Guardo con sorpresa e vedo che è Hayes.
“Basta, Cassandra,” dice con voce ferma, afferrando il polso di lei. “Non risolverai nulla con la violenza.”
Cassandra lo guarda con occhi pieni di rabbia e frustrazione. “Hayes, lei deve stare lontana da te!”
“Non è affar tuo,” risponde Hayes, lasciando andare il polso di Cassandra. “Vai via.”
Cassandra lancia un’ultima occhiata minacciosa verso di me, poi si allontana, visibilmente irritata. Rimango lì, ancora scossa dall’accaduto, mentre Hayes mi guarda con un’espressione indecifrabile.
“Stai bene?” chiede, il tono della sua voce più morbido.
Annuisco, cercando di riprendermi. “Sì, sto bene. Grazie.”
Hayes annuisce, poi si allontana senza dire altro. Rimango lì per un momento, cercando di capire cosa sia appena successo.
Dopo essermi ripresa dall’incontro con Cassandra e Hayes, decido di andare alla ricerca di Lila. Mi dirigo verso la biblioteca, sperando di trovarla lì. Quando entro, la vedo seduta a un tavolo, ma non è sola. È in compagnia di un ragazzo che non ho mai visto prima. Stanno ridendo e chiacchierando animatamente.
Mi fermo sulla soglia, sentendo un’ondata di delusione e rabbia. Quindi Lila mi aveva lasciata sola per vedersi con qualcun altro, e per di più senza dirmi nulla. Ha infranto la nostra promessa di dirci sempre tutto, in qualunque circostanza bella e brutta che sia. Furiosa, mi giro e me ne vado, dirigendomi verso la nostra stanza.
Una volta dentro, chiudo la porta con forza e mi lascio cadere sul letto. Prendo il telefono e provo a chiamare mia madre, sperando di trovare un po’ di conforto. Ma come al solito, non risponde. Dopo qualche squillo, ricevo un messaggio da lei: “Sono impegnata, ti richiamo più tardi.” È sempre così impegnata che spesso si dimentica di avere una figlia, le sono utile solo se deve mostrarsi in pubblico o se devo farla pagare ai suoi rivali.
Sospiro, sentendomi ancora più sola e frustrata. Non sapendo cos’altro fare, mi lascio andare alla stanchezza e mi addormento.
Mi ritrovo in un mondo completamente diverso. Il cielo è di un grigio opprimente, e il paesaggio intorno a me è devastato. Gli alberi sono scheletri carbonizzati, e il terreno è spaccato e arido. Non c’è traccia di vita, solo un silenzio inquietante che mi avvolge.
Mentre cammino tra le rovine, sento un freddo intenso che mi penetra nelle ossa. Ogni passo sembra portarmi più vicino a qualcosa di oscuro e minaccioso. All’improvviso, una luce azzurra illumina il paesaggio desolato. Mi volto e vedo una figura avvicinarsi lentamente.
È un vecchietto, con una lunga barba bianca e occhi che brillano di una luce innaturale. Indossa un mantello logoro, e le sue mani tremano leggermente mentre si avvicina. Nonostante il suo aspetto fragile, c’è qualcosa di potente e inquietante in lui.
Quando è abbastanza vicino, mi mette le mani al collo. Il suo tocco è gelido, e sento un brivido correre lungo la schiena. Si china verso di me e sussurra con una voce roca: “Sta arrivando.”
Le sue parole risuonano nella mia mente, e un’ondata di terrore mi travolge. Cerco di allontanarmi, ma le sue mani mi tengono ferma. Poi, tutto diventa buio.
Mi sveglio di soprassalto, il cuore che batte all’impazzata e il respiro affannoso. Sono sudata e tremante, con le lacrime agli occhi. Il sogno era così reale, così vivido. Mi alzo dal letto, cercando di calmarmi, ma le parole del vecchietto continuano a risuonare nella mia mente: “Sta arrivando.” Ma cosa? Chi?
Mi alzo dal letto, notando che Lila dorme profondamente nel suo. Nonostante sono furente con lei, non voglio svegliarla, quindi mi muovo in punta di piedi verso il bagno. Mi sciacquo il viso con acqua fredda, sperando che mi aiuti a schiarirmi le idee. Ma il senso di inquietudine non se ne va.
