Rispetto, solo rispetto.

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Quando mi svegliai erano le 9 e decisi di lasciar dormire Cross ancora per un po'.
Scesi le scale e andai in cucina, fregandomene che ci fosse mio fratello o meno.
Presi del latte dal frigo e lo versai in un bicchiere per poi berlo tutto d'un sorso.
È un vizio che presi da mio padre.
Inutile dire che mi mamma non sopportava questo mio 'modo di fare'. Che devo dire? È fortunata che non bevessi direttamente dal cartone.
Quando misi il mio bicchiere nel lavello ne vidi un altro sporco di latte freddo. Poteva significare solo una cosa, mio fratello era già sveglio.
Non sopportavo che lui avesse i miei stessi vizzi.
Bastava il sangue in comune.
Sciacquai quei due bicchieri per fare la brava figlia. Ma cosa sto dicendo? Li lavai per non far notare a mia madre le somiglianze tra me e quel biondo tinto. O forse per non farle notare a me stessa.
Poco importava.
Uscii sul portico e, anche se non fumavo, una sigaretta ben ci stava. Ma avendo l'asma, non fumavo.
Per questo motivo, Cross amava il mio asma.
Non era così forte da impedirmi di fare la mia vita. L'unica cosa che mi impediva di fare era di fumare.
Però devo ammettere che non sarebbe stato tanto male vedere la faccia di mia madre mentre mi beccava va a fumare una sigaretta.
Le sarebbe caduta la tinta da quei suoi capelli cotonati.
La porta di legno scricchiolò lasciandomi intuire la conversazione che mi aspettava.
Si mise in piedi davanti a me, senza guardarmi.
Mi alzai e lo guardai dritto negli occhi.
Odiavo chi non guardava negli occhi.
'allora?' dissi con tono freddo, se non fosse stato Niall potrei anche dire troppo freddo.
Ma lui se lo meritava.
'allora?' rispose lui con tono da presa per il culo.
'Fanculo Niall.' sputai allontanandomi da lui.
'ehi no! Aspetta!' mi prese un polso.
Quel contatto mi fece rabbrividire. Ma ero curiosa di sapere cosa si sarebbe inventato quindi rimasi lì.
Non mi guardava.
'quindi?' dissi con lo stesso tono.
'io...'
'tu?!' scattai
Dalla porta uscì Cross diretto verso casa sua.
'Horan, non attaccarlo. Prova ad ascoltarlo. Solo ascoltarlo, senti che ha da dire e poi decidi.' Disse prima di andarsene.
'ehi Cross!' lo richiamai
Lui si girò.
'grazie di tut-
'mai dire grazie-
'o scusa' lo interruppi come aveva fatto con me un secondo prima.
Mi sorrise e se ne andò.
Mi girai a guardare il biondo completamente fuori luogo.
Mi sedetti sulla panca a gambe incrociate.
'ti ascolto.' dissi con tono tanto calmo da stupire pure me stessa.
Lui farfugliò qualcosa di incomprensibile prima di fare un profondo sospiro e dire un po' più ad alta voce 'mi dispiace..'
Solo mi dispiace. Alla Temperance di quattro anni fa sarebbe bastano per corrergli tra le braccia.
Ma no, non ero più quel tipo di persona.
Non mi servivano le sue scuse, volevo capire perché.
'non me ne faccio niente di un 'mi dispiace' voglio delle spiegazioni' dissi con tono duro, ma neanche troppo.
'io... Tence io-
'non chiamarmi così' lo bloccai in modo acido
'io, si okay...' con il mio tono lo avevo intimorito
'Niall, continua.' dissi con tono anche troppo socievole visto che il ragazzo davanti a me era colui che mi aveva abbandonato.
'io, sono scappato. Sono scappato da tutta questa merda. Volevo allontanarmi e l'ho fatto. Ho pensato a me, al mio benessere. E sì ti ho abbandonato. Ma non ce la facevo più.'
'e cosa ti assicurava che io sarei stata bene? A combattere contro i fantasmi da sola? Ah no aspetta, non ti interessava. Giusto.' Non feci caso al modo in cui lo dissi, lasciai che le parole uscissero libere dalla mia bocca.
'a me importava e importa di te. Ma io...' si fermò
'tu cosa?! Porca puttana, Niall parla!' risposi sull'orlo di una crisi di nervi
'ne sono terrorizzato! Okay?!' disse velocemente
Lo guardai più attentamente, strizzando gli occhi.
'andiamo guardami. Sappiamo tutte e due quanto sono debole. Te sei forte, non hai paura di queste cose. Se qualcuno ti dice qualcosa gli sputi in faccia. Io ci rimango male. A te le parole, i ricordi fanno meno di zero ma a me uccidono' Disse tutto d'un fiato.
'non puoi immaginare quanto mi facciano male i ricordi' dissi a bassa voce.
Sperai che non mi avesse sentito.
Guardandolo notai tutta la frenesia che aveva in corpo andarsene, come se si fosse reso conto che io non sono un robot.
Si sedette vicino a me.
'ehi' disse in quel modo dolce che tanto mi mancava.
Ma no che dico, certo che non mi mancava.
'non mi serve la tua compassione' dissi alzandomi e incamminandomi verso la palestra.
Lui non mi seguì. Odiavo il modo in cui era capace di tirar fuori il lato debole di me. Non lo sopportavo, assolutamente no. Lo odiavo.
Mi cambiai così velocemente da neanche ricordarmi cosa avevo indosso. Mi focalizzai su quel sacco verde. Ma questa volta niente fantasmi, solo io e il sacco.
Bei vecchi tempi.
Non diedi retta a niente in palestra.
Sentii a malapena la voce di Cross che mi salutò.
Erano ore ormai che continuavo a prendermela con quel sacco. Il sangue pulsava lungo gli avanbracci e le nocche erano di un colore bianco pallido.
Non volevo fermarmi, volevo sfogare tutta la rabbia che mi aveva procurato mio fratello quella mattina.
Come sempre, fu Cross a fermarmi. Beccandosi l'ennesima gomitata nel costato.
'Non dev'essere andata tanto bene la conversazione di stamattina eh?' disse passandosi lo straccio bagnato sulla botta
'non molto' dissi prendendo lo straccio e tamponando i tagli causati dal combattimento con un altro veterano
'che è successo?' si sedette sulla panchina dello spogliatoio
'mi ha detto che mi ha lasciato qua perché aveva paura. E che tanto io non ne avevo.' dissi quasi ridendo
Cross sogghignò 'no aspetta, ti ha detto davvero questo?'
Annuii divertita, o forse ferita.
'cioè davvero pensava che una bambina di 12 anni non aves- si fermò quando notò quanto fossi a disagio per quell'argomento
'lascia che becchi quel coglione.'
Mi fece sorridere. Cross mi faceva sempre sorridere.
La porta dello spogliatoi si aprì e l'allenatore di Cross lo chiamò sul ring.
'Horan'
'Cross'
Poggiai la schiena al muro, forse per disperazione o forse semplicemente per stanchezza.
La solitudine non durò molto, purtroppo.
Vidi entrare il riccio coperto di sangue e zoppicante. Andò diretto sotto la doccia, completamente vestito.
'Styles' lo chiamai
Non mi rispose. Rimase immobile, rannicchiato nell'angolo della doccia. Mi avvicinai a lui e mi abbassai per riuscire a vederlo meglio.
Inutile dire che mi bagnai a causa del getto d'acqua, ma non mi dispiaceva bagnarmi un po'.
Faceva quasi impressione vedere un ragazzo della sua mole fisica accovacciato in un angolino come un bimbo spaventato.
'Harry' lo richiamai più dolcemente.
'che è successo?' chiesi
Non perché mi importasse di lui, solo per curiosità eh.
'ehi' continuai 'andiamo vieni con me' lo presi per un braccio, quello sano, e mi feci seguire nello spogliatoio. Lo feci sedere.
Presi un asciugamano umido e glielo passai sullo zigomo gonfio.
Lui sussultò.
'Cazzo Styles! Chi è stato?'
Non ebbi risposta.
Sospirai e gli passai il pezzo di stoffa lungo il petto sporco. Lui mugolava dal dolore.
'ssh, tranquillo, ho quasi finito' lo confortai
Quando finii di togliergli il sangue presi la sua faccia tra le mani. Lo obbligai a guardarmi negli occhi in modo... confortante, credo.
'Styles, stai bene?'
Non mi rispose.
'Harry, sei ancora vivo? Mi metti ansia se non rispondi'
Lui sorrise 'T-ti sento' disse prima di tossire
'chi è stato?' chiesi a denti stretti
Non rispose.
'fanculo Styles, dimmelo!' gridai
Non sapevo nemmeno io perché mi importasse tanto di questa storia.
Di solito era Cross che si occupava di chi pestava i novellini e di medicare quest'ultimi.
In quel momento entrò uno degli "uomini senza palle", James.
Dall'occhiata che si scambiarono capii tutto. Non ci vidi più.
Gli fui addosso. Non avevo timore dei suoi 20 centimetri in più di altezza. Né dei suoi 90 kg. E da uomo senza palle che era un pugno sul costato e cadde a terra. Non mi sarei accontentata di averlo fatto cadere. Mi ci buttai addosso e lo riempii di botte. Sapevo che ci stavo andando giù pesante ma non avevo intenzione di fermarmi.
Non sapevo neanche perché lo stavo facendo, stavo difendendo Harry, l'amico di mio fratello.
Quasi risi a quel ragionamento.
Mi fermai solo quando il viso era completamente coperto di sangue.
Sputai. Gli sputai in faccia.
'Rispetto. Solo rispetto.'
Non mi rispose.
Lo presi per il colletto.
'Quando ti parlo, mi rispondi.'
Lui accennò un sì terrorizzato.
'Porca puttana, rispettalo, capito?!' gridai
Lui annuì velocemente e io gli lasciai cadere la testa a terra.
Quando mi rialzai da terra Harry era come impietrito. Solo in quel momento notai il braccio viola di Harry. Mi avvicinai.
'il braccio, fa vedere' gli dissi senza che potesse replicare.
Gli poggiai la mano contro la mia.
'spingi contro la mia'
Lui spinse tanto da far tremare il braccio.
'ehi ehi, senza farlo tremare' gli sorrisi facendo passare una mano a lato del suo viso per mandare indietro una ciocca ribelle.
Ma cosa mi stava succedendo?
'Dai, vai a farti una doccia' gli dissi per cambiare argomento e alleviare quell'imbarazzo.
Lui si alzò e andò sotto la doccia. Io mi cambiai e mi appoggiai al muro con la schiena mentre lo aspettavo. Entrò Cross.
'che è successo qui?' disse notando James a terra dolorante.
'fattelo dire da lui' dissi freddamente
James non parlò.
'hai intenzione di non rispondermi?!' dissi incamminandomi verso di lui velocemente
'nonono! Ho- ho picchiato Styles' disse con le mani in alto
'massacrato.' Aggiunsi io risedendomi
'lo sai che non devi toccare i novellini vero?!' disse Cross prendendolo per il colletto
James annuì e Cross gli sbattè la testa contro il muro.
'Mi sembra che hai già avuto la tua lezione' disse facendo saltare lo sguardo da lui a me.
Prese velocemente la sacca del coglione e gliela lanciò in grembo.
'e ora esci.' disse mentre fece un passo verso di lui.
James uscì dallo spogliatoio come una scolaretta spaventata.
Cross prese un asciugamano dalla sacca e andò verso le docce, per controllare come stesse Styles.
Ascoltai distrattamente le due voci profonde risuonare nel lungo corridoio buio mentre lo percorrevo per uscire.
Aperto il portone mi lasciai un secondo per pensare sul da farsi. Non volevo tornare in quella casa di matti ma i piedi si incamminarono verso casa prima che potessi replicare.
Il buio e le cuffiette nelle orecchie mi salvarono dal rischio 'socializzazione'. Non che ascoltassi musica, erano anche staccate dal telefono ma erano una buona tattica per ignorare la gente che tentava di iniziare una conversazione.
Mi sedetti sull'ultima panchina prima di casa mia, non sapevo neanche io il motivo, lo feci e basta.
Quando vidi arrivare Styles e Cross capii perché mi ero fermata.
'hey' dissi scattando in piedi, spingendo indietro la malinconia.
'non si aspetta più eh?' rispose Cross
'e che stavo facendo?' dissi sorridendo
'stai bene?' mi rivolsi al riccio
Lui annuì e guardando verso casa farfugliò 'io non-'
'non vuoi farti vedere da Niall' lo interruppi
Lui contrasse i muscoli del viso per sorpresa e per sollievo da non dover sforzare di più la voce.
'passiamo da dietro' quando arrivammo al portico sul retro entrammo dalla porta che dà in salotto e naturalmente beccammo Niall in salotto.
Feci un cenno veloce con la mano a Cross e a Styles per farli aspettare.
Dopo aver lanciato un'occhiata a Niall andai velocemente in cucina.
Come mi aspettavo lui mi seguì.
'perché quell'occhiata?' disse con tono strafottente
Io mi risi a ridere, facendolo innervosire ancora di più. Era il mio scopo.
'e andiamo Tence n-'
'non chiamarmi così' lo interruppi a denti stretti
'adesso non posso più usare un soprannome?' disse urlando
'non mi chiamano così le persone a cui sono legata, figuriamoci se mi faccio chiamare con 'sto nomignolo da un conoscente' scattai
'conoscente?!' urlò lui
'si conoscente, Niall.' Dissi urlando più di lui e andando di sopra.
Entrai in camera mia dove erano Cross e il riccio.
'non dovevi litigare con lui per distrarlo' mi rimproverò Cross
'non era mia intenzione' dissi frettolosamente buttando a terra il borsone che fece un tonfo sordo.
Cross sospirò e annuii. Sapeva che parlavo sinceramente.
Mi sedetti di fronte a loro e il mio sguardo puntò subito al braccio di Styles, si vedeva da come lo teneva che gli faceva male.
Gli tirai su la manica e feci saltare lo sguardo dal violaceo del braccio al verde dei suoi occhi. Allungai un braccio verso il comodino e tirai fuori una pomata dall'ultimo cassetto.
Con me funzionò quando rischiai di lussarmi il braccio perciò avrebbe potuto funzionareanche con Harry.
Gliela misi sul braccio e gliela coprii con della garza.
'Horan passione crocerossina' scherzò Cross
'la prima e ultima volta che lo faccio, sia chiaro' risposi
'sì dottoressa Horan' rispose inzigandomi
'scusa?' mi girai verso di lui sorridendo
'hai sentito bene' rise
Mi incamminai verso di lui tirando su scherzosamente le maniche.
Mi fermo il forte bussare alla porta.
Tornai seria e aprii giusto lo spazio per permettermi di capire chi fosse.
E chi sarebbe dovuto essere Temperance?!
Appena il mio sguardo si incrociò con quello di mio fratello lui iniziò a gridare.
'tu non puoi chiamarmi conoscente! Non ti devi permettere di chiamarmi così!
Io spalancai la porta e gli diedi una spinta
'io? Io non mi devo permettere eh? Tu come cazzo ti permetti di venire qua e di pretendere di entrare nella mia vita!-continuavo a spingerlo indietro, gli diedi una spinta che lo costrinse ad aggrapparsi al mobile. Cross scattò in piedi, ma senza intervenire.- Non puoi pretendere tutto questo! Te ne sei andato, non dovevi tornare, punto. Non mi faccio mettere i piedi in testa da uno che per non giocare con la sorella le ha dato l'idea di giocare in mezzo alla strada. Non ascolto uno che ha ucciso suo padre.' Dissi freddamente e senza pensare.
Vidi il dolore salire negli occhi di Niall e quasi me ne pentii.
Lui cercò di dire qualcosa farfugliando ma io lo bloccai con la mano e me ne andai.
La voce di Cross che mi chiamava era una cosa troppo lontana da ascoltare.
Uscii sotto la pioggia e corsi via, senza una meta. Volevo solo allontanarmi da tutto.
Cercavo di scappare da quel vuoto nel petto, dal ricordo delle braccia di mio padre che mi coprivano e del suo corpo che mi coprì dall'impatto con il camion. Mi tornarono in mente particolari di quell'incidente che non mi ricordavo neanche più.
Nelle orecchie rimbombava la voce di un fratello 14enne che per non sopportare la sorellina di 10 anni le consigliò di giocare a palla in strada da sola.
Il clacson, mio padre che urlò 'Tence!' prima di essere investito per salvare me.
In quel momento mi resi conto che negli ultimi 6 anni avevo incolpato la persona sbagliata per la sua morte, non era Niall la causa.. ero io.
Mi buttai sull'erba di fianco, senza fiato.
Il senso di colpa mi assalì.
Vidi un'ombra corrermi incontro, somigliava davvero mio padre quel giorno.
Solo quando Cross si avvicinò a me mi resi conto che stavo dondolando avanti e indietro.
Mi strinse tra le sue braccia e io non riuscii più a trattenermi.
Piansi, per la prima volta dopo 4 anni.
------ANGOLO AUTRICE------
Ei belli!<3
Anche se non abbiamo raggiunto l'obbiettivo rieccomi con il quarto capitolo!
Da qui parte una svolta per la storia!
Mettete stelline e commentate!
Se vi va datemi qualche consiglio su come migliorare o anche solo commentate per conoscerci!!
Grazie per le 47 views!
Baci scriccioli! <3
Sally<3

Unusual (H.S.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora