feci per prendere la spada che precedentemente avevo messo nella guaina anch'essa adattata alle dimensioni dell'arma. Ma lo ritrovai nella sua forma originale.
-Prima era una spada!- esclamai con un pizzico di delusione.
-Sì, questo lo so. L'ho vista anche io quando mi hai... ehm, tagliato in due. Ma la cosa che non so è il come. Forse l'Oracolo del bosco potrà darti la risposta.
Avevo fatto così abitudine alle cose strane che quando Art disse quella frase annuì e basta, senza pensarci due volte.
-Forse mi dirà dove sono i miei fratelli!
-Ana, ecco, riguardo questo... c'è un'ultima cosa che devo dirti. E credo non ti farà affarto piacere.*Nota scrittrice*
Buonciao!
Come va ragazzuoli?
Volevo dirvi che per il prossimo capitolo ci vorrà un pochettino perché sono molto impegnata ultimamente, quindi tarderà. :(
Ma voi nel frattempo fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto e se volete che continui la storia!
Ciao! :D
Un bacio. ♥
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Luce e Tenebre: Il furto della Luna
FantasyAna, rimasta orfana, decide di scappare di casa insieme ai suoi due fratelli Kendal e Josh alla ricerca di un luogo tranquillo dove vivere. Ma la tranquillità sembra mancare parecchio. Infatti, i due ragazzi vengono rapiti e spetta ad Ana andarli a...