Ed eccolo.

45 7 3
                                    

Mi chinai e poggiai il mazzo di fiori sul freddo marmo. Poi passai lentamente la mano sulla sua foto e sul suo nome. E ancor più lentamente sulle due date incise al di sotto.
Quando mi iniziarono a pizzicare gli occhi, mi alzai e mi misi a camminare verso l'uscita, senza voltarmi indietro.
Finalmente mi decisi ad andare in palestra.
Come al solito mi diressi verso lo spogliatoio e mi cambiai.
Prima di entrare in sala box, un uomo sulla quarantina mi fermò per sapere dove fossero gli spogliatoi.
Entrai in palestra che come ogni giovedì era piena di uomini pompati che si credevano Dio sceso in terra. Fortunatamente quella razza non era attratta dai sacchi da boxe vecchi così io potei stare tranquillamente al mio sacco.
Sapevo che sarebbero arrivati e infatti ecco che varcarono la soglia.
I tre coglioni del vicinato con i muscoletti fatti facendo i pesi con le bottigliette da mezzo litro. Non ricordavo i loro nomi o meglio, mai chiesti.
E poco importava.
Uno si avvicinò a me con aria strafottente
'Tence!' gridò sapendo che quel soprannome non doveva usarlo.
Lo ripetè varie volte. Non ci vidi più. Gli fui addosso facendogli battere forte la schiena al muro. Con una mano lo tenevo alto mentre con l'altra gli davo dei pugni allo stomaco. Lo lasciai cadere a terra, misi un ginocchio sul suo addome. Strinsi i suoi capelli in un pugno e gli sbattei la testa sul pavimento freddo.
'Fanculo.' Sputai
Lanciai un'occhiata ai due ragazzi intimoriti che se la svignarono appena incontrarono il mio sguardo. Posai il mio sguardo sul viso perfettamente intatto del pivello.
Un pugno sul naso lo rovinò fottutamente bene.
Mi rialzai e con addosso gli occhi di tutta la palestra tornai al mio sacco. Nessuno lo aiutò a rialzarsi, se ne andò con la coda tra le gambe e spero anche con il naso rotto.
A fine giornata si avvicinò Cross
'ehi Horan!' disse con la sua voce profonda
'Cross' feci un cenno col capo mentre sciacquavo le nocche sporche di sangue
'bel giovedì eh?' si mise anche lui al lavandino a ripulire le mani dal sangue dell'avversario che aveva fatto svenire nel pomeriggio
'amo i giovedì' dissi sarcasticamente mentre mi asciugavo con il vecchio asciugamano regalatomi dallo stesso Cross
'chissà perché i pivelli insistono con il chiamarti così' disse mentre si sciacquava la faccia
'uomini senza palle' dissi io strofinando via il sangue secco da sotto le unghie
Cross si fece scappare una risata 'io li avverto, ma se sono scemi... o meglio, se sono senza palle' aggiunse citando il mio ultimo commento
Io scossi la testa divertita.
Quando finì di lavarsi mi strappò l'asciugamano di mano.
'guardala così. Combatti senza dover fare le menate per le trasferte e cose varie' disse
'sei tu che hai fatto il figo e ti sei voluto iscrivere al campionato' gli ricordai
'io faccio il figo perché sono bello e simpatico' rispose lui
'bello e simpatico come una spina nel piede' scherzai.
Ripresi il mio asciugamano e mi diressi verso il borsone. Si fece scappare una risata e se ne andò.
'Horan'
'Spina nel piede' risposi facendolo sorridere.
Percorsi il corridoio fino a uscire sotto la tempesta.
Che novità, la pioggia in Irlanda.
Decisi di non coprirmi con il cappuccio. La pioggia mi aiutò a far passare il mal di testa.
Era tutto così tranquillo. Troppo tranquillo.
E in effetti ecco la cosa rovinò la tranquillità di quella sera.
Un cartellone 'one direction in città- venerdì 14 novembre'
'fanculo.' Pensai
La parte ragionevole di me pensò che tanto non si sarebbe fatto vivo quindi decisi di non darci troppo peso.
Tornai a casa per risentire lo stesso monologo che mia madre faceva da 3 anni a questa parte.
Mi addormentai velocemente.
Per fortuna la voce di mia madre non rimbombò troppo nelle orecchie.
[...]
Venerdì.
Una giornata tranquilla. Fratello a parte, si prometteva una bella giornata.
Uscii di casa e andai dritta a scuola.
Ero l'unica ragazza ad essere andata a scuola.
Okay che era piccola la scuola ma no.
Tutte al concerto dei One Direction no.
Le ore di scuola furono solo sei e quindi decisi di fermarmi nella paninoteca davanti scuola a prendere un panino. Lo mangiai al parco dove mi andò di traverso a causa delle continue magliette con su mio fratello.
A lui la fama, a me la merda. Più che giusto.
Era troppo presto per la palestra. Mandai un messaggio a Cross.
'Oggi palestra?'
Lui rispose quasi subito.
'si passa da me, andiamo insieme'
Ormai mi conosceva tanto bene da sapere che quando gli scrivevo un messaggio era perché non volevo tornare a casa.
Mi incamminai verso casa sua, evitando le strade principali che erano completamente intasate da 'One Direction Mania'.
Tirai un sospiro di sollievo quando vidi in lontananza la casa di Cross.
Erano solo le 2 e già mi ero stufata di tutte queste fans in giro.
Chissà che trovavano di speciale in loro. E in particolare in Niall.
Tutte che lo vorrebbero come fratello, tranquille care. Vi abbandonerà appena raggiunta la fama e non vi sentirete mai più.
'Troppo diversi' diceva mia madre.
'Troppo uguali' diceva mio padre.
Che poi, se un giorno lo rivedrò gli chiederò dove ci vedeva uguali.
Bah, non mi piaceva per niente mettermi a confronto con lui.
Anche se devo ammettere che prima di tutto questo, prima della morte di papà, eravamo piuttosto uniti.
Cercai il nome di Cross sul citofono.
Anni che andavo là e non ricordavo in quale delle tre colonne sia il suo nome. 'Michael Cross' trovato!
Il tempo di suonare e lui era già fuori.
'Horan' fece un cenno con la testa
'Cross' risposi
Il suo sguardo di fermò su un cartellone 'one direction in città?'
'già oddio che bello! Potrò rivedere il mio fratellonee! Aah!' imitai il tono di voce delle fan
'Horan..' mi richiamò lui, sapendo che anche se ci scherzavo ci stavo anche male
'dai andiamo, se no facciamo tardi' cercai di cambiare discorso.
Anche se entrambi sapevamo che a me del ritardo non interessava.
Fortunatamente eravamo vicini alla palestra e ci mettemmo poco ad arrivare. Il tempo di cambiarci e fummo dentro in palestra.
Quando mi fece conoscere questo posto ci promettemmo che non ci saremmo mai scontrati o allenati insieme. Per separare palestra e vita privata.
Il venerdì che si prometteva così tranquillo, si smentì quando notai un riccio con una strana bandana in testa armeggiare con il sacco verde.

-------------ANGOLO AUTRICE--------Oioi<3
Chiedo scusa per il "storia senza titolo" ma non sono pratica e non riesco a metterlo!😩
Baci scriccioli!
Sally<3

Unusual (H.S.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora