Si svegliò all'improvviso a causa di un tocco delicato ed umido sulla fronte. Coi poteri creò un pugnale e velocemente immobilizzò la persona davanti a sé. Degli occhi celesti la scrutavano senza reagire.
- Artemisia, sono io. Steve -
Mollò velocemente la presa dal suo collo ritraendo l'arma e facendola sparire immediatamente. Si mise a gambe incrociate sul letto e nascose il viso tra le mani.
- Perdonami -
- Non ti devi scusare, sono riflessi istintivi e li comprendo -
Si sistemò un paio di volte i capelli boccolosi dietro le orecchie e strofinò le mani sul volto ancora dispiaciuta per l'accaduto.
- Vado a dire agli altri che ti sei svegliata -
Quando lui si alzò lei gli afferrò il polso facendolo sedere di nuovo, dopo tutto ciò che aveva passato rimanere sola in una stanza come un tempo non le piaceva più poi così tanto.
- Resta con me, ti prego -
Non disse nulla, rimase soltanto fermo ad osservarla.
- Quanto ho dormito? -
- Per diverse settimane -
La osservava con compassione, odiava quel sentimento, odiava guardare quello sguardo triste studiarla centimetro per centimetro. Si alzò stufa di soffrire e si diresse verso il bagno. Fece pochi passi prima di sentire le gambe cederle, delle mani la presero e la sostennero, per assicurarsi maggiore stabilità lei vi posò le mani sopra e fece un grosso sospiro. Odiava sentirsi o dimostrarsi debole agli occhi di qualcuno.
- Non preoccuparti, non ti lascio -
- Non è questo che mi preoccupa -
Quando arrivarono al bagno gli staccò le mani e si sorresse sul ripiano del lavandino fissando poi gli occhi su una figura minuta e mingherlina nello specchio. Le guance erano scavate a causa del non aver mangiato per troppi giorni, la pelle chiara come la neve, gli occhi stanchi e sparsi per il viso e per tutto il corpo dei graffi per concludere con la decorazione dell'orrore che stava osservando, chiuse gli occhi e buttò giù un groppo di saliva amara.
- Steve vai via da qua -
- Ma -
- No, vattene. Nessuno mi deve vedere così -
Provò a chiudere la porta ma lui la precedette e la riaprì con facilità data la situazione in cui lei si ritrovava.
- Ti odio -
- No, non è vero -
Dopo una lunga baruffa sul fatto che lui la dovesse lasciare sola mollò il colpo e lo fece restare.
- Stai ferma -
- Brucia -
- Quando dormivo non ti lamentavi di ciò -
Sbuffò sonoramente e fece un verso strozzato di fastidio e dolore quando lui le passò l'ennesimo pezzo di cotone zuppo di disinfettante su uno dei graffi che le decorava il volto e il corpo.
- Okay, ora può bastare -
Gli scansò la mano via dal suo viso ma lui l'afferrò delicatamente per il mento e riportò il suo sguardo su di lui continuando a tamponare le ferite.
- Perché lo fai? -
- Perché non dovrei? -
- Non hai risposto alla mia domanda -
- E tu alla mia, siamo pari, ora stai ferma -
Roteò gli occhi sbuffando di nuovo.
- Non ti sentirai mica in colpa, è stata una mia decisione proteggervi, non sei costretto a -
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"I love you in every universe, Steve Rogers"
FanfictionDivieti, sofferenza, amori impossibili e una ragazza dai poteri più potenti del mondo tenuta nascosta a chiunque, anche al suo stesso popolo Asgardiano. Subirà molte delusioni e al contempo stesso avrà molte vittorie. Le scelte dei suoi fratelli con...