Esco dalla stanza, cercando di fare il meno rumore possibile. I corridoi dell’accademia sono silenziosi e deserti a quest’ora della notte. Mi dirigo verso il giardino, sperando di trovare un po’ di pace. Ma appena entro, mi rendo conto che non sono sola.
Hayes è lì, seduto su una delle panchine, con un libro aperto sulle ginocchia. Alza lo sguardo quando mi vede entrare, e per un momento, i nostri occhi si incontrano. C’è qualcosa di diverso nel suo sguardo, qualcosa che non riesco a decifrare.
“Che ci fai qui?” chiede, chiudendo il libro e mettendolo da parte.
Scuoto la testa, avvicinandomi lentamente. “Non riesco a dormire.”
Lui annuisce, come se capisse perfettamente. "Se ti vuoi sedere puoi farlo, mica ti mangio."
Esito per un momento, poi mi siedo accanto a lui. Mi faccio coraggio e lo guardo negli occhi. "Perché hai fermato Cassandra?” chiedo, cercando di mantenere la voce ferma.
Lui mi guarda per un momento, poi scoppia a ridere. “Perché mi piace avere il controllo sulla mia ragazza,” risponde con un sorriso beffardo.
Sento un’ondata di rabbia montare dentro di me. “Pensi davvero che sia un oggetto da controllare?”
Hayes alza un sopracciglio, il sorriso che si allarga. “Non fare la moralista, Rebekah. Sai benissimo come funzionano le cose qui. Poi ha fatto comodo anche a te. Preferivi ricevere una sberla in faccia? Io non credo.”
“Non posso credere che tu sia così arrogante,” ribatto, la voce che si alza. “Non hai il diritto di trattare le persone in questo modo.”
Lui si avvicina, il viso a pochi centimetri dal mio. “E tu cosa ne sai? Non sei diversa da me. Anche tu hai i tuoi segreti e le tue ambizioni.”
La sua vicinanza mi fa sentire ancora più arrabbiata. “Non osare paragonarmi a te. Io non manipolo le persone per ottenere ciò che voglio.”
Hayes scuote la testa, il sorriso che scompare. “Sei così ingenua, Rebekah. Questo mondo non è fatto per i deboli.”
“Non sono debole,” ribatto, sentendo le lacrime di rabbia bruciare negli occhi. “E non permetterò a te o a nessun altro di trattarmi come tale.”
Lui mi guarda per un momento, poi si allontana, scuotendo la testa. “Vedremo,” dice semplicemente, prima di voltarsi e andarsene.
Rimango lì, il cuore che batte all’impazzata e la mente che corre.
Rimango lì a rimuginare su quanto è accaduto. È vero, non sopporto Cassandra, ma sapere che Hayes la tratta così non mi piace per niente. Chiudo gli occhi per un attimo, sospirando profondamente, cercando di calmarmi.
All’improvviso, sento una presenza al mio fianco. Apro gli occhi e vedo un ragazzo alto e affascinante, con capelli scuri e occhi di un verde intenso. Ha un’aria misteriosa e un sorriso leggermente malizioso.
“Chi sei?” gli domando, cercando di nascondere la mia sorpresa.
"Lui sorride, inclinando leggermente la testa. “Mi chiamo Damien Blackthorn,” risponde con voce calma. “Andiamo in classe insieme, ma forse non mi hai mai notato.”
Lo riconosco vagamente, ma non abbiamo mai parlato prima. “Cosa vuoi?” gli chiedo, cercando di capire il motivo della sua presenza.
“Non riesco a dormire,” dice, alzando le spalle. “E pensavo che un po’ di compagnia mi avrebbe fatto bene. Posso sedermi?”
Annuisco, ancora un po’ sorpresa dalla sua apparizione improvvisa. “Certo, siediti pure.”
☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆
Ciao Wattpadiani, come va? Ditemi, in tutta sincerità, cosa ne pensate di Hayes e cosa, secondo voi, vorrà Damien con un commento e se vi fa piacere lasciate una stellina.
~Mal~
STAI LEGGENDO
Rivali... o forse no!?
RomanceRebekah Ayla Roosevolt, figlia di due prestigiosi maghi, arriva all'Accademia di Magia Arcanis con grandi aspettative e una reputazione che la precede. Ma la sua vita viene sconvolta dall'incontro con Hayes Nash Norwich, il figlio della famiglia riv...