21. Finché stai con me

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Capitolo 21

Finché stai con me


Tu curami, curami, curami, curami sempre

Che il dolore non vuol dire necessariamente sangue

E che fa un freddo cane in questa stanza

Ma dimmi quanto manca prima che, prima che

Che divento grande anch'io

Starò attento ad uscire la sera

— Ragni, Tananai

Sono quasi le otto del mattino quando Joseph giunge sotto casa di Arianna con la sua Cinquecento

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Sono quasi le otto del mattino quando Joseph giunge sotto casa di Arianna con la sua Cinquecento. La serata – anzi, la nottata – è proseguita quasi interamente in piscina, fra nuotate e partite di pallanuoto improvvisate. Ci siamo addormentati sui lettini e ci siamo risvegliati verso le sei, a quel punto ho dato loro una mano a ripulire tutto e ci siamo salutati con la promessa di rivederci nel pomeriggio in spiaggia. Sono stanca, sfinita, e i capelli sono ancora umidi e impregnati di cloro, ma sono felice perché credo di non aver mai passato un compleanno più bello di questo, con delle persone che mi hanno fatta sentire speciale.

Rilasso le spalle ed esalo un sospiro, mentre il ragazzo spegne il motore dell'auto e mi rivolge un'occhiata intenerita, per poi accarezzarmi il viso delicatamente. Mi sporgo verso di lui e faccio scontrare le nostre labbra, in un bacio dapprima delicato ma poi sempre più profondo e caldo.

«Grazie», gli dico, poggiando la fronte alla sua. «Di tutto».

«Non me devi ringrazia', Nicole».

«Invece sì, Jo».

Lo guardo, e penso a quanto sia bello, anche con l'aria stanca di chi vorrebbe solo andare a dormire per almeno dieci ore filate. Penso che è la prima volta che mi sento così al sicuro con qualcuno che non sia Camilla o mia sorella Sara, qualcuno che vede qualcosa in me. Lui sembra imbarazzarsi tutto un tratto e cerca di mascherarlo con un sorrisino, mentre getta un'occhiata ai regali poggiati sul sedile posteriore, proprio accanto a me.

«Ti do una mano coi regali?» mi chiede, indicandomi la serie di buste colorate poggiate lì. «Me sa che non riesci a portarli in casa da sola».

«Non posso credere che abbiate fatto tutto questo per me», ridacchio.

«Secondo te potevamo mai darti retta e non festeggiare il tuo compleanno?»

Mi sfiora il viso, spostando una ciocca umida dietro l'orecchio.

«Siete speciali, davvero, non potevo desiderare qualcosa di meglio di una serata così».

«Scendiamo da 'sta macchina».

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 07 ⏰

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