𝙤𝙩𝙩𝙤 - 𝘱𝘢𝘨𝘢𝘯𝘪𝘯𝘪

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"𝘴𝘵𝘰 𝘱𝘦𝘯𝘴𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘢𝘪 𝘴𝘰𝘭𝘥𝘪, 𝘪 𝘴𝘰𝘭𝘥𝘪 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘪𝘭 𝘧𝘰𝘤𝘶𝘴𝙞𝙤 𝙡𝙞 𝙛𝙖𝙘𝙘𝙞𝙤 𝙖𝙥𝙥𝙖𝙧𝙞𝙧𝙚 𝙙𝙞𝙘𝙚𝙣𝙙𝙤: '𝙝𝙤𝙘𝙪𝙨-𝙥𝙤𝙘𝙪𝙨'

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"𝘴𝘵𝘰 𝘱𝘦𝘯𝘴𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘢𝘪 𝘴𝘰𝘭𝘥𝘪, 𝘪 𝘴𝘰𝘭𝘥𝘪 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘪𝘭 𝘧𝘰𝘤𝘶𝘴
𝙞𝙤 𝙡𝙞 𝙛𝙖𝙘𝙘𝙞𝙤 𝙖𝙥𝙥𝙖𝙧𝙞𝙧𝙚 𝙙𝙞𝙘𝙚𝙣𝙙𝙤: '𝙝𝙤𝙘𝙪𝙨-𝙥𝙤𝙘𝙪𝙨'."

Oggi si prospetta una giornata sufficientemente tranquilla.
Stamattina ho fatto lezione con Elena e Isobel, per imparare una coreografia di hip hop e una di heels per la prossima puntata.
Quella di hip-hop mi piace tantissimo, ma non è nulla di paragonabile con quella di heels.

Sarà che è uno stile che ho sempre fatto poco ma che mi interessa tantissimo, ma io di sta coreo ne sono innamorata.
Certo, non sarà semplice farla, ma sono certa che mi divertirò e non poco.

"Ballerine sulle gradinate!" ci richiama Maria dagli auto parlanti, e ovviamente sarà un bel carico di compiti. Spero solo che questa settimana non siano per me, dato che ho già quattro coreografie da preparare. L'aria è tesa, non sappiamo ancora chi riceverà cosa, ma ogni volta che c'è di mezzo una novità, l'ansia cresce inevitabilmente.

Accanto a me ci sono Luca e Diego, i miei migliori amici qui dentro. Ci conosciamo da poco, ma sembra che ci capiamo al volo. Luca mi lancia un'occhiata veloce e mi sorride. Io cerco di ricambiare, ma sento il nodo allo stomaco.

"C'è un compito per una di noi, chi pensate che sia?" domanda Maria, e vedo Sienna, Chiara e Teodora alzare la mano. "Non è per nessuna di voi ragazze, Dalila, è per te." Ecco. Se in questo momento potessi tirare giù un bel porcone lo farei, ma ho ancora una reputazione da mantenere.
Tutti gli occhi sono puntati su di me.

Cerco di mantenere la calma, ma sento le guance arrossire. Mi alzo e vado a prendere la busta con mani leggermente tremanti, la apro e comincio a leggere. Le prime righe sono una valutazione generale. Dice che sono un buon elemento, che tecnicamente ho fatto progressi. Ma poi, più scendo, più le parole si fanno taglienti.

"...tuttavia, Dalila, ho notato una mancanza di espressività e personalità nelle tue esibizioni. Il tuo talento non si esprime appieno perché sembra che tu non riesca a mettere te stessa nei movimenti. Questo compito ti aiuterà a lavorare su questo."

Le parole mi colpiscono come un pugno allo stomaco. "Mancanza di espressività"? "Personalità"? Ma io mi impegno tantissimo, do tutta me stessa quando ballo. Cosa vuole dire? Come può dire che non ho personalità?

Mi accorgo che Luca e Diego mi stanno osservando. Luca inclina la testa, preoccupato. Diego sembra voler dire qualcosa, ma resta in silenzio. Io mi alzo di scatto, stringendo la lettera in mano.

"Scusate, ho bisogno di un po' di aria," dico in fretta, prima di allontanarmi dalle gradinate.

Arrivo in sala prove, chiudendo la porta dietro di me. Non riesco a fermare le lacrime. Non capisco, mi sento ferita e frustrata. Come faccio a far uscire di più la mia personalità se non so nemmeno cosa mi manca?

Pochi minuti dopo, sento bussare piano alla porta. "Dalila, posso entrare?" È Luca.
"Non ho voglia di parlare," rispondo, cercando di suonare decisa, ma la mia voce tradisce l'emozione.

La porta si apre comunque, e lui entra, seguito da Diego. Mi guardano con un'espressione piena di comprensione. Non dicono nulla per un attimo, si limitano a sedersi accanto a me sul pavimento.

"Non devi prendertela così," dice Luca dopo qualche secondo. "Non è un attacco personale. Vuole solo spronarti."
"Già," aggiunge Diego. "Se ti ha dato questo compito, è perché sa che hai il potenziale per fare molto di più."

"Ma come faccio? Cosa manca nella mia espressione? Io ci metto tutto quello che ho," rispondo, stringendo la lettera fra le mani. "Non capisco cosa voglia da me."

Luca si avvicina e mi passa un braccio intorno alle spalle. "Forse è proprio questo il punto. Forse stai cercando troppo di fare tutto 'giusto', e ti dimentichi di lasciarti andare."

Resto in silenzio per un po', assorbendo le loro parole. Forse hanno ragione, ma in questo momento è difficile vederlo. Diego mi dà una leggera pacca sulla spalla. "Comunque, non sei sola. Ci siamo noi."
"Grazie ragazzi," mormoro, anche se il nodo allo stomaco è ancora lì.

Quella notte, però, dormire è impossibile. Mi rigiro nel letto, cercando di non pensare alla lettera e a cosa significhi davvero. Ad un certo punto, scivolo finalmente in un sonno agitato, ma presto mi sveglio, scossa da un incubo. Il cuore mi batte forte e il respiro è affannato.

Decido di alzarmi, forse una camomilla mi aiuterà a calmarmi un po'. Cammino piano fino alla cucina, cercando di non fare rumore. Quando arrivo, però, scopro che non sono sola.

"Luca?" sussurro, vedendolo già lì, seduto al tavolo con una tazza di tè davanti. Mi guarda, sorpreso, ma sorride subito.
"Non riuscivo a dormire," dice, alzando le spalle. "E tu?"
"Incubo," rispondo, cercando di sembrare tranquilla. Ma lui mi conosce abbastanza per capire che non lo sono.

"Vieni qui," dice, facendomi cenno di sedermi accanto a lui. Mi preparo la mia camomilla e mi siedo al suo fianco. Restiamo in silenzio per un po', sorseggiando le nostre bevande calde.

Poi, quasi senza pensarci, inizio a parlare. Gli racconto dell'incubo, delle mie paure, di come mi sento rispetto al compito. Luca ascolta senza interrompermi, il suo sguardo calmo e rassicurante.

"Dali," dice alla fine, "non devi avere paura di fallire. Fa parte del percorso. L'importante è che tu non smetta mai di cercare te stessa."
Annuisco, anche se le sue parole mi fanno paura. "È che a volte non so nemmeno chi sono davvero."

Luca sorride piano. "Lo scoprirai, fidati. E ci sarò io a ricordartelo, ogni volta che ne avrai bisogno."
Senza dire altro, ci spostiamo sul divano. Mi stendo accanto a lui, cercando un po' di conforto nel calore del suo corpo. Chiudo gli occhi e, per la prima volta da ore, mi sento tranquilla.

Ci addormentiamo così, abbracciati, il respiro lento e regolare, dimenticando per un attimo tutte le paure e le incertezze.

𝘿𝙚𝙣𝙩𝙧𝙤 𝙡𝙖 𝙢𝙞𝙖 𝙩𝙚𝙨𝙩𝙖 | 𝖫𝗎𝗄3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora