Tw: accenni a malattia e morte di personaggio secondario
Maggio 2035
Il caffè nella tazzina ormai è diventato freddo. Il fumo che ne usciva dieci minuti prima è stato portato via dall'ennesima emergenza mattutina. Si deve ancora abituare a questi piccoli contrattempi che possono cambiare l'intero corso della giornata.
E non prendere un buon caffè caldo appena sveglio rientra tra le cose che a Manuel Ferro, 31 anni, dirigente dell'azienda di famiglia, la giornata la fa sembrare nera. Come se il caffè fosse il boost necessario per mettere in moto le sinapsi del suo cervello; senza quello sembra che gli ingranaggi che ha in testa siano arrugginiti e fatichino a partire.
E non può farne un secondo: non ne ha la voglia e non ne ha il tempo.
Il contrattempo di quella mattina è stato una maglietta color borgogna, con quattro tessere di puzzle di diversi colori incastrate tra loro come ricamo sulla parte sinistra, poco sotto la spalla, appena infilata e ancora profumante di ammorbidente, macchiata con del dentifricio.
Il fautore di quel contrattempo è l'imprevisto più grande che sia mai capitato nella vita di Manuel.
Imprevisto che è spuntato nella sua vita quasi un anno prima, provocando una sequela di cambiamenti nella vita dell'uomo.
Cambiamenti che l'hanno portato a tornare a Roma, lui che da quella città era andato via per provare ad avere una vita migliore, ché la propria esistenza è sempre stata povera di gioie.
Così Manuel Ferro, dopo dieci anni passati lontani dalla capitale romana, era stato costretto a rivedere le proprie priorità per poter stare vicino a un bambino di cui ignorava essere il padre.
Niente era stato facile in quei mesi passati dalla scoperta dell'esistenza di una piccola versione di sé: non era stato semplice affrontare la verità di avere un figlio di quasi nove anni; non era stato banale venire a conoscenza della difficile situazione che mamma e bambino stavano vivendo; ma la parte più complicata di tutta quella vicenda era stata riuscire ad instaurare un rapporto con il piccolo.
Ricorda bene tutte le mattinate passate ad imprecare in silenzio, magari portando gli occhi al cielo e sussurrando tra sé e sé, partite con il piede sbagliato.
Quelle cominciate lente con il bambino che faceva colazione con gli occhi ancora chiusi mentre, ingenuamente, faceva cadere nel latte caldo quel pezzo di biscotto inzuppato per troppo tempo, provocando dei mugugni di disappunto sia nel padre che nel figlio; quelle iniziate con dei pianti cominciati nel sonno a causa di incubi troppo vividi o sogni troppo belli che si infrangevano una volta svegli; quelle in cui i primi segni di ribellione della preadolescenza si facevano strada nella mente del bambino e prima di andare a scuola lui e il piccolo avevano già litigato per delle sciocchezze – una volta avevano bisticciato perché il figlio voleva mettere una felpa che era tra i panni sporchi, per scoprire, successivamente, che quella notte aveva sognato la madre e che quella era la sua felpa preferita.
In quel marasma di contrattempi, però, c'era stata una mattina in cui il cuore di Manuel si era riempito di una gioia inaspettata, visti i trascorsi con il piccolo.
Stavano scendendo per le scale del palazzo in cui i due abitavano, già in ritardo – quella volta per colpa di Manuel che non aveva sentito la sveglia - quando il bambino si era immobilizzato su uno dei gradini e aveva pronunciato la frase "Papà, mi scappa la cacca."
L'uomo era scoppiato a ridere, un po' per la gioia di sentire per la prima volta chiamarsi "papà", cosa che non credeva sarebbe successa nell'immediato futuro, un po' perché il ricordo di quel momento sarebbe per sempre stato legato a un'esigenza impellente del piccolo.
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amore dato, amore preso, amore mai reso
FanfictionUn amore rimasto in sospeso per 10 anni, un sentimento che Simone e Manuel si portano dietro, nascondendolo tra i vari avvenimenti delle loro vite. Una concept FF che prende ispirazione dall'album "Alla mia età" di Tiziano Ferro; un viaggio tra pre...