In un mondo dove creature ultraterrene minacciano la sopravvivenza degli esseri umani, le divinità offrono alcuni dei loro poteri a individui da loro scelti.
Questi sono chiamati Ananke, o forse sarebbe meglio dire άναγκε, data l'origine greca dell...
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—ʜɪʀᴏ ꜱᴀɴᴛɪꜱ ²⁸ ᵐᵃᵍᵍⁱᵒ ²³⁶⁹–
È una giornata normale, quella di Hiro, almeno per ora. Ha appena preso tre al compito di fisica, beh poteva comunque andare peggio. Il cielo è limpido, caldo ma non afoso e tutti i suoi amici stanno andando fuori. Sì, giornata ideale per starsene in casa a suonare la batteria.
Hiro, da come si è intuito, non è proprio il migliore della sua classe, tutt'altro, ma se la cavava molto bene a suonare e a disegnare, diciamo che i crediti che ha nelle varie attività artistiche sono l'unica cosa che non l'ha ancora fatto bocciare.
Canticchia mentre sistema gli ultimi dati sul suo orologio, mentre poi mette nel suo armadietto gli ultimi disegni che aveva fatto. Se ve lo stesse chiedendo, sì, l'intelligenza artificiale ha da un pezzo sostituito carta e penna in fatto di arte, ma secondo molti, per quanto possa crescere ancora di più, non raggiungerà mai arti come quelle umane. In fondo, un'emotività come ne "Il bacio" di Hayez non è conosciuta alle macchine.
Quella è una delle poche scuole in cui si usano ancora gli armadietti, difficilmente si possono trovare altrove. La scuola non ha certamente un budget abbastanza alto da permettersi altro se non quelle scatole in metallo con il riconoscimento facciale, figuriamoci comprare qualcosa di più sofisticato.
Hiro chiude il suo armadietto e si avvia verso l'uscita, non vede l'ora di arrivare a casa, sdraiarsi sul letto e poi suonare la batteria, sticazzi se a sua zia dava fastidio il chiasso che avrebbe fatto.
Sta per andarsene, eppure, il suo "non-così-tanto-infallibile" intuito gli dice di aspettare un attimo, uno solo, e non di più.
Un secondo dopo: un'enorme scoppio.
Hiro corre immediatamente fuori, e ciò che vede non gli piace, per niente.
Un'enorme gatto stava distruggendo delle auto parcheggiate. Pelo lungo, variava dal marrone al grigio, probabilmente ispido. L'attenzione del micione si sposta poi su una bambina, è lì, proprio in quel momento, quando sembra volerle saltare addosso, che Hiro strilla.
