In un giorno qualunque.

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Sono passati un paio di mesi dal concerto di Marco e in questo tempo sono riuscita a mettermi in pari con il suo repertorio.

La mia vita però andava avanti normalmente, casa università studio, il tutto con le canzoni di Marco come sottofondo.

Un giorno tornando a casa insieme a mia mamma vidi sbucare dall'ingresso dello studio di registrazione che si trova nel seminterrato del mio palazzo una testa riccia, guardai meglio e urlai a mia mamma:" mamma mamma c'è la manager di Mengoni!". Non ci potevo credere, pensavo che quello studio fosse un pò "sfigato" o comunque non di certo adatto ad un cantante del calibro di Mengoni.

La risposta di mia madre fu:" Giuli sei la solita pazza, ormai vedi Mengoni ovunque".

Ma io ero sicura di quello che avevo visto, era Marta e se c'era Marta era probabile che ci fosse anche Marco. Andai in strada e sul marciapiede vidi una moto nera, opaca proprio come quella di Marco Mengoni. Le coincidenze iniziavano ad essere un pò troppe così decisi di appostarmi nella macchina posteggiata proprio all'uscita del palazzo e aspettare, prima o poi se effettivamente era nello studio sarebbe uscito.

Sono stata in macchina quasi due ore e stavo cominciando a perdere le speranze così decisi di salire in casa.

Una volta in camera però pensai che non potevo buttar via tutte quelle ore di attesa e così mi convinsi a tornar giù.

Come una pazza mi affacciai alla finestrella del seminterrato e lo vidi, vidi Marco Mengoni che stava prendendo le sigarette per uscire a fumare. In quel momento prevalse il panico, non sapevo cosa dirgli, non sapevo se parlargli ma presi coraggio e girai l'angolo e lo vidi.

A quel punto feci una faccia sorpresa e la frase più intelligente che il mio cervello riuscì a partorire fu:" oh ma sei davvero tu?!"

Vidi Marco molto perplesso, quasi spaventato e mi rispose :"si penso di si".

La mia uscita era stata davvero stupida e l'imbarazzo era alle stelle così l'unica cosa che mi venne da dire fu:" adoro le tue canzoni"

M:"grazie, comunque piacere io sono Marco!"

Io:" piacere, Giulia "

Lui stava zitto io stavo zitta e così l'unica cosa che mi venne da fare fu salutarlo e augurargli una buona serata".

Quando mi vide entrare nel portone credo che capì che non lo stavo seguendo e che effettivamente abitavo in quel palazzo e mi urlò un:" allora ci rivediamo da queste parti" con un tono molto più sereno rispetto alle due parole che ci eravamo scambiati poco prima.

Entrai in casa ed ero la persona più felice e allo stesso tempo incredula di questo mondo, avevo appena parlato con Marco e non me ne ero nemmeno resa conto.

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