PROLOGO

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Silver Crystal - XXX secolo

Il lungo vestito rosso cremisi sfregava leggermente il pavimento di cristallo, producendo un delicato fruscio, mentre la guerriera avanzava all'interno di un'alcova matrimoniale. Quella sera il palazzo di Cristallo era particolarmente silenzioso; il re e la piccola erede al trono, erano in uno dei grandi saloni e leggevano un libro insieme, poco prima di andare a letto. Le guardiane erano in perlustrazione prima di ritirarsi nei propri appartamenti per la notte; perfino il personale di corte, solitamente rumoroso e caotico, sembrava miracolosamente assopitosi in un sonno quieto. Tutto era tranquillo, ed anche i tiepidi, luminosi, raggi di luna che si insinuavano dalla balconata al centro della camera, contribuivano a dare un senso di serenità all'anima. - Mia regina, mi hai fatto chiamare? - disse inchinandosi, appena fu abbastanza vicina da poter annusare il delicato profumo speziato della sua interlocutrice. La regina era seduta dinnanzi uno specchio, intenta a spazzolarsi i lunghissimi capelli biondi, liberati da due tondi codini sulla sommità del capo, ma il suo sguardo era assorto, la sua fronte corrucciata e quasi trasalendo rispose: - Si, mia fedele Mars. Ho bisogno di un colloquio con te.- - Di cosa si tratta, regina? Ti vedo turbata. C'è forse qualche problema? - incalzò la mora guerriera sfiorandole leggermente un braccio. - In realtà speravo che fossi tu a dare risposta a questa domanda... - riprese, poggiando la spazzola sul mobile, mentre alzatasi, si diresse verso il balcone per respirare la frizzante aria notturna. - Non capisco, qual è l'oggetto della conversazione? - continuò Mars. - Sono preoccupata... Ho notato che qualcuno ai margini più esterni del sistema solare, si sta agitando, mentre una di voi, ha iniziato a girovagare per l'intero universo in cerca di non so bene cosa... - si tenne sul vago la regina, gettando l'amo alla guerriera, nella speranza che potesse esserle più esaustiva. - Mia regina, ti riferisci forse alla guerriera dissidente? - andò subito al sodo la mora, iniziando a capire dove andasse a parare la conversazione. - Ah, ecco! Adesso la chiamate così? - - Maestà non c'è nulla da temere, è tutto sotto controllo. E' giovane, forte, come del resto lo è il suo dramma familiare. Dalle del tempo, ha solo bisogno di capire; prima o poi si stancherà di fare la ribelle, fidati! - cercò di tranquillizzarla la guerriera. - E tu da che parte stai? - si spazientì la sovrana. - Ma dalla tua regina, è ovvio! - rispose esasperata Mars. - La superficialità del tuo comportamento nei riguardi di una questione tanto delicata e spinosa, mi lascia intendere altro! - la aggredì l'altra. - Ascolta regina, cosa vuoi che esca dalle mie labbra? La vera verità o quella romanzata? - fu il turno della guerriera di spazientirsi. - Sei la mia consigliera personale, la risposta è ovvia! - -No! Non lo è! Ho l'impressione che tu non mi abbia convocata in veste di tua personale e leale consigliera, ma piuttosto per sbugiardarmi, come se fossi il più iniquo degli impostori che tu abbia mai conosciuto! - si alterò la guerriera per poi incalzare: - Vuoi sapere qual è la verità? Che tu e il principe Endymion avete creato un precedente; non doveva accadere, ma è capitato! Era destino che vi innamoraste, che generaste un'erede al trono e che uniste sotto lo stesso prospero regno la Luna e la Terra. Perchè non può esserci destino analogo per altri? In fondo l'amore è la forza che muove tutto! O il tuo è semplicemente il capriccio di una bambina egocentrica e viziata che ha il potere di tessere le fila delle sorti altrui? - - Sapevo che non potevo confrontarmi con te su questo argomento, sei ancora troppo coinvolta! - la accusò la sovrana. - Coinvolta dici? Stiamo parlando del ventesimo secolo! Come potrei esserlo ancora? Ancora una volta la verità è che non hai mai approvato quella mia scelta, quado eravamo sulla Terra. Dimmi, cosa pretendevi, Usagi, che io restassi a fare l'inconsolabile innamorata non corrisposta per l'eternità? Ti avrebbe fatto senz'altro sentire meglio, sapere che pendevo comunque dalle tue labbra mentre ti vedevo costruire la tua vita, prendere le redini del tuo destino e del tuo futuro in mano, facendo finta che non esistesse altro, che io e i miei sentimenti non esistessimo! Era più facile scaricarti la coscienza così! - le gridò in faccia Mars, per poi darsi subito un contegno: - Non hai nessun motivo di essere così tesa. Non vedo minaccia alcuna in questa vicenda. Non posso fare a meno di notare però, come tu abbia perso parte della tua benevolenza e comprensione nei riguardi del prossimo. Condannare e punire Uranus e Neptune solo perchè si sono concesse qualche momento per potersi amare, non è giusto. Credo che sia ora di cambiare qualche legge. Non è giusto che le Outer Senshi debbano restare sole e confinate sui loro pianeti per proteggere i confini più remoti del nostro universo, mentre noi qui viviamo una vita felice tutti insieme! Hanno diritto ad essere libere e felici, esattamente come me, te e chiunque altro all'interno di questo universo! E tu, magnanima regina, dovresti essere garante della loro libertà e del loro amore, non opprimerle! - disse Mars, dandole le spalle ed avviandosi sollecita verso l'uscio della camera. - Mars, non ti ho ancora congedato e non tollero questa tua insubordinazione! Torna subito indietro! - tuonò Serenity. La guerriera agitò una mano verso l'alto lasciandole ad intendere che per lei invece, la conversazione si era conclusa, ma indugiò solo un istante sull'uscio: - Ti auguro che la notte ti porti consiglio, visto che tutto d'un tratto i miei non ti servono più! - disse sbattendo la porta dietro di se. La sovrana rimase a fissare per qualche istante la candida porta dai pomelli dorati, poi sospirò angosciata: non le era mai piaciuto litigare con l'altra. Mars era sempre stata impulsiva e collerica, ma era davvero una fedele alleata, forse la più preziosa di tutte, quando si trattava di aprirle gli occhi sulla realtà, ma quella volta aveva esagerato. Se anche poteva aver ragione sulla questione del precedente, non poteva lasciare impunita un'insubordinazione. Le regole di palazzo erano molto chiare, ed anche molto rigide; doveva correre subito ai ripari. Una lacrima le pungeva gli occhi, tentò di nasconderla passandosi una mano su di essi, poi sussurrò: - Perdonami mia Mars, so che ti farò del male venendoti contro ma non posso rischiare, la comunità vale più del singolo... - In quel preciso istante la pesante tenda rossa posta agli angoli della vetrata che dava sul balcone, si agitò leggermente. - Venus! Hai sentito? - disse la regina. La cortina si spostò leggermente e permise a Venus di uscire allo scoperto. Era rimasta lì per tutto quel tempo ed aveva assistito alla discussione, suo malgrado. - Si, regina, ho sentito! - si limitò a dirle. - Raduna le Guardian perchè occorrerà arginare questa situazione! - - E come maestà? -
 - Con ogni mezzo che riterrai opportuno! Sei la loro leader, no? La squadra ti ascolterà! - chiosò la regina. - Con tutto il rispetto, mia regina, ma voglio farti presente che tra loro c'è anche la persona che è appena uscita da questa stanza. Gli oracoli di Mars sono sempre esatti ed attendibili! Le sue parole sono vere e sacre! Ed è per questo che fra tutte è diventata la tua consigliera personale! Non credi sia giusto prendere in considerazione il fatto che possa aver ragione? - - E' un ordine Venus! - dichiarò con durezza la sovrana. - Capisco, ed in quanto tale immagino che debba eseguirlo... - disse la guerriera sospirando, per poi continuare: - Lascia però che ti dica una cosa: Mars è l'essere più fedele e devoto a te in tutto l'universo. Quanto all'altra, beh, sta solo cercando pace e giustizia per la sua famiglia. E noi, tutte noi, ci siamo sempre battute per la pace e la giustizia! - disse profondendo un inchino di congedo la bionda guerriera, mentre con scatto felino balzò via dall'elegante balaustra marmorea della balconata, per essere poi inghiottita nella notte stellata.  

WHEN FATES COLLIDEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora