Chapter 13

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Sono passati ormai quattro giorni dall'ultima volta che ho visto Jace.A scuola mi capita di vederlo nei corridoi ma non ho mai il coraggio di andare da lui e salutarlo.
Oggi finalmente è sabato, questo significa NIENTE SCUOLA, ma mi devo comunque è alzare presto perché devo andare da Jace a pulire la casa.

Stavo ancora sdraiata nel mio letto immersa nei miei pensieri quando mia madre entrò nella mia stanza.
"Io devo andare via per lavoro, per una settimana o due"
"Ehm...dove?" Chiesi io alzandomi dal letto e andandole incontro per salutarla.
"Londra" oh...così lontano...
"Oh...ehm.. ciao" ero in imbarazzo, stavo davanti a lei, ma non sapevo se abbracciarla o no.
"Beh prenditi cura di te" disse prima di abbracciarmi in un caloroso abbraccio, all'inizio non ricambiai ero stupita dal suo gesto, non mi ha mai abbracciata.
"Anche tu" dissi ricambiando l'abbraccio.
"Io vado ciao"
"Ciao"
Volevo tornare a letto infondo erano solo 7:30, ma avevo voglia di fare colazione fuori, così andai in bagno, per farmi la doccia e tutte le altre cose che fa ogni essere vivente al mondo.
Finito di lavarmi, decisi di sistemare i miei capelli, misi un po' di schiuma per capelli e dopodiché li asciugai con il phon e diffusore.
Mi piacevano i miei capelli, erano ricci e boccolosi, ma alcune volte non li sopporto proprio, sono una cosa impossibile da pettinare.
Dopo averli asciugati tutti, andai nella mia camera da letto per vestirmi.
Misi la biancheria intima, sopra decisi di mettere una gonna a vita alta, con una maglia corta nera e infine una camicia a scacchi nera e bianca, che mi arriva a metà coscia.
Sistemai i capelli e dopodiché presi una borsa con un cambio e tutto il necessario.
Erano le 8:23 e il treno per castello arriva alle 8:35, così decisi di andare direttamente in stazione per poi fare colazione a Castello.
Ormai non avevo più bisogno di guardare il tabellone per vedere l'orario, e il binario nel quale sarebbe arrivato il mio treno; perché ormai la mia vita è un continuo vai e vieni a Castello. E ne sono contenta,mi piacerebbe molto trasferirmi là, magari nella casa dei nonni di Jace. Ma questo sarebbe rimasto il piccologrande sogno.

Erano ormai le 9 passate quando il treno si fermò  nella stazione di Castel Bolognese.
Di solito a me piace molto stare in treno a guardare il finestrino e pensare. Ma stranamente oggi non vedevo l'ora di arrivare per andare nella casa di Jay.
Perché si, anche se sono passati più di tre anni dalla prima volta che il mio cuore perse un battito per lui e la sua bellezza. Io ne sono ancora nel profondo del cuore innamorata.

"Salve, mi potrebbe dare due cappuccini e un vassoio di questi biscotti?" Chiesi indicando i biscotti marroncini ricoperti da glassa rosa, il loro aspetto era molto invitante, così decisi di prendere un intero vasaio per me e Jay.
"Ecco a lei,sono 17€" disse la ragazza che si trovava dietro la cassa.
"Grazie,arrivederci" la salutai prendendo la bustina contenente le mie ordinazioni.
"Arrivederci"

I miei piedi non ce la facevano più a camminare, ma ormai non potevo fermarmi poiché il cielo stava diventando grigio, e io non avevo nessun ombrello. Ma anche perché mancavano pochi metri e sarei arrivata a casa.

Sono cinque minuti che cerco di suonare ma niente, nessuna traccia di Jay.
Stavo per premere l'indice sul campanello quando sentì la sua voce.
"Azzardati a suonare un'altra volta e metto te al posto del campanello"
"Buongiorno anche a te caro Jay" dissi con un sorriso da trentadue denti,è da stamattina che non riesco a smettere di sorridere e adesso che sono davanti alla porta di questa casa capisco qual è il motivo del mio sorriso. Ma quando mi resi conto di ciò che avevo detto mi coprì la boccia con la mano libera. merda. Non dovevo chiamarlo così, quello era il modo in cui lo chiamava la sua "ragazza".
"Jay, mi piace questo soprannome. Anita"

🍉🍎
Scusatemi Taaanto per il ritardo.

Spero che la storia vi piaccia.
Al prossimo.

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