Stelle.

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***Silvia
Cammino da più di mezz'ora  avanti e indietro per il corridoio. La porta di Carina è proprio  davanti a me. Sento che mi manca il coraggio...
Avrei più forza nell' affondare una nave nemica.
Prendo fiato. Devo farlo.
Busso.
-Avanti.-
Entro dentro e noto Carina, in veste da camera, indossa la vestaglia.
-Perdonate...- mormoro.
-Vi siete persa?- domanda confusa.
-In realtà...volevo parlarvi.- mi trema la voce.
Mi osserva. -Dite pure.-
-Ecco...non è  facile... e probabilmente....una volta detto tutto...mi chiederai di uscire da qui. Ma... ho promesso che non sarei fuggita più.- Deglutisco. Ho un nodo alla gola.
Carina aspetta spaesata.
-Il mio nome è  Silvia.- Deglutisco. -Barbossa Silvia.-
Carina sgrana gli occhi.
-Lo so...avrei dovuto trovarti...molto tempo fa... ma non ne avevo il coraggio di affrontarti...- le lacrime toccano la mia pelle. -E... credevo che la morte di mio zio, tuo padre, potessi affrontarla da sola. Ma non è  così. Ti chiedo perdono...e ti chiedo di perdonarmi se ho trascorso più tempo con lui... io...- non mi lascia finire e Carina mi sta abbracciando come una sorellina minore.
Sussulto. La stringo forte a me. -Va tutto bene.... va tutto bene....- le accarezzo  la schiena e le sorrido.
***
Dopo quell abbraccio, Carina mi chiese di me, di mio zio, della mia vita prima della pirateria.
-Avete gli stessi occhi...- sorrido.
Arrossisce. -Sei qui per chiedermi qualcosa, non è  vero?-
Perspicace  come Hector. -Jack mi ha detto che... tu, solo tu sai leggere la "mappa che nessuno vede".-
-Perché vuoi andare lì?- domanda.
-Ho bisogno  di parlare con tuo padre.-
-Tu p...puoi farlo?-
-Se riuscissi a comunicare con la memoria dell' acqua...si.- rispondo. -Ma ho bisogno del tuo aiuto.-
Carina annuisce e si allontana da me, prende un libricino e me lo porge.
Osservo la copertina. -Sono....-
-Stelle. Si. Segui la stella che punta a Nord, e troverai  l' isola delle stelle. È lì che Barbossa... è  lì che mio padre è...-
Annuisco. -Ti ringrazio.-
Mi sorride commossa.
Le faccio segno di aspettare un momento. Frugo nella mia tasca e tiro fuori un nastro.
-Questo è  stato un suo regalo. Credo sia giusto che l' abbia tu.-
Carina stringe il nastro. -No...io...non posso...- 
Stringo il nastro nelle sue mani. -Si che puoi.-
Carina mi guarda in lacrime.
Le sorrido. -Buonanotte...- mi allontano da lei ma...
-Silvia...-
Mi volto.
Carina si avvicina, mi prende la mano.
La osservo.
Accarezza la mia cicatrice per poi tracciare dei punti con uno stilo.
La osservo e...
Ha tracciato  lo stesso disegno della copertina del diario.
-Un piccolo aiuto... -
Le sorrido. -Grazie.-
Carina mi sorprende in un abbraccio.
La stringo forte a me. 
-Buona fortuna...- mormora.
Le accarezzo  la schiena e mi domando se ci rivedremo mai più...
***
Guardo Port Royal allontanarsi, è  sempre più piccola...
Jack mi affianca. -Ti manca?-
-Uhm? A cosa ti riferisci?-
-Lo sai, tesoro. Balli, argenteria, damerini, sottane, cibo di prima qualità. Proposta di matrimonio, figli, un can...-
-No.- lo interrompo.
-Ah no? Uhm... Bugiarda.-
Lo guardo. -Forse, una parte di me si ma l'altra...-
-L'altra?-
-Sarebbe  stata una vita a metà.-
Jack ghigna divertito.
-Cosa?-
-Non ti credo.- risponde.
-Ah no? Beh io facevo parte di quella vita. E mi andava bene ma lo sai perché?-
-Dillo e basta.-
-Perché  non conoscevo altro.- lo guardo intensamente.
Jack mi fissa serio.
-Se c'è  una cosa che ho capito, è  che per me conta solo la mia nave.- ripenso alle parole di Killian. Sto per dire altro, ma Jack mi prende il mento.
-Un tempo, contavo solo io.- mormora.
Sfuggo dalla sua presa. -Quei tempi sono finiti.- mormoro quasi ghignando, allontandomi  da lui.
***
Killian accarezza I miei capelli nel mentre guardo l' oblò  della sua cabina.
-Cosa ti preoccupa?- mormora.
-Niente...-
-Ti conosco Moonlight. Cosa ti prende?-
Sospiro. -Hai mai la sensazione...che tutto quello che stai facendo...non abbia senso? Come se...lontani tanto...ma poi resti al punto di partenza?-
-Mi è successo. Si.-
-Beh...è quello che sta accadendo a me. Forse...questa storia del Nautilus, del Capitano... forse...dovrei fermarmi... e tornare alla mia vita...alla mia nave, al mio equipaggio...-
-Intendi... scappare?- domanda.
-Lasciare andare.- puntualizzo.
-Non sono del tuo stesso parere...- accarezza la mia schiena con l' uncino.
Volto il capo. -Perché?-
-Perché se fosse così, dimenticherei  perché  e per chi lo sto facendo.-
-Non siamo pirati? Non pensiamo solo per il nostro?-
-Siamo liberi. Ma leali. Ed io resterò leale alla donna che ho perduto.-
Rido divertita. -Questa è  buona. Visto che mi hai fottuta per.... ho perso il conto-
-È  diverso. Noi non mettiamo i sentimenti. È  solo piacere. Come abbiamo pattuito all'inizio. Ma il mio cuore...resta e resterà  sempre di Mila.-
Quelle parole sono taglienti. Sono fredde. Aspre... troppo da mandare giù con solo un bicchiere  di Rum.
-Quindi, resterai per sempre legato a lei? Anche se un giorno potresti incontrare un'altro amore?- lo sprono.
-Nessuna è  come lei.-
-Può darsi. Ma non puoi cambiare la natura delle cose...-
-Che intendi?-
Già... che cosa intendo?
-L'amore è  un sentimento  bastardo. Puoi pensare di amare una persona per tutta la vita, ma la vita stessa, è  imprevedibile. Non sai mai che carte possono capitarti. E spesso... puoi restare bruciato....-
-Ti riferisci a Jack?- domanda.
Uomini. Mi volto, senza guardarlo.
-Anche tu potresti trovare un nuovo amore.-
-Chi dice che non  l abbia già trovato?- chiudo gli occhi.
-E chi sarebbe?-
Resto in silenzio per molto tempo. -Qualcuno  che non sarà mai mio...-
Killian resta in silenzio, mi domando se abbia capito. Ma non ho più voglia di parlare, così, mi concentro sulla culla delle acque e mi addormento.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 14 ⏰

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Il cuore di un Pirata appartiene alla sua nave. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora